La "Palma di Goethe", è divenuta famosa grazie a Goethe, il poeta naturalista tedesco che visitando Padova nel 1786, si è fermato a visitare l'Orto Botanico e osservando la palma di San Pietro stillò una sua teoria nel saggio “la metamorfosi delle piante”. La Palma, datata 1585, ora è protetta da serra ottagonale.
L'Orto Botanico risale al 1545, la sua fondazione venne consentita con delibera dal Senato della Repubblica di Venezia. Scopo dell’Orto Botanico sin dal suo nascere era quello di aiutare gli studenti in medicina a riconoscere le piante e le loro proprietà.
Fin da subito l'Orto Botanico è stato stimato per la varietà di piante coltivate, anche esotiche. Oggi sono piante note e diffuse, ma la prima ambientazione nel nostro clima per molti fiori come i giacinti, i gelsomini di Spagna, le fresie, i fiori di lillà, i girasoli, le patate, le robinie e i pomodori è avvenuta proprio nel cuore della città di Padova in un terreno dei Padri Benedettini di Santa Giustina.
La parte più antica dell'Orto Botanico risponde a precisi disegni geometrici. Una mura circolare, a difesa delle piante, chiude nel suo interno quattro aiuole, ciascuna rispondente a perfetti disegni geometrici. Al centro dell'Orto Botanico è stata situata una fontana.
Camminando tra le varie aiuole si scoprono fiori dai colori bellissimi, ciascuna pianta ha il nome scritto in un cartellino. La guida ci ha accompagnati a vedere il Platano orientale, una pianta che vanta più di 340 anni di vita, vuota al suo interno, ma ancora viva nella parte esterna.
Il gruppo si è fermato davanti al Gingko Biloba, l'antico esemplare (1750) maschile su cui è stato innestato un ramo femminile a metà ottocento. Ha destato interesse la spiegazione sulle piante velenose e anche quella sulle piante carnivore. Poi il gruppo si è sciolto e ciascuno si è mosso all'interno dell'Orto Botanico seguendo l'interesse.
Così sono riuscita a intravvedere tra le acacie gialle le guglie della Basilica di Sant'Antonio a nord-est e a sud- ovest, tra il verde, le cupole della Basilica di Santa Giustina.
Non mi sono lasciata scappare iris, margherite, fiori di cipolla, aglio, rose, calle, ninfee, achillee, convolvolo, le piante grasse... credo sia impossibile nominarle tutte!
Mi è piaciuto tutto, la cordialità all'ingresso e la giornata di sole, l'ottima guida che ha saputo spiegare bene e rendere davvero interessante ogni particolare. L'Orto Botanico è ben curato. A nessuno verrebbe in mente di lasciare qualcosa fuori posto! Ci sono panche per sedersi (ho visto persone che sembravano là solo per stare in pace).
Difficile dire che cosa non mi è piaciuto. Non ho visto indicazioni per i servizi, ma non li ho nemmeno cercati. Mi è capitato di vedere una coppia seduta al bordo di una aiuola, ma non sfiorava nemmeno le piante, tanto era attenta e curiosa. Non ho potuto fotografare dei fiori perché circondati da api.
Se penso di visitare l'Orto Botanico di Padova porta con te una macchina fotografica, un paio di scarpe comode, una bottiglietta d'acqua e un blocco per prendere qualche appunto. Non guardare l'orologio, ma fa il giro di tutte le aiuole con calma e attenzione. Esci solo quando senti di essere fisicamente stanco.