Ore 10.30, Aereoporto di Bergamo. L'aereo è appena atterrato e, non appena si scende, basta un distratto sguardo al cielo per capire che il tempo qui è diverso. Lasciato alle spalle il caldo sole calabrese, mi sono ritrovato nel pallore e nel grigio del cielo brianzolo. Recuperata in fretta l'auto a noleggio, una fiat 500 bianca, io e mio padre ci siamo messi in viaggio, direzione Autodromo di Monza.
Entrati nel traffico cittadino, dopo non poco ci siamo ritrovati davanti l'imponente quanto maestosa Villa Reale di Monza. In stile neoclassico e realizzata dalla famiglia degli Asburgo per assolvere alla funzione di residenza privata, è solo l'avamposto di qualcosa di ancora più bello: il Parco di Monza. Pensato dal figliastro di Napoleone come tenuta di caccia attinente le Reggia, è stata per me una delle vere sorprese di questo viaggio.
Per raggiungere l'Autodromo, situato proprio all'interno del Parco, ho avuto il piacere di poter amirare il paesaggio che mi si poneva davanti: un paesaggio naturale, quasi incontaminato in cui silenzio e armonia sono padrone per garantire riposo e relax a chiunque voglia dimenticare per un momento la frenetica routine quotidiana. Camminato per un paio di chilometri all'interno del parco, eccomi arrivato ai varchi d'ingresso dell'autodromo. Dopo aver superato i controlli, sono dentro.
L'atmosfera è di festa. Un'aria spensierata e briosa, un'aria di convivialità a prescindere dalla competizione sportiva. Tifosi di varie e diverse scuderie che bevono, mangiano e ridono insieme. Che spettacolo.
Preso possesso del posto nella tribuna coperta laterale sinistra, poco più avanti della linea di traguardo, sul rettilinio dei box, ecco che inizia uno spettacolo ancora più entusiasmante.
Su auto d'epoca, rigorosamente Ferrari per celebrare il settantesimo del cavallino rampante, sfilano tutti i piloti, acclamati e cercati dal pubblico. Ore 14, parte la gara. L'esito non sarà dei più entusiasmanti per tutti noi tifosi della rossa, ma ciò che conta - almeno per me - è l'esperienza. Il rombo dei motori sfreccianti a pochi metri e per pochi secondi, il brivido di sorpassi effettuati a velocità proibitive. Ma la botta di adrenalina finale è arrivata quando, nel momento del podio, dai cancelli aperti, quasi novantamila persone si sono riversate in pista, pronti a creare due splendide coreografie in onore della Ferrari.
Uno spettacolo indimenticabile ed irripetibile.
Se Manzoni ha scelto queste cime, queste rive e questi colori per fornire un'ambientazione al proprio capolavoro letterario, una motivazione c'è sicuro. E infatti, solo chi si spinge fin qui, in uno di questi paesi affacciati sul lago, all'ombra delle montagne, può capirne e apprezzarne veramente la bellezza.
Io ho la fortuna di avere una zia che abita proprio a Civenna, in una villetta che àa proprio sul lago. Dalla grande vetrata del salotto si ammira il lago, dalle finestrelle della mansarda si riescono a vedere anche le cime dei monti. Per arrivare qui si sale parecchio, in strade piene di curve e, mano a mano che si avanza nel percorso, il paesaggio cambia. Da un panorama cittadino in gran parte contemporaneo ad uno scenario più intimo che ha conservato la magia e l'atmosfera di un'epoca diversa, il passo è breve.
Salendo su fino al borgo di Civenna, dalla piazzetta si può ammirare ancora meglio il lago e, passeggiando per le vie del paese, ci si può immergere in dei ritmi di vita più pacati e in uno stile che probabilmente solo il lago di Como sa dare.
Se invece si scende verso la riva, non si può non approfittarne per una passeggiata a Bellagio.
Bellagio mi è piaciuto molto, poichè è un centro vivace, pieno di turisti, di vip anche internazionali, di ristoranti e di negozi. Le graziose villette tipiche e la camminata panoramica intorno al lago, consentono di apprezzare la pace e la tranquillità tipica del luogo, che non nega il divertimento e l'allegria cittadina.
L'esperienza è stata tutta indimenticabile e bellissima. La consiglio vivamente e io stesso spero di avere l'opportunità di poterla rifare. L'atmosfera festante dei 3 giorni del Gran Premio, con tutti gli eventi ad esso annesso, merita di essere vissuta. La bellezza del paesaggio e la magia della profonda ed emozionante atmosfera che si possono trovare sul Lago di Como sono irripetibili.
Purtroppo da fiero calabrese quale sono, abituato al sole e al clima mite per gran parte dell'anno, adattarmi, anche se solo per pochi giorni, all'umidità e al freddo della zona della Monza-Brianza è stato un esercizio difficile. Alla fine però la forza di volontà e l'entusiasmo prevalgono anche sulla pioggia e si cerca di cogliere il positivo da ogni istante di questo viaggio.
Se volete vivere un 'esperienza simile alla mia, vi consiglio innanzitutto di trovare un parcheggio per la vostra auto che sia all'interno del Parco di Monza; eviterete così tempi di attesa più lunghi per arrivare all'autodromo ed inoltre assocerete l'utile al dilettevole, con una passeggiata nei Giardini della Villa Reale.