Dall'autostazione di Aosta un pullman di linea in cinquanta minuti circa, mi ha portata fino a Cogne. Lungo il percorso ho potuto ammirare il paesaggio e uno dei tanti castelli motivo di attrazione per tanti turisti in Valle d'Aosta.
Giunta a Cogne, centro ben organizzato per l'accoglienza dei turisti, ho raccolto qualche informazione, quindi ho deciso di raggiungere le Cascate di Lillaz a piedi, percorrendo la strada pianeggiante, e a tratti all'ombra, che costeggia il torrente Grand'Eyvia. C'era gente che andava e veniva, chi a piedi e chi in bicicletta, chi fermo in qualche panchina a godersi l'aria fresca e chi attento a rincuorare i propri figli con la solita frasi: "Siamo quasi arrivati".
Prima di salire alle Cascate si raggiunge il paese di Lillaz, in un primo momento, pensando alle cascate, di poco interesse, successivamente fondamentale per un momento di ristoro. Giunta alle cascate ho potuto solo esclamare: "Che meraviglia!". Il caldo della Città di colpo non era che un ricordo mentre gli spruzzi della Cascata di Lillaz rimbalzando sulla roccia mi rinfrescavano il viso. Per avvicinarsi alla cascata bisognava salire attraverso gradini quasi naturali, di roccia bagnata e perciò scivolosi. S'aggiunse poi il timore di bagnare la fotocamera. Nonostante questi timori sono andata avanti.
Un signore poi mi ha suggerito di raggiungere l'altra cascata maestosa, quella di Biolet facendo il giro inverso. Ossia tornando al paese di Lillaz e risalendo dall'altra parte del torrente Grand'Eyvia. Mi son fidata e dopo una salita tanto faticosa quanto gratificante per i fiori colorati e il paesaggio circostante finalmente ho cominciato a sentire il rumore dell'acqua e subito dopo davanti a me si è aperto uno spettacolo incredibile e meraviglioso: era la cascata di Biolet!
Circa a metà strada tra Cogne ed Aosta c'è il piccolo comune di Aymaville con una fermata, in mezzo alla strada e senza segnaletica, a Pont d'Aèl. Qui con una qualche perplessità dell'autista perchè avrei avuto un'ora di tempo per prendere il pullman successivo, sono scesa.
Una camminata in discesa di forse un paio di km mi ha introdotta in un piccolo centro storico dove un gruppo di attori che si stavano preparando per una recita si son lasciati fotografare mentre attraversavo il ponte acquedotto romano datato 3 a.C.
Un tabellone riporta l'iscrizione posta sul ponte: "IMP CAESARE AUGUSTO XIII COS DESIG C AVILLIUS C F CAIMUS PATAVINUS PRIVATUM", ossia "Al tempo in cui l’imperatore Cesare Augusto fu nominato console per la tredicesima volta, Caio Avillio Caimo da Padova, figlio di Caio, [ha costruito questo ponte] privato" così vengo a sapere che quel ponte maestoso, definito da molti "gioiello dell'architettura romana", utile al passaggio e all'irrigazione di un'ampia zona, è stato costruito da un padovano.
Mentre leggo e m'informo il torrente Grand'Eyvia, dopo essere passato per Lillaz, Cogne e Pont d'Aèl continua la sua corsa verso la valle.
La camminata mi è piaciuta perché ha favorito la distensione e la calma. Le cascate, il paesaggio, i fiori sono di una bellezza unica, ho cercato di assorbirli e di portarli con me... speri ci restino per un bel pezzo. Anche la cordialità degli altri turisti e della gente del posto va sottolineata positivamente.
Penso che il ponte acquedotto romano non sia valorizzato a sufficienza. Quando sono scesa dal pullman, davvero mi sono chiesta dove sono e dove sto andando. Con me c'era un'altra persona che sapeva che avremmo trovato qualcosa, perché c'era già stata, ma non ho visto indicazioni di sorta. Forse Pont d'Aèl merita un po' di più.
Suggerisco di portare con sé una piantina o di installare una qualche app sullo smartphone di quelle che indicano anche i nomi dei monti che stanno attorno al punto in cui ci si trova. Naturalmente suggerisco di portare con sé l'acqua e i bastoni da camminata. Non possono mancare scarpe comode e antiscivolo perché accanto alle cascate le rocce sono bagnate.