Ogni volta che entro nella Basilica del Santo, è chiamata anche così, senza nome, la Chiesa dedicata a Sant'Antonio, e tutti sanno a quale Santo ci si riferisce, c'è sempre qualcosa di nuovo e di bello da conoscere.
Arrivare in piazza del Santo ed entrare nella Basilica è la stessa cosa che entrare in Vaticano, perché piazza e Basilica sono di diritto Pontificio, per questo motivo la Basilica del Santo ha un suo delegato nominato direttamente dalla Santa Sede.
Appena entrati in Basilica è difficile non lasciarsi catturare dallo sguardo della Madonna del Pilastro che sembra osservi e non perda di vista nessuno dei pellegrini. In penombra, sul fondo della Basilica, sopra l'altare maggiore, si può già osservare il Crocifisso del Donatello.
A destra dell'altare maggiore, al centro circa della Basilica, c'è un'area protetta, la Cappella del Santissimo Sacramento, è un luogo di Adorazione e di preghiera. Chi conosce la Basilica non passa mai oltre essersi fermato per qualche istante prima di proseguire verso la Tomba del Santo.
Sono migliaia i pellegrini che varcano le porte della Basilica ogni anno per "toccare" la Tomba del Santo e affidargli almeno una preghiera. I pellegrini giungono da tutto il mondo, spesso sono costretti a una lunga, ma paziente coda per lasciare a tutti il tempo di rivolgere la propria preghiera al Santo.
Dietro l'altare maggiore c'è la Cappella delle Reliquie o del Tesoro. Qui è conservata la Lingua incorrotta di sant’Antonio, il suo Mento e l'apparato vocale.
Piazza del Santo prepara i pellegrini ad entrare in Basilica con un grande e caloroso abbraccio. Un piccolo muro li raccoglie attorno alla Chiessa, permettendo ai grandi di scambiare qualche parola e ai piccoli di giocare liberamente, spesso inseguendo i piccioni.
Proprio di fronte alla Basilica, si può ammirare il Monumento al Gattamelata, una statua in bronzo realizzata, come il Crocifisso all'interno della Chiesa, da Donatello. Il vero nome del condottiero delle milizie padovane rappresentato nel monumento è Erasmo da Narni.
Ad un lato della piazza si trovano l'Oratorio di San Giorgio, un edificio in stile romanico, fatto edificare dal marchese Raimondino dei Lupi di Soragna nell'anno 1377 e la Scuola del Santo o Scoletta. Sedi antiche dell'Arciconfraternita di "Sant'Antonio di Padova", chiamato anche "Sant'Antonio da Lisbona" sua città natale.
Un edificio bianco, appena fuori la piazza ricorda l'antico Museo Antoniano, riaperto quasi venticinque anni fa, definito anche "stanza delle meraviglie" per i preziosi che esso raccoglie.
Mi piace frequentare la Basilica del Santo in qualsiasi momento della giornata e periodo dell'anno. Al mattino presto la Basilica è permeata dal silenzio e dalla preghiera, che si può condividere con i frati francescani. Nel cuore della giornata i pellegrini contribuiscono a creare un clima di gioia e di festa.
Mi è difficile trovare qualcosa che non mi piace perché viene immediatamente riassorbito e risignificato dal contesto. I pellegrini che passano durante le celebrazioni parlando a voce alta, secondo me, disturbano. Gli avvisi parrocchiali o altre comunicazioni riguardanti gli avvenimenti della settimana, a fine celebrazione, offerti a chi è solo di passaggio, secondo me, andrebbero evitati.
Penso che attraversare la Basilica di Sant'Antonio per raggiungere la Tomba o la Cappella delle Reliquie è il minimo che si possa fare, ed è molto riduttivo. Suggerisco di prendersi del tempo per "stare" in Basilica e gustarla in tutti suoi aspetti religiosi e artistici. Per dire una preghiera e per stare un po' in compagnia di se stessi c'è anche la Cappella delle Confessioni.