Quando si parla di Atene, non si può prescindere dalla sua storia millenaria; nemmeno per quel che concerne una cosa all’apparenza prosaica come il cibo.
La cucina greca, infatti, può vantare una ricchissima tradizione plurisecolare, e le fonti storiche suggeriscono fosse molto articolata già prima della nascita di Alessandro Magno.
Era uso comune, ad esempio, avere un cuoco personale per le ricche famiglie che potevano permetterselo, poiché la preparazione di costosi e prelibati manicaretti contribuiva a rispecchiare il prestigio e la ricchezza della famiglia in questione. Questo modello fu successivamente esportato dai latini, dando vita a molte antiche ricette mediterranee che sono state tramandate fino ai giorni nostri.
Insomma, gli antichi greci potevano già deliziarsi con i prodotti di una cucina raffinata e piena di sapori già nel II secolo a.C., quando-per fare un parallelo di immediata comprensione-nella nostra penisola la varietà di pietanze era estremamente ridotta, e queste venivano cucinate senza troppo criterio quasi unicamente alla brace. Addirittura, per poter essere riconosciuti come cuochi nella Grecia di duemiladuecento anni fa, occorreva frequentare due anni di accademia.
Ma quali sono allora i sapori tipici di una cucina che può vantare una tradizione tanto illustre? Cosa mangiare ad Atene?
In realtà, al giorno d’oggi, ad Atene (così come in quasi tutta la Grecia) è possibile trovare ristoranti di ogni sorta: si va dalle mezedopolia, dove vengono serviti prevalentemente spuntini generalmente molto simili alle tapas di derivazione spagnola (mezédes, per l’appunto) e tradizionalmente utilizzati come antipasti, alle tavernes, le tradizionali osterie; dalle psistaries, dove si possono gustare prevalentemente grigliate ed ottimi spiedini, alla psarotavernes, dove viene servito il pesce dell’Egeo, per gran parte “dopio” (di produzione locale e non surgelato), fino ad arrivare agli estiatorio, i veri e propri ristoranti di lusso.
Per finire, in uno zaxaroplasteio si possono gustare i dolci più caratteristici della cucina ellenica, solitamente a base di pasta sfoglia, e ricchi di prodotti come mandorle, miele e frutta secca, tipici del bacino mediterraneo.
Insomma, i posti dove potersi godere tutto il sapore di millenni di tradizione culinaria (anche nelle sue forme più semplici, perché no), non mancano di certo.
Andiamo allora a conoscere i piatti più peculiari di quei luoghi che, nell’immaginario collettivo, si materializzano spesso come contesti avulsi dal quotidiano rigore occidentale, ben distanti sia nel tempo che nello spazio dalla nostra realtà, galleggiando in una sorta di onirico confine tra lo storico ed il leggendario; gli stessi che hanno dato i natali non solo alla filosofia ed alla democrazia, ma anche-per gran parte-alla cucina mediterranea per come la conosciamo.
Partiamo, andando per ordine di portata, dagli antipasti.
Come detto in precedenza, le mezédes occupano un posto di assoluto rilievo nella tradizione culinaria greca, e sono un eccellente preludio del viaggio gastronomico che si potrà intraprendere ad Atene.
Innanzitutto si tratta di un’ampia varietà di piatti, che per loro stessa natura risultano molto interpretabili; per questa ragione possono facilmente variare da locale a locale, e da zona a zona. Potrà essere infatti un semplice mix di sottoli, sottaceti e olive nere, oppure presentarsi come un piatto più ricco, facendo spazio anche ad acciughe, salumi ed alla conosciutissima feta (un formaggio a pasta semidura prodotto con latte di pecora, lasciato maturare in salamoia per due o tre mesi).
Come già detto, però, non si tratta sempre e solo di antipasti semplici, che richiedono poca lavorazione. La loro complessità può infatti variare molto, fino a fare delle mezédes un vero e proprio sostituto del pasto completo.
Alcune delle mezédes più comuni sono:
–taramosalata, un piatto composto da uova di pesce (normalmente uova di carpa o di merluzzo) ed arricchito con patate, olio, succo di limone e prezzemolo;
–melitzanosalata, una salsa a base di melanzane nella quale non mancano anche aglio, olio e basilico, spesso offerta come contorno per i piatti a base di carne come il Gyros;
–sarikopitakia, rustici salati ripieni di formaggi e cosparsi di miele, tipici di Creta ma di derivazione turca, che comprendono solitamente il mizithra, un tipo di formaggio morbido e cremoso;
–tiropitakia, croccanti triangolini di pasta phyllo anch’essi ripieni di formaggi, molto consumati anche come spuntino a cavallo tra colazione e pranzo;
C’è inoltre spazio anche per i doni del mare: gli amanti di pesce ed affini potranno infatti deliziare il proprio palato con particolari mezédes a base di polpi, sott’aceto o cucinati alla griglia, lakerda (una preparazione di pesce marinato, appartenente alla famiglia degli sgombri, spinato, tagliato a bocconcini e messo sott’olio, le cui pregiate carni sono tenerissime e molto saporite), molluschi e crostacei.
Passando alle portate principali, uno dei piatti più comuni è certamente l’agnello, le cui costolette (paidàkia) sono una vera e propria leccornia. Le frattaglie dell’animale sono invece utilizzate per la preparazione del kokoretsi, un piatto particolarmente gustoso ed apprezzato, cucinato allo spiedo sulle braci e condito con sale, pepe ed origano.
Un altro piatto molto conosciuto è il Gyros, solo citato in precedenza, che merita certamente un ulteriore approfondimento. Che si tratti di una pietanza di chiara influenza turco-araba è cosa palese a chiunque abbia mai visto un kebab: dei pezzi di carne a base di maiale, agnello o vitello (o un misto di più carni fra queste) vengono arrostiti su spiedi verticali, e solo la parte più esterna della carne (quella più cotta e croccante) è pronta per essere tagliata ed utilizzata per la preparazione del piatto. A quel punto la carne viene messa nelle pitas, una varietà di pane rotondo, tagliato a metà o arrotolato; il Gyros viene poi insaporito a piacere con pomodori, cipolle, cetrioli, aglio e l’immancabile tzatziki, una salsa a base di yogurt, sale, cetrioli, aglio ed olio l’oliva, tipica prevalentemente dei balcani meridionali.
Tra i piatti al forno il più comune è probabilmente il moussakà, non dissimile dalla parmigiana di melanzane nella sua versione siciliana. Grossomodo è uno sformato di melanzane e carne tritata, guarnito da abbondanti dosi di besciamella gratinata, a cui possono essere aggiunte patate, zucchine ed altre verdure, insaporite con le spezie che il cuoco riterrà più opportune. Una delle più utilizzate, in questo frangente, è l’aneto.
Anche le origini di questo piatto sono di difficile decifrazione, dal momento che il termine greco mousakàs deriva dal turco musakka, una parola che affonda le sue radici nelle lingue d’Arabia e di Persia. Un ennesimo esempio di quanto la cultura ellenica sia stata influenzata da (ed abbia influenzato a sua volta) un gran numero di civiltà e tradizioni nel corso dei secoli, in particolare per quel che riguarda gli scambi con l’Oriente.
Le specialità da gustare che esulano dall’elenco fatto finora, comunque, sono veramente molte: si va dalle dolmàdes, involtini di foglie di vite farciti con carne e riso, ai gemistà, pomodori o peperoni ripieni di riso, alle keftèdes, polpette di carne macinata aromatizzate con menta ed origano, alle quali possono essere aggiunti aglio, salvia e basilico, e ancora se ne potrebbero elencare a decine. A rischio di essere ripetitivo, mi ripeto (e vogliate perdonare la ripetizione, se ne avete il cuore): la cucina greca ha dalla sua un arsenale molto, molto ampio di pietanze da sfoderare, per poter placare anche gli appetiti dello stomaco più caparbio ed ostinato.
Senza mai trascurare le esigenze del palato, che pretende qualità oltre che quantità.
Un capitolo a parte lo meritano gli alcolici, e tra tutti il vino: il più noto della penisola ellenica è il Retsina, un bianco rosato da tavola, aromatizzato tramite l’aggiunta di mosto di resina di pino d’Aleppo, che ha raggiunto il successo commerciale solo dopo gli anni sessanta, dacché prima di allora la sua produzione (molto limitata) lo destinava unicamente alle taverne ateniesi.
Trattasi non solo di un ottimo vino per pasteggiare, ma è anche universalmente riconosciuto come il vino d’Atene per eccellenza.
Molto conosciuti sono anche il Kokkineli (simile al Retsina, ma meno resinato), il Rapsani, vino dall’alta gradazione (12,5°) originario della Tessaglia, nella fattispecie proviene esattamente dalla regione del mitico Monte Olimpo, e l’Agiorgitiko, le cui bacche sono diffuse principalmente nel Peloponneso e nella zona intorno a Nemea, chiamato anche Sangue di Eracle.
Il Mavrodafni, il Patrasso ed il Samos, quest’ultimo molto simile al vin santo nostrano (e che tradizionalmente s’accompagna ai formaggi) sono invece i vini dolci di maggior successo.
Tra i liquori, invece, una menzione speciale va certamente fatta per l‘Ouzo, un distillato a base di mosto d’uva ed anice dalla gradazione molto alta, attorno ai 40°-50°. Sovente allungato con acqua e consumato come aperitivo, magari in compagnia di un bel piatto di mezédes o di kokoretsi, è assiomaticamente fatto derivare da Plomari ed Agiasos, sull’isola di Lesbo. A Plomari oltretutto è possibile visitare il museo dell’Ouzo, e sempre nella stessa frazione di Lesbo hanno sede gli stabilimenti di Varvagiannis, il principale produttore del liquore in questione.
Qui si conclude il nostro breve e modesto scorcio di ciò che si potrà trovare nei luoghi di ristorazione ateniesi, e come ultimo consiglio (che tale intende rimanere) vediamo qualche posto in cui potrebbe essere interessante farsi un boccone, una volta raggiunta la capitale greca:
Ristorante Strofi
Un buon ristorante disposto su più piani, dov’è possibile mangiare degli ottimi piatti ad un prezzo contenuto, per una spesa complessiva che si aggira intorno ai 20-30 euro a persona.
E’ consigliabile la prenotazione, poiché si tratta di un ristorante non solo molto conosciuto, ma anche molto ambito per la vista: dal primo piano si può infatti ammirare l’Acropoli, distante pochi passi dalla sua ubicazione, mentre dal secondo si può godere di una vista (mozzafiato, stando a diverse, entusiaste recensioni) del Partenone, grazie ad una terrazza panoramica.
Indirizzo: Rovertou Galli 25, Atene
Telefono: +30 210 9214130
Funky Gourmet
Vincitore dei premi Traveller’s Choice 2013 e primo in classifica nelle recensioni di tripadvisor.it, propone una cucina contemporanea ma particolarmente creativa, con un doveroso occhio al passato. L’idea alla base della cucina proposta si sviluppa su tre menu distinti, a scelta del consumatore, per un vero e proprio percorso gastronomico ideato con geniale meticolosità al fine di esaltare i sensi, non solo il palato; il risultato si paga a caro prezzo, non è infatti un locale economico, tutt’altro. Ma ad ascoltare le reazioni dei clienti, è un assaggio di nirvana che vale ogni centesimo.
Indirizzo: 13 Paramithias Street and Salaminos, Atene
Telefono: +30 210 5242727
Smile Cafè Restaurant
Un localino molto simile ai nostri tipici agriturismi, a gestione familiare, dove si può mangiare molto-e bene-facendo felice al contempo anche il portafoglio. Propone piatti tradizionali ed un clima particolarmente caloroso ed accogliente, ottimo per una cena tranquilla e rilassata, senza dover rinunciare alla qualità del cibo.
Indirizzo: Syngrou Avenue 24, Atene
Telefono: +30 210 9218911