Lione, una città ricca di fascino e storia

La terza città della Francia, dopo Parigi e Marsiglia, con due colline, due fiumi, secoli di storia, nonché 4000 ristoranti, è una scelta ideale, come se fosse una piccola Francia racchiusa tutta in un luogo, ricca di fascino e storia.

Lione, una città ricca di fascino e storia
Data e giorni
Febbraio 2023 - 3 giorni
Tipo di viaggio
Arte e Cultura
Alloggio
Appartamento
Partecipanti
2
Costo totale
500 €
Mezzi di trasporto
Treno, Pullman, Bicicletta
TAPPA 1
Il nostro arrivo a Lione...

Lo scorso febbraio, per passare un weekend fuori porta, ho deciso di andare alla scoperta di Lione con un mio amico. Non so quanti di voi la conoscano ma, la terza città della Francia, dopo Parigi e Marsiglia, con due colline, due fiumi, secoli di storia, nonché 4000 ristoranti, è una scelta ideale, come se fosse una piccola Francia racchiusa tutta in un luogo, ricca di fascino e storia.

Dopo aver raggiunto la città verso le 11, con un frecciarossa che, dalla capitale francese, ci ha condotti a destinazione in 2 ore, per occupare il tempo che ci separava dall’ora del check-in, la nostra visita della città è iniziata con una lunga, anzi lunghissima, passeggiata al Parc de la Tête d'Or (Parco della Testa d’Oro), nel sesto arrondissement, il più grande parco urbano della Francia, il cui nome deriva da una leggenda secondo la quale, in questo terreno di oltre 100 ettari, sarebbe sepolta una testa d'oro di Cristo.

 Nel parco, al quale è possibile accedere da ben sette ingressi, è possibile trovare un parco zoologico, un giardino botanico, un immenso roseto e anche un isolotto, un tempo denominato "Île aux Cygnes" (Isola dei Cigni), poi ribattezzato "l’Île du Souvenir" (Isola del Ricordo), che ospita un monumento in memoria dei morti della Grande Guerra.

L'Île du Souvenir

Dopo aver camminato per chilometri in giro per il parco, e visto che avevamo ancora dei chilometri da fare per raggiungere il nostro appartamento, che si trovava in zona Part-Dieu, decidiamo di incamminarci. Dopo esserci rinfrescati, o piuttosto riscaldati visto il freddo che avevamo preso durante la nostra passeggiata chilometrica, usciamo per raggiungere il ristorante nel quale avremo cenato. Seguendo il consiglio di un collega che ha vissuto per qualche anno a Lione, avevo prenotato un tavolo in un tipico "bouchon lyonnais": La Mère Jean.

Cena presso "La Mère Jean"

Mai consiglio fu più azzeccato. In questo piccolo ristorante, senza fronzoli, con le sue ricette semplici, come la buonissima "quenelle de brochet", le sue porzioni generose e il servizio caloroso e cordiale, si ritrova il clima autentico dei veri "bouchons lyonnais", quanto di più tradizionale ci sia.

Dopo cena, la passeggiata che ci conduce verso casa ci fa scoprire la città da un’altra angolazione, più magica… col calare della notte, infatti, la luce dei lampioni impreziosisce lo spazio e ci dà l'impressione di riscoprire un luogo nuovo e, anche se in realtà eravamo lì solo poche ore prima, era come se lo vedessimo per la prima volta…

Street Art

TAPPA 2
Secondo giorno alla scoperta della città

Il nostro secondo giorno a Lione inizia con noi che ci incamminiamo in direzione dell’Île Barbe, entrando in quasi ognuna delle boulangerie che costeggiavano le strade che stavamo percorrendo per raggiungere la nostra prima tappa della giornata.

Una delle dolci specialità lionesi, quella più conosciuta almeno, è la Praluline, una specie di pan brioche che ha al suo interno praline rosa spezzettate (mandorle ricoperte di zucchero colorate in rosa) e nocciole tostate. Tuttavia, quello che noi stavamo cercando, senza risultati fino a quel momento, erano due chaussons aux pommes, la viennoiserie francese preferita da entrambi. Si tratta di una deliziosa tasca di sfoglia croccante farcita con marmellata di mele profumata alla cannella.

Per raggiungere l’Île Barbe, che si trova fuori dal centro cittadino, nel nono arrondissement, dopo aver camminato per un po’, prendiamo due linee di bus (la linea D e il 43), per scendere, infine, a Saint-Rambert & l'Île Barbe, a pochi passi dal ponte che separa la terra ferma dall’isola. Tuttavia, non appena messo il naso fuori dal bus, l’attenzione di entrambi viene catturata dalla boulangerie Jocteur, ribattezzata “Le Boulanger de l’Île Barbe”, proprio perché si trova in piazza Henri Barbusse, esattamente di fronte all’isoletta. Dopo esserci scambiati un rapido sguardo d’intesa, decidiamo di entrare e fare un ultimo tentativo per trovare le tanto ambìte viennoiseries. Stupiti, scopriamo che il posto, a quanto pare famosissimo per la sua tarte aux pralines, aveva gli ultimi due chaussons aux pommes della giornata, come se qualcuno li stesse conservando proprio per noi. Con due sorrisi stampati in faccia per la “missione compiuta” e i nostri sacchetti che emanavano un buonissimo profumo, ci incamminiamo verso l’Île Barbe.

Île Barbe

Una volta arrivati, scopriamo che l’isola, un tempo interamente visitabile, oramai non lo è più, perché privata e residenziale. Tuttavia, la piccola delusione non ci toglie il buonumore e, una volta scartati i nostri chaussons aux pommes, improvvisiamo un “dolce” picnic, approfittando dei caldi raggi del sole, del verde e della pace che si respira in questo angolo di terra, lontano dai soliti percorsi turistici.

La nostra seconda tappa è il Mur des Canuts, nel quartiere Croix-Rousse, nel quarto arrondissement. Il murale, con i suoi milletrecento metri quadri, è il più grande d'Europa e raffigura la vita di tutti i giorni dei lavoratori di seta nel XIX secolo. 

Mur des Canuts

La cosa interessante di questo murale è che cambia parallelamente ai cambiamenti che interessano il quartiere. Alcuni dei soggetti che vi sono rappresentati, infatti, invecchiano con il passare degli anni. E, quindi, il ragazzo con la bici della prima versione diventa un giovane papà nella versione del 1997, e un nonno con la sua nipotina nell’ultima. I vari cambiamenti sono documentati da numerose foto, sul lato dell’immobile. Questo, così come altri murales che colorano i muri degli edifici di questa bella città, sono realizzati da un gruppo di giovani artisti, "Cité de la Création", e utilizzano la tecnica del trompe-l'oeil, inserendosi perfettamente nel contesto urbano.

Dopo averlo fotografato da ogni angolazione, ci spostiamo verso la nostra prossima tappa: il Fresque des Lyonnais. Durante il percorso che ci conduce ai piedi della collina, però, il nostro stomaco ci suggerisce di fare una sosta per mettere qualcosa sotto i denti e riposarci un po’.

Ci fermiamo, quindi, da Toké, un piccolo ristorante di street food, dove gustiamo delle tradizionali empanadas argentine, rivisitate con brio, e delle birre artigianali. Una volta rifocillati, eccoci di nuovo in marcia verso il primo arrondissement per ammirare il gigantesco murale dedicato alle illustri personalità che hanno reso famosa nel mondo la città di Lione. L’opera, di circa 800 metri quadri, occupa la facciata posteriore e quella laterale di un palazzo di 7 piani che sorge lungo la riva della Saone ed è stata realizzata su commissione nel corso dell’ultimo decennio del secolo scorso. Tra i più celebri cittadini lionesi si riconoscono i fratelli Lumière e Antoine de Saint-Exupéry, autore de Il piccolo principe. La cura dei dettagli è minuziosa e il colpo d'occhio è stupendo!

La nostra passeggiata prosegue verso Vieux Lyon, il centro storico della città, che sorge ai piedi della collina di Fourvière. Prima di prendere la funicolare che conduce alla basilica Notre-Dame de Fourvière, ci fermiamo a fotografare gli scorci di paesaggio che si offrono a noi in questo dedalo di viuzze nel quale sembra che il tempo si sia fermato.

Però, dato che anche il palato vuole la sua parte e che siamo entrambi piuttosto golosi, eccoci, di nuovo, intenti ad effettuare una sosta non prevista da Bruno Saladino, uno dei tanti chocolatiers di Lione, dove ci lasciamo tentare da dei pezzi di cioccolato fondente con nocciole e mandorle e da dei cioccolatini con ripieni che andavano dal classico caramello salato al peperoncino.

Una volta arrivati all’ingresso della funicolare, ci accorgiamo che la nostra fermata, Fourvière, era chiusa. La prendiamo comunque e ci fermiamo a Minimes Théâtres Romains che, come si intuisce dal nome, ci fa arrivare proprio davanti al Teatro Gallo-Romano della città di Lione, il più antico teatro romano di Francia. Da lì, con una breve camminata (anche se tutta in salita), si raggiunge la Basilica Notre-Dame de Fourvière e il suo enorme spiazzale dal quale hai la sensazione di avere la città letteralmente ai tuoi piedi.

Lione di notte

Si era già fatto buio e, mentre guardavamo il mare di lucine sotto di noi, non potevo trattenere lo sguardo che correva libero, fino all’ultima casa all’orizzonte, facendo viaggiare la mente, immaginando quante storie affollassero quelle case e strade e quali avventure appassionanti gli abitanti e i passanti stessero vivendo.

Prendiamo letteralmente la discesa, attraversando a piedi il Jardin du Rosaire, con i suoi molteplici gradini, per raggiungere nuovamente il centro città. Prima di rientrare al nostro appartamento, però, ci fermiamo per una cena leggera in un ristorante vietnamita, gestito da un ragazzo francese, "Le Petit Grain".

Prendiamo un vassoio da condividere con dei dim sum, dei nems e dei gamberetti tempura e, per dessert, un dolce alla banana e al sesamo, che aveva incuriosito entrambi fin da quando lo avevamo visto sul menu. Sicuramente, non era il miglior ristorante nel quale fossimo stati, ma il gestore è stato adorabile dall’inizio alla fine e non ci ha fatto pentire della scelta di esserci fermati proprio lì. Stanchi ma soddisfatti della giornata appena trascorsa, facciamo un’ultima passeggiata che, riportandoci al nostro appartamento, ci permette ancora di godere della città nella sua veste serale.

TAPPA 3
Il nostro ultimo giorno a Lione

Il nostro terzo giorno a Lione, subito dopo colazione e aver lasciato il nostro appartamento, ci dirigiamo verso le Vieux Lyon, per approfittare ancora un po’ della città, prima di prendere il Frecciarossa che ci avrebbe ricondotti nella capitale francese.

Il giorno prima, mentre raggiungevamo il centro città, dopo la nostra visita a l’Île Barbe, avevamo provato (senza grande successo) a noleggiare delle bici. Avendo ancora abbastanza tempo per farlo, decidiamo di riprovare e, questa volta, riusciamo a noleggiarle e a raggiungere Vieux Lyon con questo mezzo di trasporto che ti fa tornare indietro nel tempo. John Fitzgerald Kennedy diceva: “Niente è paragonabile al semplice piacere di un giro in bicicletta”.

Una volta montata in sella, pedalavo senza pensare a nient’altro che alla strada che stavo percorrendo, ai paesaggi che stavo osservando e alle emozioni che stavo provando. La città, vista dalla bici, si offre a noi, ancora una volta, in tutta la sua bellezza. Una pedalata lungo il Rodano ci permette di vedere il Flower Tree, un’opera moderna (2003), creata dal coreano Jeong-Hwa Choi, costituita da un grosso bouquet di coloratissimi fiori di plastica.

Il fiume Rodano

E, dopo il moderno, ancora un po’ di “storico” con visita e foto annessa di qualche altro “Traboule”, i caratteristici passaggi privati coperti che collegano vie cittadine di diverso livello o isolati distanti per rendere più veloce il loro attraversamento, passando per cortili e vicoli o salendo scale di palazzi anche per tre-quattro piani.

Traboule Lyonnais

Il tempo era davvero passato velocissimo e, senza nemmeno rendercene conto, era già arrivata l’ora di raggiungere la stazione e prepararci a dire “au revoir” a questa bella città che ci aveva fatto passare tre giorni incantevoli.

Skyline di Lione

Cosa mi è piaciuto

Di questa bella città qualcuno ricorderà il museo avveniristico della Confluence, altri la cattedrale o questo o quel palazzo storico.Tutti però ricorderanno Lione soprattutto per i suoi sorprendenti passaggi che si aprono come d'incanto davanti ai nostri occhi, solamente sbirciando da anonime porticine delle vie del centro. Davvero interessanti e affascinanti.

Cosa non mi è piaciuto

Gli unici punti negativi di questo weekend, se cosi vogliamo definirli, sono stati: la funiculaire per arrivare a Notre-Dame de la Fourvière che non era funzionante; il non poter visitare l'integralità dell'Île Barbe (questo è davvero un peccato). Per il resto, ne conserverò per sempre un ricordo più che positivo.

I consigli di Venera Licciardello

A due ore di treno ad alta velocità dalla capitale francese, Lione offre dei passaggi sorprendenti che si aprono come d'incanto davanti agli occhi sbalorditi dei passanti, soltanto sbirciando da anonime porticine delle vie del centro. Una piccola Francia, ricca di storia e fascino... davvero una bella scoperta!

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