La Grecia è una delle terre più evocative che esistano al mondo. Quando si parla della Repubblica Ellenica, infatti, le immagini che affiorano dal preconscio sono molteplici, e tutte enormemente suggestive: la nascita delle prime forme di democrazia, le Guerre Persiane e la Battaglia delle Termopili (eroici Leonida ed i suoi impavidi 300, senza ombra di dubbio, ma talvolta viene dimenticato il ruolo di fondamentale importanza svolto dagli altri contingenti greci accorsi in supporto delle truppe spartane), la filosofia e, nella fattispecie, il favoloso trittico Socrate–Platone–Aristotele; tre menti favolose, per un continuum d’eccellenza allievo-maestro di certo senza precedenti nella Storia, e probabilmente anche senza antecedenti.
Ed Aristotele, l’ultimo fra i tre, di chi fu maestro? Non riuscì nell’impresa di formare un filosofo della stessa levatura, ma il suo maggiore lascito al mondo (in quanto a tutoraggio diretto, poiché se dovessimo parlare di idee non finiremmo più) è di ben altra natura, prettamente bellica ma non solo: si tratta di Alessandro Magno. Sebbene i due fossero politicamente agli antipodi (Aristotele era ancora molto legato alla vecchia concezione di polis, mentre il sogno dell’ambizioso Alessandro era di conquistare il mondo intero) non c’è dubbio che il giovane principe macedone beneficiò, e non poco, degli insegnamenti dell’esimio filosofo di Stagira. Anche in età adulta.
Poi ci sono i monumenti: gli antichi templi, fra i quali spicca su tutti il Partenone, emblema stesso del mondo ellenico; per non parlare inoltre della mitologia, rivista in ogni salsa persino da cinema e televisione ai giorni nostri, sebbene non di rado in maniera banalizzante. Insomma, la Grecia è innanzitutto sinonimo di arte, Storia, miti e cultura. E non potrebbe essere altrimenti. Ma non è soltanto questo.
Nel corso di una visita ad Atene infatti, dopo una radicale immersione nel suo glorioso passato, si potrà sentire l’esigenza di praticare forme di svago un po’ più prosaiche. Magari tuffandosi nella vita notturna della città. Non dobbiamo infatti dimenticare che Atene è una meta turistica molto ambita, e la città si è di conseguenza attrezzata ottimamente per andare incontro alle esigenze di ogni avventore.
Non bisogna dimenticare poi che gli stessi greci sono grandi amanti della vita by night, ed i posti dove tirar tardi, nella capitale greca, non mancano di certo. Uno di questi è senz’altro Gazi. Noto come “il quartiere che non dorme mai“, Gazi copre un’area di ben 30.000 metri quadrati ed ospita 20 teatri, nonché oltre 60 fra ristoranti, bar, osterie e locali notturni, ai quali vanno aggiunti un cinema all’aperto ed uno strip club.
Gazi fu rivalutato dal 1999 (poiché prima non era esattamente uno dei luoghi più frequentati) grazie all’inaugurazione di Technopolis, un singolare ma riuscitissimo ibrido fra il pacato grigiore dell’industrializzazione (era infatti originariamente lo stabilimento del gas di Atene) e le tinte sgargianti e festose della mondanità. Technopolis infatti, oltre ad essere sede di mostre ed esposizioni, è anche un vero e proprio polo culturale, ed ospita numerosi eventi dedicati all’intrattenimento (sia diurno che notturno) come ad esempio l’European Music Summer Day. E’ inoltre il quartiere generalmente più frequentato da artisti ed intellettuali.
Può essere utile anche sapere che il quartiere di Gazi, oltre ad essere conosciuto per Technopolis, è anche l’epicentro della scena gay di Atene. Nonostante nei tempi antichi la Grecia sia sempre stata affine all’omosessualità, al punto di incentivare la stessa pederastia fra l’erastes (l’amante) e l’eromenos (l’amato), che fu un fenomeno sociale largamente diffuso in epoca classica (basti pensare a Zeus e Ganimede, Apollo e Giacinto, Eracle e Iolao, gli esempi si sprecano), e l’amore fra due membri dello stesso sesso fosse messo sullo stesso piano di quello tra uomo e donna, se non addirittura in una posizione ancora più elevata (l’esempio per antonomasia in questo caso è forse il legame fra Alessandro ed Efestione, uno degli amori più avvincenti e commoventi di cui la Storia abbia testimonianza), l’avvento del cristianesimo ha fortemente minato la libertà sessuale dei greci.
Con la dominazione ottomana poi, essa è stata radicalmente estirpata, dando origine a forme di omofobia che ahimé in parte sopravvivono ancora oggi. Solo in seguito alla caduta del tristemente famoso Regime dei Colonnelli tornò a vigere un regime di tolleranza nei confronti degli omosessuali, anche se in proporzione estremamente ridotta rispetto al passato.
Tuttavia quartieri come Gazi per l’appunto, ma anche Keramikos ospitano molti locali, prevalentemente notturni, normalmente utilizzati come luogo di incontro dai gay di tutta la Grecia. Non aspettatevi però insegne esaustive all’ingresso, poiché spesso non sempre sono segnalati come locali “esclusivamente omosessuali”, anche perché non è affatto raro trovarci molti etero arrivati fin lì esclusivamente per divertirsi, senza badare all’orientamento sessuale. Niente ghettizzazione quindi, il tutto è vissuto in maniera spesso molto “mischiata” all’insegna della normalità, come probabilmente dovrebbe essere.
Gazi, nonostante la sua frizzante vita notturna, può comunque rivelarsi un quartiere particolarmente tranquillo, adatto anche ad una serata all’insegna di un programma più tradizionale come possono essere aperitivo e cena fuori, in un ristorante sobrio ed accogliente. In quel quartiere la maggior parte dei ristoranti sono ancora a gestione familiare, ed offrono antipasti ottimi e molto abbondanti, ed una calorosa atmosfera dai toni casalinghi.
Anche il quartiere della Plaka ha un’accesissima vita notturna, ma è molto spesso congestionato, entrando in un bar di sera riuscire a trovare un posto libero dove sedersi può risultare un’impresa, e gli stessi negozianti ne approfittano per imporre prezzi particolarmente turistici.
In realtà non è affatto sconsigliabile anzi, di per sé è meraviglioso sia di giorno che di notte, ma è bene sapere che, frequentandolo nelle ore notturne, si potrà provare la sensazione di essere al centro di una vera e propria diaspora. Se amate i posti gremiti di folla e di casino, per dirla senza circonlocuzioni di sorta, allora rimane una meta assolutamente consigliata, dalle dieci di sera pressapoco fino al mattino successivo.
Un’altra zona fortemente consigliata da molti, e non a torto, è quella compresa fra Piazza Syntagma e Monastiraki, dove si potranno trovare discoteche, live club, caffè e bar all’aperto, praticamente un’assortimento di locali di ogni genere, per tutte le esigenze. Caratterizzata da ottime sonorità, che vanno dalla techno al jazz, dal rock al soul, l’area offre posti imperdibili come il Capou Bar o il The Booze Cooperativa, realtà molto differenti da posti come lo sponsorizzatissimo bar Galaxy situato in cima all’Hilton Hotel; ma se volete vivere la Grecia, e non semplicemente una sorta di filiale di Porto Cervo (benché la vista sull’Acropoli da lì sia effettivamente magnifica, pur essendo giusto una goccia di “Atene” in un oceano di orpelli), questi sono i luoghi da visitare.
Un capitolo a parte è da dedicare ai Bouzoukia. Ma prima di addentrarci in questa particolarissima e spettacolare abitudine greca, c’è da sottolineare per bene un concetto: come detto in precedenza, i greci amano la vita notturna. E qui si vuole intendere il concetto d’amore nella sua forma più pura ed inconcepibile dall’umano intelletto; è come se le loro stesse anime, prima di tornarsene nell’Iperuranio, per citare Platone visto che siamo in tema, avvertissero l’irresistibile impellenza di farsi un ouzo al bar alle tre di notte. E poi un altro, ed un altro ancora fino alle cinque di mattina.
Quante volte vi sarete sentiti dire nella vita “…ma torna entro le dieci e mezza, altrimenti non esci più per due settimane!“, oppure “…se entro mezzanotte non sei a casa, giuro che ti sequestro la play station!“, o ancora “se per mezzanotte non riporti la macchina, è la volta buona che non te la faccio più usare!“? Questo piccolo preludio di aneddoti serve semplicemente come raffronto rispetto a ciò che si potrà trovare ad Atene. Lì infatti tra si cena orientativamente fra le 9:00 e le 11:00 e si esce per mezzanotte, tornando spesso all’alba.
Non si parla però dei soli giovani, e qui viene il bello: è un’abitudine consolidata di tutta la popolazione, compresi non di rado vecchi e bambini.
Il Bouzoukia, e qui arriviamo finalmente al nocciolo della questione, non è altro che il parossismo più fulgido e coreografico dell’attitudine greca alla movida notturna. E’ molto difficile da spiegare per chi non c’è mai stato, e chi ha avuto la fortuna di assistervi lo sintetizza pressapoco così, alla buona: immaginate un gruppo o un cantante come possono esserlo la Pausini, Ligabue o i Negramaro (non che sia un fan della musica italiana, cito esempi di artisti nostrani semplicemente perché possiate farvi un’idea immediata della caratura dei personaggi in questione, andrebbero benissimo anche un Bryan Adams o un Bruce Springsteen per dirne due a me più congeniali), e metteteli in un’enorme discoteca, ospitante letteralmente centinaia di tavoli.
Fatto ciò, pensate alle donne di tutti i giorni, quelle più normali che vi possono venire in mente: la vostra fidanzata, vostra sorella, la cassiera del supermercato vicino a casa, la maestra che avevate all’asilo, persino voi stesse (in caso siate donne e vi riconosciate nell’identikit); ora infilate loro addosso degli abitini in grado di aprire nuove frontiere sul significato di “succinti“, e mettetele a ballare (qualcuna magari sopra le tavolate), preda di atteggiamenti quantomeno disinibiti, a voler essere leggeri.
Condite il tutto con piogge floreali, principalmente a base di garofani, piatti frantumati e fiumi, anzi inondazioni di alcool, sulle note di musica d’autore che suona, suona…senza fermarsi mai.
Se ci sarete riusciti, potrete esservi fatti una vaga idea di cosa sia effettivamente un Bouzoukia. Sintetizzando, potremmo classificarlo come una sorta di ibridazione fra il Capodanno ed un Carnevale, concentrati in un evento unico all’interno di un ampio locale, con grandissimi nomi della musica ad allietare il vostro udito inebriato.
Giudizi? Nessuno. Si tratta del Bouzoukia, non si giudica: si fa. Il tutto non è ovviamente lasciato alla più completa anarchia, i controlli ci sono, così anche il buonsenso dei partecipanti. Si tratta semplicemente di massicce dosi di divertimento e spensieratezza, alla greca. Sì, perché trattasi di… un evento? Una manifestazione? Una tradizione? In fin dei conti è tutto questo insieme ed anche di più, categorizzarlo risulta veramente difficile; possiamo archiviarla come “cosa greca“, e tale rimarrà sempre. Se l’idea ha stuzzicato le vostre fantasie e vorrete approfondire, non vi resta che recarvi ad Atene e provare di persona.
Certo, c’è da chiarire subito che non si tratterà affatto di una nottata all’insegna del risparmio: si entra verso le 22:00 e si esce attorno alle 8 di mattina, prenotare un tavolo costa sui 70 euro, e nel corso della serata ci sarà da mettere più volte la mano al portafoglio, a meno che non si voglia rimanere con la gola secca. Ma chi c’è stato, assicura che sono soldi che non avrebbe potuto spendere in maniera migliore.
La chiusura spetta di diritto alla primadonna della città. Stiamo parlando dell’Acropoli, l’emblema stesso della città, che talvolta può rimanere aperta anche nel corso delle notti estive. Uno spettacolo da vedere assolutamente si presenta durante il plenilunio, in occasione del quale l’Acropoli terrà i propri battenti spalancati per concedere a chi vorrà raggiungerla, sulla sommità del costone roccioso ove ha dimora, una delle esperienze più intense che si possano sperimentare ad Atene: la luna che brilla in tutta la sua magnificenza, enorme e rotonda nel cielo notturno, e le rovine della civiltà che fu la culla dell’intero Occidente alle proprie spalle.
Da brividi. Nonostante le calde estati ateniesi.