Nell'altopiano di Lavarone ci sono sentieri abbastanza facili da percorre, adatti a tutti e solo a tratti prevedono qualche salita ripida, da fare con calma. I sentieri e le tappe della mia uscita in montagna sono stati il lago di Lavarone, il Giro del Tablat, il Forte Belvedere, il cimitero di Slaghenaufi e il Giro dei Piccoli con ritorno al lago.
Il lago di Lavarone non è molto grande, ma abbastanza per permettere a piccole imbarcazioni di muoversi nell'acqua. Tutt'attorno si sono persone che passeggiano o che, come in una spiaggia, prendono il sole.
Il Giro del Tablat, come anche quello dei Piccoli ha avuto degli imprevisti: i sentieri erano chiusi dagli alberi abbattuti dall'uragano nell'ottobre 2018. Ciò nonostante il nostro percorso è continuato su sentieri aperti, o su tratti di strada asfaltata.
I paesaggi che si aprivano davanti a noi erano davvero molto belli. Quasi tutte le nostre passeggiate sono state accompagnate dal profumo dei ciclamini che spuntavano ovunque: lungo la strada, sulle rocce, tra le cortecce di alberi abbattuti o sotto le radici di quelli rovesciati dal vento. Alcuni cartelli, disposti lungo un tratto del sentiero, ci hanno dato indicazioni sulle piante medicamentose presenti: l'iperico, ottimo su piaghe e scottature, capace di calmare i dolori reumatici e le sciatalgie e la depurativa e diuretica bardana.
Il Forte Belvedere, a 1.177 metri d'altezza, posizionato sulla roccia, nel suo esterno mostra le postazioni dei soldati, all'interno si può visitare il museo della Grande Guerra. Il grigiore, nel suo complesso, dà tanta tristezza.
Il cimitero militare Austro-Ungarico di Slaghenaufi, nel comune di Lavarone, in provincia di Trento, si trova non molto distante da un ospedale militare da campo austro-ungarico in cui prestavano il loro servizio i Cavalieri di Malta.
A Slaghenaufi, a 1280 metri di altezza riposano le salme di 748 soldati caduti sul fronte, molti dei quali sono stati sepolti con rito funebre già durante il conflitto mondiale, celebrato nella cappellina in legno. Grazie al rifacimento del 1954 e il restauro del 1992 veglia silente sui soldati. In assenza di celebrazioni particolari, la si può vedere solo esternamente.
Grazie a degli accordi tra il Commissariato Generale Onoranze Caduti in Guerra e la Croce Nera Austriaca, il cimitero mantiene ancor oggi le caratteristiche iniziali.
Qua e là accanto alle croci si possono vedere i segni di amicizie e parentele che anche se lontane nel tempo hanno lasciato un fiore, una candela e forse anche una preghiera.
Mi sono piaciuti i paesaggi e le passeggiate in mezzo al verde, il profumo dei ciclamini e la cura dei fiori nelle case, nelle strade e nei prati, il muggito e i campanacci delle mucche, la cordialità della gente, i giorni di sole e il silenzio della notte, tutte situazioni di pace e di calma.
Difficile è dire che cosa non è piaciuto, ma qualcosa c'è, senza colpa di nessuno, ma c'è. I sentieri impercorribili non sempre erano segnati all'inizio e dopo essersi inoltrati bisogna tornare indietro. A volte le indicazioni nei cartelli erano scarne. Mi sarebbe piaciuto conoscere l'altitudine o i km dalla meta.
Consiglierei a chi vuol trascorre qualche giorno sull'altopiano di Lavarone di munirsi di cartine con le indicazioni per percorsi alternativi, di portare con sé bastoni, acqua (qualche fontana c'è, ma non sempre è garantita la potabilità). Il cellulare prende abbastanza bene, ma Google map non riconosce le strade dei sentieri e non dà indicazioni.