La prima tappa del nostro viaggio a Trieste è stata lo splendido castello di Miramare. Lo storico fabbricato si affaccia sul mare ma è fiancheggiato anche da un rigoglioso parco ricco di tante varietà di piante, realizzato e pensato dall’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo come, del resto, il castello stesso.
L'avvio delle opere di costruzione fu voluto dall'arciduca nel 1856 nell'intenzione di realizzare una suntuosa residenza per se e la moglie Carlotta del Belgio. Solo 4 anni più tardi i consorti portano la loro residenza al castello sebbene non ancora del tutto completato.Il palazzo è stato progettato dall’ingegnere austriaco Carl Junker e rispetta la moda ed il gusto architettonico dell'epoca in cui è stato realizzato: un mix di gotico, medievale e rinascimentale.
Il parco di estende per 22 ettari ed è un progetto realizzato ancora dall'ingegnere Carl Junker affiancato dai giardinieri Josef Laube e Anton Jelinek (in periodi diversi).Il giardino era un'opera molto sentita dall’arciduca Ferdinando Massimiliano che, per migliorarne le caratteristiche, farà portare del terreno dalla Stiria e dalla Carinzia e procurerà tantissime varietù di piante anche di origine extraeuropea.
La passeggiata nel parco conduce tra interessanti sculture, serre vetrate, pompeiane e strutture in ferro, un laghetto con i cigni, la cappella di San Canciano ed un piccolo spiazzo con i cannoni regalati da Leopoldo I re dei Belgi. Il castello non è la sola costruzione presente infatti, all'interno del parco si trova il piccolo “Gartenhaus”, un castello in scala ridotta in cui l'arciduca e Carlotta hanno vissuto fino al compimento della dimora principale e dove lei, impazzita dopo la morte violenta di Massimiliano avvenuta in Messico, venne rinchiusa.
Siamo giunti al Castello di Miramare tramite l’Autostrada A4 in direzione Trieste, uscita Monfalcone Est –(“Lisert”). Non è difficile trovare indicazioni lungo tutta la Strada Regionale 14, bellissima strada costiera panoramica.
All'interno dell'ex stabilimento per la pilatura del riso, dove nel 1943 venne istituito un campo di prigionia militare e successivamente un Polizeihaftlager, è stato realizzato un museo che ripercorre la tragica storia degli uomini e delle donne che in questo luogo sono state prima detenutI e poi uccisi.
Nonostante l'imponente struttura, resta visitabile esclusivamente il piano terreno, pertanto la visita non dura più di un'oretta e mezza. L'ingresso al museo della risiera è gratuito ma è consigliato il noleggio delle audioguide (2€) che raccontano accuratamente, non solo i fatti storici, ma anche l'idea progettuale dell'architetto Romano Boico che ha realizzato l'attuale struttura museale. In effetti, ciò che ora è visibile, non è lo stato dei luoghi originari, distrutto in parte nella notte tra il 29 e il 30 aprile 1945 quando, i tedeschi in fuga, nella speranza di cancellare la maggior parte delle tracce dei loro misfatti, hanno fatto esplodere la ciminiera ed il forno crematorio.
Oggi nel punto in cui un tempo vi era l'alto camino si trova una struttura in acciaio alta e slanciata che ricorda sia la struttura del fabbricato che il fumo (le anime) che salgono.
Punti visitabili:
- La Cella della morte: è la prima stanza che si incontra ed è il luogo dove veniva portati i prigionieri per essere "puniti" e dalla quale molto spesso non uscivano vivi.
- Le celle: il luogo in cui i prigionieri venivano detenuti, sono ancora visibili le brande e non è difficile capire lo stato pietoso nel quale vivevano dati gli angusti spazi.
- La sala delle croci: viene chiamata così proprio per la somiglianza della struttura portante lignea con delle croci. L'architetto Boico pensò di eliminare i solai interni per ottenere questo particolare effetto. All'interno sono visibili oggetti razziati ai deportati.
- La sala delle commemorazioni: è una vera e propria cappella con uno scarno altare ricavato da una lastra di cemento. Si può vedere al suo interno una mostra fotografica su lager e su altri polizeihaftlager di tutta Europa.
- Il museo civico: contiene documenti e testimonianze di uomini e donne che hanno vissuto l'inferno nazista, ci sono molti punti in cui poter vedere o ascoltare le storie, leggere lettere o consultare archivi sui deportati.
- All'esterno resta visibile l'impronta del forno crematorio sottolineata da una pavimentazione in metallo.
Arrivati in centro a città una passeggiata sul molo Audace è stata d'obbligo. Le origini del molo risalgono alla metà del 1700 quando, sul relitto della nave San Carlo, affondata nei pressi del porto, venne realizzata una passerella, lunga circa 95 metri, unita alla terra ferma da un ponte di legno.
Oggi il molo misura 200 metri ed è una piacevole passeggiata "nel" mare. Deve il suo nome all'omonimo cacciatorpediniere, prima nave della Marina Militare Italiana, che vi attraccò il 3 novembre 1918. Si può raggiunge il molo con l'autobus scendendo in piazza Tommaseo o in Piazza Unità d'Italia.
Da visitare, nelle sue vicinanze, il Canal Grande sul quale si affacciano molti palazzi, caffè, il Museo Teatrale Schmidl, palazzo Carciotti e alcune piazze come piazza Ponterosso. Il canal grande è attraversato dal Ponte Rosso, uno dei tre ponti girevoli una volta utilizzati e ancora esistente, sul quale è possibile vedere la statua dello scrittore James Joyce che fondò a Trieste la Berlitz School, la cui sede si affaccia proprio sul Ponte Rosso.
Splendida e imponente, Piazza Unità d'Italia sembra stare a braccia aperte verso il mare per accogliere chi arriva da molto lontano; altrettanti belli e suggestivi i palazzi che si affacciano su di essa: Palazzo del Governo, Palazzo delle assicurazioni generali e Lloyd Triestino ed il Palazzo del Municipio.
Piazza Unità d'Italia è stata, nel tempo, il centro nevralgico non solo della storia cittadina ma anche di quella nazionale. Nel 1914 vennero accolte le salme dell'arciduca Francesco Ferdinando e di sua moglie Sofia, punto d'inizio di un'epocale svolta storica; nel 1938 Mussolini, su un palco proprio in Piazza Unità d'Italia proclamò le leggi raziali e, infine, nel 1954, proprio qui, la folla attese lo sbarco delle truppe alleate.
Sull'esterno dei fabbricati che si affacciano sulla piazza è applicato un QRcode che, scansionandolo con l'apposita App, permette di accedere a tutte le informazioni relative al palazzo stesso: la storia, le caratteristiche architettoniche e l'attuale utilizzo.
La visita della città è stata piacevole e particolarmente accurata grazie al sistema di QRcode applicato all'esterno di molti palazzi: con la scansione del codice si poteva accedere a tutte le informazioni storiche ed artistiche legate al sito. Sebbene facesse molto caldo, la città era popolata e frizzante, perciò la visita è stata molto gradevole.
Come tutte le grandi città, anche Trieste è molto trafficata e gli autobus un po' affollati. Purtroppo non è stato possibile fare delle belle foto e vedere nel suo complesso Piazza Unità d'Italia, comunque bellissima, a causa dell'allestimento del palco per un concerto in programma per la sera del giorno dopo.
A Trieste ci siamo spostati con il bus, abbiamo lasciato l'auto per tutto il giorno al parcheggio libero dello stadio Nereo Rocco (che si trova vicinissimo alla risiera) e ci siamo spostati con i mezzi pubblici: la fermata per il centro è a pochi passi. Mentre per la visita a Miramare abbiamo parcheggiato l'auto prima di entrare nella zona del castello, in un'area a parcheggio non a pagamento; in ogni caso, se non si trova posto all'esterno, si può parcheggiare all'interno pagando la sosta.