Cinque Torri: un’immersione nella natura

L'uscita alle Cinque Torri non aveva altro obiettivo che immergerci nella natura e gustarne la bellezza. Una giornata di relax lontano dalle mille cose da fare quotidianamente.

Cinque Torri: un’immersione nella natura
Data e giorni
Luglio 2020 - 1 giorno
Tipo di viaggio
Montagna
Partecipanti
4
Costo totale
200 €
Mezzi di trasporto
Auto
TAPPA 1
La bellezza della natura

Il viaggio è iniziato in auto: dalla Pianura Padana alle alte montagne delle Dolomiti. Lasciata l'auto al parcheggio del rifugio Fedare abbiamo guardato la seggiovia salire e ci siamo detti perchè non salire a piedi? Sarà una fatica, ma alla fine saremo soddisfatti. E così abbiamo fatto. Lungo il tragitto si aprivano visioni sempre diverse e nomi conosciuti: Marmolada, Monte Civetta, Monte Antelao, Monte Pelmo chiamato anche, per la sua forma, "Caregon del Signore".

Verde tra le Dolomiti

Bellissimi i fiori che, insieme al verde, tappezzavano la poca terra che rimaneva prima di lasciare libero spazio alla roccia. Ce n'erano di tutti i colori e di tutte le forme, a parte qualche grossa margherita, quasi tutti di piccole dimensioni. Arrivati al rifugio Averau, là dove finisce la corsa della seggiovia, ci aspettava un tappeto di papaveri gialli, una meraviglia! In mezzo alla distesa gialla foggiava un papavero arancione.

Papaveri gialli

Dai fiori lo sguardo è passato alle Cinque Torri e la prima fatica che dal rifugio Fedare ci ha portati al rifugio Averau era già dimenticata. Davanti a noi picchi di roccia, 5 i più rilevanti, uno dei quali, la Torre Trephor, qualche anno fa ha ceduto al peso degli anni ed è crollata.

Il bianco della Marmolada

Salendo abbiamo notato chi saliva al Monte Nuvolau, fin da subito abbiamo deciso che quella sarebbe stata un'altra storia.

TAPPA 2
Visita al Museo della Grande guerra

Per visitare il museo della Grande guerra basta seguire le trincee, lungo il percorso si trovano le postazioni delle mitragliatrici e quelle per l'artiglieria. Non ci sono oggetti particolari da vedere, se non in qualche modesto rifugio in legno lasciato tra le rocce. C'è più di ogni altra cosa un luogo di vita, una cornice ai giorni vissuti dai sodati.

Soldati pronti a sparare

Il sali scendi, a volte a noi faticoso, deve essere stato ben più pesante per chi non si trovava in questi posti per una gita spensierata, ma per la guerra. Questa la domanda che mi frullava dentro "Il paesaggio stupendo avrà addolcito il loro sacrificio?". 

Rifugio dei soldati

Alzando lo sguardo dalle trincee alle Cinque Torri ci si accorge che c'è ancora chi si mette in gioco provando un'altra fatica: scalare le Torri utilizzando spaghi e picchetti.

Scalatore solitario

Ultima tappa dell'escursione è stato il rifugio Scoiattoli per un caffè, quindi siamo tornati al rifugio Averau e scesi a valle o meglio in pianura.

Cosa mi è piaciuto

Il paesaggio nel suo insieme è indescrivibile: merita alzarsi presto, merita la fatica, merita qualche sacrificio. Le montagne sono stupende, i fiori incantano, l'aria che si respira è pura, la gente che incontri nella fatica è, chissà perché, sempre cordiale. Ottimi i rifugi, con personale disponibile e attento, servizi disponibili a tutti.

Cosa non mi è piaciuto

Mentre salivo, guardando alla seggiovia con molti posti vuoti pensavo che, forse, se il costo fosse minore qualche persona in più potrebbe permettersi di salire ed ammirare tanta bellezza. Spesso a bloccare chi ha poche possibilità economiche sono proprio i costi. A conti fatti qualche persona in più sarebbe una soddisfazione più grande per gli operatori.

I consigli di Marilena Carraro

Consiglio a tutti di avere scarponi comodi e non usurati, di vestirsi a cipolla. Dentro lo zaino deve esserci l'essenziale: spazio per la giacca non indossata, per l'acqua, un po' di frutta e qualche caramella di zucchero. Il telefono? La linea prende abbastanza bene nei rifugi, ma devo dire anche che l'ho utilizzato davvero poco. Per un giorno è possibile!

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