Kabul è la capitale dell’Afghanistan, nonché la sua città più grande, e rappresenta uno dei maggiori centri economici e culturali del Paese. Kabul gode di un’ottima posizione geografica, sorgendo sulle rive dell’omonimo fiume, in una vallata racchiusa da quest’ultimo e dalle montagne.
Sebbene la città possa vantare un passato di grande prestigio, oggi essa è dilaniata da una guerra civile che dura ormai da decenni, e la sua valenza quale meta turistica è pesantemente inficiata dalla disastrosa situazione geopolitica in cui versa attualmente.
Cenni storici
La storia di Kabul sembra avere inizio nel 1200 a.C. circa, e le prime fonti storiche iniziano a parlare di un insediamento chiamato Kabura situato proprio nei pressi del corso d’acqua nel 300 a.C., in età achemenide.
Kabul divenne una città Kushani dopo il I secolo d.C., quindi venne conquistata della civiltà Indù, fino a quando gli arabi non se ne impossessarono nel 664, a seguito di una delle battaglie più sanguinose mai combattute in quei territori fino a quel momento. La città passò quindi sotto il controllo dei Samanidi, dell’Impero Ghaznavide e dei Ghuridi, fino a venire sottomessa da Nadir Shah, sovrano persiano dall’incredibile genio militare (i paragoni che gli storici spendono per descriverlo sono non a caso illustri, al limite della lesa maestà: si va dal “Napoleone di Persia” al “secondo Alessandro Magno”) nel 1738.
Dopo una breve parentesi di ritorno sotto il controllo afgano, Kabul venne assoggettata ai britannici nel 1839, e nei primi decenni del XX secolo tutto il Paese poté godere di uno sviluppo sociale ed economico senza precedenti: dopo l’inaugurazione della sua università nel 1932, la capitale afgana crebbe quale centro industriale di rilievo, le sue strade vennero asfaltate, ed il suo ambiente divenne a tutti gli effetti cosmopolita.
Il declino, rapido ed inarrestabile, iniziò con l’invasione dell’Afghanistan da parte dell’URSS nel 1979. Il 23 Dicembre dello stesso anno i sovietici occuparono Kabul, e per i dieci anni successivi la città venne dilaniata da una feroce guerra intestina, che proseguì anche dopo il ritiro delle forze sovietiche ed il collasso dell’URSS stessa, avvenuto nel 1991.
Il colpo di grazia arrivò infine nel 1996, con la cattura di Kabul da parte dei talebani, che la violentarono in ogni modo possibile per i cinque anni successivi (basti pensare alla controversa vicenda dei Buddha di Bamiyan), imponendo una delle dittature più spietate, sadiche e disumane che la città avesse mai conosciuto in millenni di storia.
I talebani iniziarono catturando l’ex presidente Mohammad Najibullah, che per ordine del brutale leader religioso Mohammed Omar fu evirato, legato ad una jeep e trascinato attorno al palazzo dell’ONU numerose volte, prima di venire infine ucciso. Al fratello toccò la medesima sorte, ed entrambi i cadaveri vennero successivamente appesi davanti al palazzo stesso. Fu così che il “nuovo governo” si presentò ai propri cittadini.
Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, si può solo provare ad immaginare ciò che la popolazione afgana dovette subire in quei cinque anni di assoluto terrore, nel corso dei quali i talebani furono liberi di compiere ogni genere di orrori inenarrabili praticamente indisturbati. Essi continuarono ad infierire sulla città fino al 2001, quando vennero costretti ad abbandonare Kabul per via degli intensi bombardamenti americani.
Da allora Kabul versa in uno stato di profonda incertezza: a Kabul oggi si cammina sul filo di lana, ogni elezione è un’occasione per un nuovo attentato, ed i segni di una guerra ancora in atto (checché ne dicano i giornali e le cronache propagandistiche) si sentono eccome. Negli ospedali gremiti di feriti, per le strade, negli hotel che assomigliano più a fortezze d’altri tempi che a strutture recettive. E l’unica certezza è che il calvario, per il popolo afgano, sia tutt’altro che finito. Anche se non se ne parla quasi più.
Soggiornare a Kabul
Kabul, vista la sua storia recente ed i costanti disordini che ancora affliggono la città, non è esattamente una delle mete turistiche più rinomate del globo. In cinque anni di sanguinosa dominazione, i talebani hanno fatto letteralmente collassare l’industria turistica locale, già non fiorente, a tal punto che sono rimasti ben pochi gli hotel ad operare sul suolo della capitale afgana, i quali tra l’altro lavorano quasi unicamente con clienti in viaggio per lavoro. Insomma, la prospettiva iniziale di un’ipotetica vacanza da queste parti non lascia presagire esattamente le migliori premesse.
Nonostante questo, Kabul possiede diversi luoghi di grande interesse che meriterebbero una visita; che stiate partendo alla sua volta per questa ragione, o per un più probabile viaggio d’affari, può essere utile sapere quali sono gli hotel migliori della zona fra quelli rimasti ancora attivi. Al primo posto della lista figura il Serena Hotel, una struttura a cinque stelle edificata nel 1945, che rappresenta probabilmente il meglio che l’industria alberghiera di Kabul è in grado di offrire.
Il diretto concorrente del Serena è il Safi Landmark Hotel & Suites, un altro hotel in per il quale la sicurezza non è mai troppa, visti i diversi “check points a prova di proiettile” che è necessario superare per accedervi.
Un’altra struttura che gode di buona fama da queste parti è il Kabul Star Hotel, di livello leggermente inferiore rispetto ai primi due dal punto di vista qualitativo, sebbene rimanga una validissima soluzione da prendere in considerazione nel caso si dovesse soggiornare in città.
Per ulteriori informazioni e consigli sulle strutture alberghiere potrete consultare la guida Soggiornare a Kabul.
Cosa vedere a Kabul
Kabul è una città che ha pagato, e sta continuando a pagare, lo scotto della guerra in maniera molto pesante. Nonostante questo, la capitale afgana è riuscita a conservare alcuni dei suoi più grandi luoghi di interesse. Ecco quali sono i principali:
National Museum of Afghanistan
Il National Museum of Afghanistan, conosciuto anche come Museo di Kabul, è il museo nazionale dell’Afghanistan, e si trova a Sud-Ovest della capitale del Paese. La costruzione di questo museo venne terminata nel 1922, ed al suo interno era un tempo custodita una delle più grandi collezioni in assoluto di tutta l’Asia Centrale, che contava oltre 100.000 reperti archeologici. Tuttavia in seguito alla caduta del Presidente Naijbullah, la struttura fu soggetta a numerosi furti che finirono col derubare il museo di circa il 70% dei suoi reperti; quindi essa venne utilizzata quale base militare, e nel 1994 subì un violento attacco missilistico che la distrusse quasi completamente, danneggiando anche la sua collezione residua.
Fortunatamente molti dei reperti erano già stati portati in salvo all’interno di speciali contenitori metallici, e tornarono ad essere annoverati fra la collezione a disposizione del museo nel 2004. Di recente l’UNESCO e l’Interpol si sono impegnate per far sì che molti degli oggetti sottratti al National Museum of Afghanistan, ed esposti in altre parti del mondo (come nei musei di Londra ed in Germania) potessero tornare al loro legittimo proprietario. Nel 2012 inoltre un’azienda spagnola ha vinto il concorso per la progettazione della nuova sede del museo.
Il National Museum of Afghanistan può contare ancora su numerosi reperti risalenti ai primi periodi del buddismo e dell’islam, e tra le sue numerose esposizioni, oltre al materiale archeologico consistente in affreschi, statuette, sculture, utensili, gioielli ed oggetti di varia natura, può vantare un’ampia collezione numismatica. Si stima siano circa 30.000 le monete contenute nelle teche di questo museo, sebbene questa esposizione non sia attualmente aperta al pubblico. Il National Museum of Afghanistan possiede inoltre un’ulteriore collezione ad oggi ancora in viaggio per i musei di tutto il mondo, e che avrà come tappa ultima proprio il ritorno a Kabul.
I Giardini di Babur
I Giardini di Babur sono una delle principali attrazioni di Kabul, e si tratta di un parco storico fatto costruire attorno al 1528 dall’imperatore Babur, primo regnante della dinastia Moghul, quale luogo ove essere sepolto dopo la morte. I giardini si trovano su una delle numerose colline nei dintorni della città, ed il loro aspetto è stato più volte alterato nel corso dei secoli (l’emiro Abdur Rahman Khan vi fece addirittura costruire, a partire dal 1880, un padiglione ed una residenza per la moglie).
E’ tuttora in atto un’opera di restaurazione per riportare i giardini alle loro sembianze originali, dotandoli al contempo delle comodità offerte dalla modernità, come il sistema d’irrigazione d’avanguardia che è stato installato per mantenere verde e rigogliosa la flora locale.
Moschea Shan-Do Shamshira
La Moschea Shah-Do Shamshira è un importante sito religioso di Kabul, che sorge non distante dai Giardini di Babur, sulle sponde del fiume Kabul. Questa moschea venne realizzata nel corso degli anni ’20 del XX secolo quando la reggenza del Paese era affidata ad Amanullah Khan, e non distante da essa si trova anche la tomba del generale Chin Timur Khan, di stirpe Moghul, nonché cugino del leggendario imperatore Babur.
La Moschea Shah-Do Shamshira è stata realizzata secondo un design innovativo che si discosta molto da quello delle moschee tradizionali; è infatti articolata su due piani, presenta un accesso staccato dal corpo principale dell’edificio, che è invece a base quadrata, ed è stata decorata con stucchi italiani. Le caratteristiche uniche nel suo genere di questo peculiare luogo di culto hanno spinto molti a considerarla un esempio di “barocco afgano”.
Questa moschea prende il nome da un famoso condottiero arabo che perì nel corso di una guerra per la conquista della città nel VII secolo. Egli era solito utilizzare due scimitarre sul campo di battaglia, e proprio per questa ragione la moschea venne chiamata “Shah-Do Shamshira”, ovvero moschea “del Re dalle due Spade”.
Dove e cosa mangiare a Kabul
Le tradizioni gastronomiche di Kabul si rifanno molto a quella che è la cucina afgana in generale, tant’è che oltre ad essere la capitale politica e culturale del Paese, Kabul racchiude in sé anche gran parte delle tradizioni culinarie tipiche dell’Afghanistan. In particolare la cucina di Kabul è stata molto influenzata dalla sua posizione geografica, racchiusa all’interno di alte catene montuose, e dal fatto che la città ha rappresentato per lungo periodo un importante snodo commerciale, e ciò l’ha messa in contatto con culture-e cibi-differenti da quelli locali. In particolare è molto radicato da queste parti il consumo del tè, retaggio cinese, e l’utilizzo di spezie, caratteristica questa tipica della cucina indiana.
Le carni più consumate a Kabul e dintorni sono quelle di pecora, capra e montone, ed una posizione molto importante nell’offerta gastronomica del Paese è rappresentata dal riso; in particolare, il riso proveniente da Herat è unanimemente considerato il migliore in termini qualitativi. Qui sono molto consumati anche i formaggi ed i prodotti a base di latte, come il quroot, il cosiddetto yogurt salato che viene lasciato riposare al sole, cosicché possa conservarsi meglio prima di essere rinvenuto con l’ausilio di acqua calda.
Rimanendo nell’ambito degli yogurt, il masht è quello fresco, fatto in casa e condito con menta e cetrioli, mentre il formaggio di yogurt viene comunemente utilizzato come sostituto della panna acida. Il quaymagh è un altro prodotto a base di latte che viene accompagnato da pane e zucchero, e rappresenta uno degli alimenti più consumati a colazione in tutto l’Afghanistan.
Piatti certamente degni di una menzione sono anche il chalau ed il pilau, preparati con riso persiano (alternativamente basmati) che viene precotto e cucinato all’interno di una pentola coperta da un panno, e dandogli la sua caratteristica forma “a vulcano”. La differenza tra il chalau ed il pilau sostanzialmente è che il pilau viene condito con gli alimenti più disparati: si va dagli spinaci allo zafferano, alla carne di pecora o montone, al pollo; fino all’utilizzo di scorze d’arancia, mandorle e pistacchi per insaporire il piatto.
Molto consumate da queste parti sono anche le zuppe, come la cosiddetta “zuppa in teiera”, così chiamata perché veniva preparata proprio all’interno di teiere rotte ed opportunamente riparate, mentre il kabab (o kebab) è uno dei piatti tipici mediorientali più conosciuti al mondo, ed a Kabul viene consumato prevalentemente nelle sue versioni chapli kabab (consumatissimo in pakistan), jujeh kabab, chenjeh kabab e seena kabab.