Campi Flegrei a Napoli

Quando parliamo delle bellezze paesaggistiche del napoletano, dopo il Vesuvio vengono subito in mente i Campi Flegrei, una vastissima area vulcanica che, al suo interno, custodisce anche un numero impressionante di reperti risalenti all'epoca greca e a quella romana

Campi Flegrei a Napoli

Campi Flegrei sono, dopo il Vesuvio, l’attrazione naturalistica più importante di Napoli. L’imponente area vulcanica, situata nella zona nord-occidentale di Napoli, conta attualmente circa ventiquattro tra crateri ed edifici vulcanici, alcuni anche dalla grande importanza turistica: abbiamo l’area della Solfatara, con le sue continue manifestazioni gassose effusive, o quelle di Agnano, Pozzuoli Lucrino, aree idrotermali di una discreta rilevanza geologica.

Dal punto di vista della composizione del sottosuolo, ci troviamo un’area considerabile una grande caldera, con un diametro compreso tra i 12 e i 15 chilometri: testimonianza dell’attività vulcanica di questa area (di grado definito secondario) sono i depositi come il Tufo Grigio Campano, o ancora il Tufo Giallo. Attualmente, l’area dei Campi Flegrei comprende i comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli e Quarto Flegreo, oltre ai quartieri di Napoli Bagnoli, Fuorigrotta, Pianura, Posillipo, Soccavo, Agnano e Pisani.

Cenni storici

Da cosa deriva il nome ‘flegrei’? Con ogni probabilità, la sua origine è da ritrovare nel greco phlegràios, che significa ardente; il motivo è che, nei secoli del loro insediamento, queste terre si presentavano ancora fumanti.

Le fumarole della solfatara di Pozzuoli

Le fumarole della solfatara di Pozzuoli

Nella zona dei Campi Flegrei, possiamo distinguere tre diverse fasi geologiche: la prima, risale a 42.000-35.000 anni fa, i cui tufi hanno formato l’attuale collina di Camaldoli; la seconda, tra i 35.000 e i 10.000 anni fa, all’interno della quale si ebbe la più disastrosa eruzione vulcanica della zona, col tufo visibile in un’area che comprende l’intera piana campana; la terza, databile tra gli 8.000 e i 500 anni fa, è quella in cui si sono formati la maggior parte degli attuali vulcani; negli ultimi 40 anni, inoltre, il fenomeno del bradisismo ha sollevato il suolo dei Campi Flegrei di circa 3 metri.

Cosa vedere

Una terra col solo respiro delle pietre, deserta, con acque in ebollizione, coi resti di una storia disegnata nei vulcani spenti e semispenti“: così Goethe descriveva i Campi Flegrei, durante il suo viaggio nel 1787 in queste terre. E, in effetti, l’area dei Campi Flegrei nel corso dei secoli ha richiamato a sé numerosi turisti proprio a causa delle tantissime attrattive paesaggistiche, ma anche storico-archeologiche.

Innanzitutto, le meravigliose acque termali che, seppur in misura minore rispetto ai secoli scorsi, sgorgano ancora oggi rigogliose: oltre a quelle di Ischia, ricordiamo le famose Terme di Agnano, le Terme Puteolane e quelle di Lucrino, con le sue famosissime “Stufe di Nerone“.

Campi flegrei

L’anfiteatro romano di Pozzuoli

Essendo stata terra di dominazione romana, i Campi Flegrei conservano inoltre numerosissimi edifici di interesse storico. A Pozzuoli, ad esempio, potrete ammirare lo splendido Tempio di Serapide, mercato romano poi riconvertito in Duomo, e ben due anfiteatri di cui uno, l’Anfiteatro Flavio, è il terzo più grande d’Italia. I Campi Flegrei erano collegati a Napoli tramite la Crypta Neapolitana, una galleria scavata nella roccia di tufo, ammirabile ancora oggi.

Anche nel meraviglioso Lago di Averno, punto strategico tra i più importanti in epoca romana, noterete il rudere del Tempio di Apollo, grande sala termale in epoca romana. All’interno dell’attuale comune di Bacoli sorge la frazione di Baia, uno dei luoghi di soggiorno prediletti dall’aristocrazia romana, che qui vi costruì diverse ville di soggiorno e impianti termali, le cui rovine sono oggi visitabili nel complesso archeologico di Baia; grazie alle numerose presenze archeologiche sottomarine, il golfo di Baia è stato di recente reso area protetta, istituendo il Parco Sommerso di Baia; ancora, in questa località è possibile ammirare le meraviglie contenute nel suo Castello Aragonese, oggi sede dell’importante Museo Archeologico dei Campi Flegrei.

Campi flegrei

La Piscina mirabilis

Ancora a Bacoli, troverete Misanum, un antico villaggio romano, e la spiaggia di Milliscola (da ‘militum schola‘, scuola militare), dentro il quale è venuto alla luce il Sacello degli Augustali, la cui ricostruzione è ammirabile nel Museo archeologico; infine, in questa località potrete osservare anche la famosa Tomba di Agrippina, parte di un odeion di un’antica villa romana. Tra i reperti archeologici ritrovati, impossibile non citare anche la Piscina Mirabilis, la più grande cisterna costruita dai romani di cui si abbia conoscenza.

Dopo il lago Fusaro, troverete la famosa Cuma (la più antica colonia della Magna Grecia), luogo dove predicava la celebre Sibilla Cumana. Al suo ingresso, troverete il magnifico Arco Felice, attraverso il quale la via Domiziana entrava a Cuma; della città, ad oggi, è visitabile solo la parte bassa, risalente all’epoca romana: qui troverete la famosa Crypta Romana, e soprattutto l’acropoli, dove potrete ammirare il meraviglioso antro della Sibilla e i templi di Apollo e Zeus. Ancora, dal lago Fusaro noterete la Casina Vanvitelliana, fatta costruire da Ferdinando IV di Borbone nel XVIII secolo.

campi flegrei

Uno scorcio della Casina Vanvitelliana

Come arrivare

In auto

Per arrivare ai Campi Flegrei, situati nella zona nord-ovest di Napoli, potrete prendere l’A1 (arrivando da Roma), l’A16 (arrivando da Bari) e l’A3 (arrivando da Salerno).

In treno

Le stazioni più vicine ai Campi Flegrei sono la stazione ferroviaria di Pozzuoli e la stazione di Napoli-Campi Flegrei, ben collegate al sito turistico con i bus dell’ANM.

In traghetto

Un metodo alternativo è quello di godersi lo splendido spettacolo del Mediterraneo con il traghetto, arrivando al porto di Napoli o a quello di Pozzuoli con le compagnie Caremar (081-5513882), NLG (081-5527209), SNAV (081-7612348), Alilauro (081-5522838), Medmar (081-3334411).

Chiudi