Nella stagione primaverile i Colli Euganei si riempiono di luce a motivo della fioritura dei ciliegi ed è uno spettacolo! Si voleva fare una passeggiata domenicale all'insegna della primavera, in realtà era troppo presto e, qualche albero a parte, tutto ancora dormiva.
La meta restava la stessa: salire all'Eremo Camaldolese che si trova in cima al Monte Rua (416 m.). Abbiamo parcheggiato l'auto da amici e abbiamo iniziato la nostra salita.
Per salire all'Eremo del Monte Rua non servono indicazioni, basta prendere la strada principale intitolata "Via Monte Rua", il resto viene da sé. Tutto il primo tratto è asfaltato, ma, di solito, non passano molte auto, più frequenti invece sono le bici da corsa e mountain bike, per queste esistono dei veri e propri itinerari chiamati MTB segnati da cartellini gialli.
Lungo il percorso si trovano il Cimitero di Torreglia alta al bivio per andare al Roccolo e al Monte Venda, Villa Immacolata, Casa di spiritualità della Diocesi di Padova, un ristorante e qualche casa.
Arrivati al cancello dei monaci, nelle mie numerose salite trovato sempre aperto, un cartello indica la proprietà dei PP. Camaldolesi. Dopo un primo tratto su strada e stradine non asfaltate iniziano le grandi mura anche la pavimentazione è ricoperta da grossi sassi.
Ad arredare le mura ci sono degli altorilievi che raccontano la via della Croce e una statuetta di San Giuseppe. Pochi piccoli gradini fanno raggiungere l'ingresso al monastero.
Giunti all'ingresso del monastero si trova un portone chiuso, ermeticamente chiuso.
Due panche in pietra consentono di fermarsi a prendere fiato. Alzando lo sguardo non resta che guardarsi attorno. E cominciano le domande, comincia la conoscenza del luogo a partire dalle due statue: S. Benedictus coenobitarum pater (480 circa - 547) e S. Romualdus eremitarum pater (952 circa - 1027), chi sono?
San Benedetto è il fondatore dell'Ordine Benedettino, da tutti ricordato anche per la regola "Ora et Labora" (prega e lavora).
San Romualdo, nella ricerca di una vita di continua preghiera fondò l'Ordine Camaldolese, ramificazione dell'Ordine Benedettino. Anche San Romualdo dettò una sua piccola regola d'oro: "Siedi nella tua cella come nel Paradiso scordati del mondo e gettalo dietro le spalle".
È abitato ancor oggi l'eremo del Monte Rua? E' una domanda che si pone chi arriva per la prima volta. Sì, è abitato da monaci che vivono ciascuno nella propria cella e condividono la preghiera e rari momenti di convivialità. Solo gli uomini possono entrare a visitare l'eremo, su appuntamento, o per la preghiera con i monaci.
Il clima di silenzio e l'immersione nella natura sono sicuramente piacevoli. La linea dell'orizzonte puntava lontano, ma sfumava, mi dicono che quand'è sereno si può vedere il mare. La passeggiata, pur essendo in salita, non è faticosa. Sicuramente i bambini faranno fatica, ma andando piano nemmeno ci si accorge d'essere arrivati.
Non sono stata contenta di essere arrivata troppo presto, molte piante dormivano ancora e il sottobosco regalava allo sguardo solo qualche fiore e qualche chiazza di violette. Le biciclette del percorso MTB arrivavano in picchiata e a volte si temeva che si scontrassero con qualcuno. Se poi i monaci aprissero anche alle donne sarebbe fantastico.
Salire al Monte Rua non è molto impegnativo, conviene comunque avere con sé i bastoni da walking, la borraccia con l'acqua, or ora non serve il berrettino, ma nei mesi di sole è meglio coprirsi il capo, scarpe comode ed essere in compagnia. Io preferisco così perché - pur non avendone mai incontrati - dicono che ci siano i cinghiali che vagano qua e là.