Nonostante il tempo non sia stato dei migliori, Lisbona ha comunque rivelato tutte le sue bellezze ai tantissimi turisti che -come noi- hanno deciso di visitarla in questo marzo pazzerello.
Prima esperienza imprescindibile è di sicuro prendere il famoso Tram 28 che attraversando a filo strada il centro storico della città porta fino al quartiere Alfama dove oltre al Castello coi suoi giardini, il Miradouro di Santa Luzia regala una vista strepitosa accompagnata sempre da deliziosi musicisti di strada.
L'Alfama è di sicuro il quartiere pù antico che conserva miracolosamente ,dopo lo storico terremoto del 1755, molti suggestivi edifici di quell'epoca. Da lì è possibile scendere verso Plaza do Comercio da cui si può ammirare in tutta la sua vastità l'Oceano col Ponte 25 Aprile.
Parlando di Oceano, è inevitabile fare un excursus verso La Torre di Belem e il Monastero dos Jeronimos per cui ci siamo armate di pazienza per affrontare la fila, poi ripagate dalla esaltante bellezza.
Inevitabile -dopo la parte culturale- la tappa alla storica pasticceria dove è inutile ordinare un solo pezzo a testa dei famosi pasteis de nata: sono troppo gustosi, meglio ordinarne direttamente qualcuno in più.
Tutti i quartieri sono caratterizzati da palazzi rivestiti dai famosi azulejos: piastrelle in ceramica da colori e disegni che incantano.
La cucina portoghese è variegata ma tra i suoi must c'è di sicuro il baccalà cucinato nelle più svariate maniere. Noi abbiamo decso di gustarlo a cena in un ristorante dove ci hanno intrattenute con una serata di Fado, assolutamente consigliata.
Per raccontare Lisbona ci vorrebbe molto pù spazio ma vi basti sapere che se potessimo scegliere di prendere a breve un volo non esiteremmo a tornarci.
Ho adorato l'amabilità del popolo portoghese : tutti sorridenti, disponibili e capaci di consigliarti al meglio ed ho adorato la gradevolissima Ginjia un liquore dolce all'amarena che si trova un po' ovunque a volte servito in bicchierini di cioccolato che, se possibile, ne rendono il gusto ancora più godurioso.
Non ho molto apprezzato le troppe auto nelle vie del centro e anche la eccessiva la quasi totale assenza di personale nei siti turistici a favore delle macchinette automatiche. In aeroporto, invece, nella fase del mai piacevole rientro, risulta piuttosto difficile orientarsi per mancanza -anche qui-d personale e anche di chiare indicazioni.
Non mi è piaciuto e sconsiglio vivamente la inutile fila all'elevador de Santa Justa... Fila inutile perché basta che, dal Barrio alto, cerchiate Largo do Carmo e la stradina che costeggia il museo vi porterà esattamente sulla stessa terrazza. Spero di aiutarvi ad evitare almeno una fila per godere di una bellezza in più.