In occasione dell'evento Monumenti aperti a Usini, in provincia di Sassari, abbiamo avuto l'oppurtunità di poter visitare alcune domus de janas della necropoli di S'Elighe Entosu di Usini, accompagnati da una preparatissima studentessa di archeologia.
La prima tomba dei giganti che abbiamo visitato può vantare il record di avere il corridoio di ingresso più lungo di tutta la Sardegna, chiamato dromos; questo corridoio è lungo ben 27 metri e fu scavato nella roccia calcarea viva.
Gli archeologi e gli studiosi pensano che il corridoio servisse come percorso per la processione della funzione religiosa. La cosa incredibile è che nel periodo del Neolitico in cui fu scavata la tomba, non esistevano attrezzi in metallo e quindi il corridoio e le stesse tombe furono scavate con attrezzi in pietra, di solito in ossidiana, molto più dura del calcare di cui sono composte la valli attorno ad Usini.
La tomba dei giganti numero 4 è stata scavata circa nel 5000 a.C. ma è stata utilizzata anche nei millenni successivi sempre per deporvi i defunti. Nel corso dei secoli però è stata anche vandalizzata ed è stata vittima di furti, per questo motivo al suo interno non sono stati ritrovati oggetti religiosi e ben poco delle famose offerte che venivano fatte per accompagnare il defunto nell'aldilà, infatti è stato ritrovato solo qualche guscio di lumaca e pezzi d'ossa di qualche animale sacrificale.
Purtroppo, a causa del ma tempo di questi giorni e dell'antichità della tomba, la pietra calcarea sta cedendo e questa struttura non è accessibile al pubblico ma solo agli addetti ai lavori che l'hanno rinforzata con delle strutture apposite per evitare che le pareti del corridoio crollino.
La domus de janas numero 3, della necropoli di S'Elighe Entosu di Usini, è forse la più bella che io abbia visitato fin'ora poichè ha tante camere, è conservata quasi intatta ed è molto spaziosa.
Questa tomba dei giganti si affaccia sul bellissimo panorama della valle dei fiume Rio Mannu di Usini e ha un ampio corridio d'ingresso che porta su una sorta di anticamera prima di arrivare alla tomba vera e propria che ha molte aperture alle pareti in cui venivano deposti i defunti.
La stanza principale, quando fu scavata, era sorretta da due pilastri ricavati dalla roccia calcarea ma, nel corso dei secoli, uno dei due fu abbattuto e si stava per abbattere anche il secondo ma poi si accorsero che la volta, senza pilastro, sarebbe crollata e lo lasciarono al suo posto.
In questa stanza, inoltre, è possibile ammirare, oltre al pilastro e le aperture sulle altre stanze, anche un focolare scavato a cerchi concentrici sul pavimento.
Ci sono anche altre buche, scavate ad opera dei profanatori di tombe che hanno vandalizzato la struttura convinti che sotto la roccia ci fossero dei tesori da rubare.
In totale le stanze sono 13, tutte scavate nella parete a partire da circa 50cm dal pavimento, alcune di esse sono comunicanti l'una con l'altra e fungevano, come già detto, da luogo in cui deporre i defunti.
Nel corso degli anni, anche questa tomba ha subito vandalismi e dopo i primi millenni di vita in cui fu utilizzata sempre per riporvi i defunti, in tempi più recenti è stata utilizzata come abitazione di un pastore eremita che ha scavato la stanza principale per aumentare l'altezza del soffitto e ha scavato un focolare nell'anticamera della tomba. Si pensa che oltre a viverci ci facesse dimorare anche le sue pecore.
I vandali, oltre a lasciare delle scritte e scavare nella roccia, hanno lasciato anche alcuni disegni tra cui una croce, ma si pensa che l'eremita fosse anche un artista e un religioso.
Fino a qualche secolo fa, inoltre, anche per i cattolici la tomba era considerata un luogo sacro e spesso venivano celebrate delle funzioni religiose.
Mi è piaciuto l'ottimo livello di conservazione della tombe, tutte molto ampie e grandi. La guida era preparatissima e ci ha anche raccontato come svolgono il loro lavoro. Il bel tempo, inoltre, ha permesso di vivere una bellissima esperienza alla scoperta dei tesori del territorio. L'iniziativa è bellissima perchè avvicina le persone all'archeologia.
Mi è molto dispiaciuto che nel corso dei secoli le tombe siano state vandalizzate e trafugate, ma purtroppo ad oggi non ci si può fare più nulla. Forse si potrebbe segnalarle di più sulla strada e pubblicizzarle più spesso per permettere a tutti di venire a conoscenza della necropoli di S'Elighe Entosu di Usini e andarla a visitare.
La necropoli di S'Elighe Entosu di Usini, in provincia di Sassari, è certamente un sito archeologico da visitare, tappa obbligatoria per il turismo culturale se si è vicino a Sassari. Consiglio (anche a me stessa) di andare a visitare anche le altre tombe sparse per le campagne di Usini. Inoltre consiglio vestiti sportivi in quanto stiamo parlando di una bella passeggiata in aperta campagna.