Non potevo propporre un itinerario in bicicletta in Abruzzo trascurando la Majella; gli abruzzesi la amano e a volte la verenano, la riconoscono come montagna madre che li rende tutti fratelli.
Noi partiremo dalla costa francavillana, una localià vicina sia a Pescara che a Chieti, che si affaccia sull'Adriatico tra le foci dell'Alento e del Foro, per arrivare a contemplare la grande madre abruzzese, la Majella, dopo un percorso relativamente breve, percorrendo un paesaggio molto vario e affascinante.
A Francavilla al Mare è consuetudine per i ciclisti ritrovarsi per le loro passeggiate in piazza della stazione, che si trova vicino al Museo Michetti che il 23 luglio scorso ha festeggiato il 63° Premio Michetti, dove in mostra vi sono stati alcuni interpreti della Pop Art italiana insieme a giovani artisti che - per il loro linguaggio, i temi che affrontano e le loro scelte poetiche - offrono un'interessante visione dell'evoluzione di Michetti dopo oltre cinquant’anni dalla sua nascita.
Francavilla è di origine altomedioevale, distrutta durante la seconda guerra mondiale; oggi è una rinomata località turistica. Da vedere la moderna parrocchiale di S. Maria Maggiore e i palazzi di epoca fascista.
A Francavilla, in Agosto, si tiene l'evento "La notte dei fuochi", un appuntamento annuale - ormai da molte estati - che "apre il suo cielo" ai fuochi d'artificio che hanno come sfondo il mare illuminato dagli stessi e alle maestranze locali in una suggestiva serata d'agosto; lo spettacolo pirotecnico può essere il pretesto per una serata romantica o per stare con gli amici.. sta a voi scegliere!
Ma ritornando alla nostra route, dalla piazza della stazione abbiate cura di immettervi sulla SS 263 Val Di Foro. Procedendo lungo questa strada noterete come, mentre abbandonate alle vostre spalle il caos della giovane città marina, delle giostre meravigliose di colori e sensazioni incanteranno i vostri occhi.
Con una dolce salita, la strada vi condurrà a Fara Filiorum Petri, un tipico paesino collinare (210m) che sorge a ridosso del fiume Foro.
Lungo le strade che dalla collina salgono verso la Maiella si erge Fara Filiorum Petri. La leggenda vuole che tale nome sembri derivare da un tal Pietro Castaldo che, amministratore di un appezamento di terreno di proprietà di una nobile famiglia longobarda, lo ebbe ricevuto in dono dalla famiglia stessa in segno di gratitudine e riconoscenza. Pietro allora decise di chiamare quel pezzo di terreno Fara Filiorum Petri, ossia "nucleo dei figli di Pietro".
La posizione arroccata è consegueza del carattere strategico di epoca altomedioevale. Il viaggio faticoso è ripagato dalla bellezza dei posti, dai panorami infiniti della montagna e dal paesino che è riuscito a conservare integre le propre tradizioni senza per questo rinunciare alla qualità della vita.
E' molto sentita in paese la tradizionale rievocazione storica "Fara Langobardorum" che ricrea scene e momenti di una vita quotidiana tradizionale alla Fara longobarda, con angoli caratteristici, personaggi storici, musica e cibo.
Così, passeggiando per Fara, lungo un percorso "obbligato" potreste imbattervi in artigiani, quali orafo, maniscalco, armaiolo, panettiere, barbiere, vasai, tutti in ambienti ed abbigliamento longobardo. Troverete una zecca dove cambiare l'attuale euro all'antico "ducato" e locande dove gustare i piatti tipici longobardi e rigorosamente biologici.
Fara Filiorum Petri, però, è nota soprattutto per la festa delle "Farchie" che si tiene ogni anno il 16 gennaio, in onore di Sant'Antonio.
Superato Fara Filiorum Petri, procedete in direzione Pretoro; da qui si inizia a scorgere la maestosità della Majella.
Il nome Pretoro, derivante da "pietra"', fa intendere che ci troviamo in piena montagna: il territorio è brullo, impossibile da coltivare, ma di un fascino tutto particolare, lo stesso del massiccio su cui si adagia.
I suoi abitanti, specializzati nella lavorazione raffinata del legno, si impegnano a curarla con una premura particolare.
A Pretoro troviamo la chiesa di San Nicola in stile barocco, che conserva al suo interno un gruppo di terracotta dedicato alla Pietà ed una croce, appartenente all'area culturale di Nicola da Guardiagrele. La parrocchiale custodisce una statua in legno della Madonna, denominata "Madonna della Mazza". Vi sono, inoltre, i ruderi del castello di Cantelmo.
Inutile dire che i paesaggi che si trovano in questo posto non sono neppure descrivibili, per quanto magnifici sono.
L'armonia tra i colori, una fittaglia di alberi che rilasciano un profumo di aria fresca e genuina, l'incanto dei dirupi che formano le vallate scoscese della majella, sono solo una parte di ciò che offre questo posto.
La route è medio-difficoltosa. La giornata è impegnativa e già di per sé è una cosa che a me personalmente piace molto, ma la cosa che mi ha attratto di più è il ritorno al caos della festa dei fuochi di Francavilla con tantissime persone e tantissimi posti in cui andare a divertirsi da una giornata alla ricerca della quiete e della calma e dell'inebriante profumo di aria pulita che solo la montagna riesce a dare. Ottimi gli spazi percorsi. In poco tempo si passa dalla montagna al mare.. a dir poco favoloso!
Un tasto dolente di questa giornata è l'energia fisica: una giornata in cui si hanno sbalzi di pressione, sforzi fisici ed alimentazione non adatta, può mettere a serio rischio le nostre energie, soprattutto per quelli che come me non si accontentano mai e la sera decidono anche di andare a fare serata...
Vestitevi a strati e portatevi qualche maglione da indossare la sera, sia in montagna che al mare. Per i più attrezzati consiglio le maglie termiche, facili, comode e veloci. In più, non dimenticate una borraccia con acqua fresca (che poi potrete riempire alle sorgenti) e per i più deboli degli energizzanti. Un grande saluto e alla prossima avventura!