Il Castel Nuovo, meglio conosciuto come Maschio Angioino, è uno degli edifici più famosi di Napoli, noto in tutto il mondo per aver recitato un ruolo da protagonista, durante gli oltre 7 secoli dalla sua edificazione, nella storia della città.
La costruzione del Maschio Angioino iniziò nel 1279, sotto il regno di Carlo I d’Angiò, dal progetto dell’architetto francese Pierre de Chaule; oltre a residenza reale, il castello ebbe sin da subito il ruolo di fortezza, grazie alla sua posizione strategica. Sotto il regno di Roberto D’Angiò, il Maschio Angioino divenne uno dei centri culturali più importanti di Napoli, ospitando personaggio del calibro di Giotto, Petrarca e Boccaccio. Anche gli Aragonesi, che successero agli Angiò, stabilirono qui la loro residenza; con Alfonso I, inoltre, fu costruito lo splendido Arco di Trionfo, situato tra la Torre di Mezzo e la Torre di Guardia.
Il suo ruolo di fortezza viene ad evidenziarsi proprio con gli Aragonesi, perdendo man mano quello di residenza reale; fatto, questo, evidenziatosi ancor più con le successive dominazioni francesi, spagnoli e austriache, fino all’arrivo dei Borbone, che attorniarono il castello di case e depositi di vario tipo.
Possiamo legittimamente supporre, comunque, che la forma attuale (dopo il restauro di inizio Novecento) si sia configurata sotto gli Aragonesi: la struttura trapezoidale, attorniato da una cortina di tufo all’interno della quale si inseriscono cinque torri cilindriche; si nota anche un certo influsso catalano nella sua costruzione, come il porticato ad arcate ribassate e la scala esterna in piperno.
Descrizione
All’interno del complesso notiamo innanzitutto la splendida Cappella Palatina, affrescata da Giotto e i suoi allievi con le storie del Vecchio e del Nuovo Testamento, in cui troverete il bellissimo Tabernacolo con la Madonna e il Bambino, capolavoro del Rinascimento napoletano del Cagini, e le due Madonne con il Bambino di Francesco Laurana.
Ammirerete poi la famosa Sala dei Baroni, anch’essa affrescata da Giotto, con il meraviglioso balcone “Trionfale”, che era la sala principale del castello; deve il suo nome al fatto che qui, nel 1486, furono arrestati i baroni che avevano preso parte alla congiura contro Ferrante I d’Aragona. Al di sotto di quest’ultima, si trova invece la Sala dell’Armeria (dalla funzione a cui era un tempo adibita), dove sono stati rinvenuti reperti dell’epoca romana databili tra il I sec. a.C. e il V sec. d.C.
Da menzionare, poi, sono le altre due cappelle, quella del Purgatorio e quella di San Francesco di Paola. La prima fu realizzata nel 1580-81, sotto il dominio spagnolo; la seconda risale al secolo precedente, ed ospitò proprio il famoso santo calabrese.
Nei sotterranei, troviamo la fossa del coccodrillo, utilizzata come deposito del grano, ma anche per segregare i prigionieri che meritavano pene più severe. Leggenda narra che spesso i carcerati svanivano nel nulla, e solo dopo si riuscì a capirne il motivo: un coccodrillo che entrava da una fessura e trascinava in mare i malcapitati; scoperto il fatto, i prigionieri ‘scomodi’ venivano mandati qui e fatti magicamente sparire. Affianco alla fossa dei coccodrilli, troverete anche la fossa dei Baroni, con le quattro lapidi prive di iscrizioni che, però, sono probabilmente dei baroni che presero parte alla congiura.
Per chiudere, citiamo la magnifica Porta Bronzea situata all’ingresso del castello, commissionata a Guglielmo Monaco da Ferrante I d’Aragona (1475), per celebrare la sua vittoria contro Carlo I d’Angiò e contro i congiurati: presenti, infatti, sei bassorilievi che narrano i momenti salienti della guerra contro gli angioini.
Particolarmente famosa è la palla di cannone incastrata nella lamiera, nella parte inferiore a sinistra; non se ne conosce il motivo ufficiale, ma si suppone che ciò fosse dovuto al fatto che questa Carlo VIII l’avesse trafugata come ‘bottino di guerra’ e che la sua flotta fosse stata attaccata dai genovesi, che la riportarono a Napoli: la palla di cannone sarebbe la testimonianza di quella battaglia.
Il Maschio Angioino oggi: il Museo Civico
Dal 1920 il Comune di Napoli, riconosciuto finalmente lo straordinario valore storico del monumento, cominciò una serie di lavori di ristrutturazione dell’edificio e della piazza circostante, iniziando un progetto di riqualificazione che lo portò ad essere, in breve tempo, sede di importanti eventi culturali e, soprattutto, del Museo Civico.
Il percorso museale si snoda tra la Cappella Palatina, il primo e il secondo piano del museo, all’interno dei quali troverete meravigliose opere di carattere sacro, al primo piano, come il fantastico San Nicola in Gloria di Luca Giordano o il Miracolo di San Giovanni di Dio di Francesco Solimena, mentre al secondo prevalentemente opere d’arte moderna e contemporanea dei principali artisti campani degli ultimi secoli.
Per conoscere tutte le altre meraviglie della città, potrete consultare la Guida di Napoli.
Come arrivare
A piedi
Dalla stazione centrale, il Maschio Angioino dista circa 2 chilometri e mezzo. Una volta usciti, girate a destra e poi subito a sinistra, su Piazza Giuseppe Garibaldi; dopo circa 300 metri, incrocerete Corso Giuseppe Garibaldi: imboccatelo girando a destra, e poi subito a sinistra, su Piazza Garibaldi che diventa subito Corso Umberto I; percorretelo per circa 1 chilometro e mezzo per poi, alla rotonda di fronte a voi, continuare su Via Agostino Depretis; dopo circa 500 metri incrocerete Piazza Municipio: svoltate a destra e seguite la strada, che si trasforma in Via Vittorio Emanuele III; dopo circa 100 metri, girate a sinistra e proseguite dritto per un’ottantina di metri: vi troverete davanti il Maschio Angioino.
In bus
Dalla stazione, prendete l’autobus R2, 152 o 201, che vi lasceranno tutti in Piazza Municipio, a pochi passi dal Maschio Angioino.
Orari e tariffe
Orari: 9-19 dal lunedì al sabato;
Prezzi: 5 € biglietto intero, 4 € ridotto gruppi (almeno 15 persone), gratis per gli under 18 e gli over 60.
Contatti
Sito web: www.comune.napoli.it
Telefono: 081-7957713
Indirizzo: Piazza Municipio (o Piazza Castello) – Napoli