Lo capisci ancora prima di atterrare, che quella è una città dura. Distese a perdita d'occhio di tetti in lamiera, straducole che ci si perdono in mezzo, finendo chissà poi dove. Senti dentro il naso la polvere che ci dev'essere là sotto. E poi il caldo, te lo senti già addosso anche con l'aria condizionata dell'aero.
Infine ti ci butti dentro, con coraggio. Eh, già, perché a dover assistere a certe scene, di coraggio ce ne vuole. Senti tutta la sofferenza, tutta la miseria di famigliole intere che vivono sotto i cavalcavia, sotto il guardrail di strade così trafficate e rumorose, da far sembrare la tangenziale di Milano una stradina di campagna. Senti tutta il dolore di un'umanità persa, che si aggira apparentemente senza meta, che rovista tra i rifiuti, che domanda una qualsiasi cosa ai turisti distratti, Anche solo un gesto. Solo per non essere più invisibili.
Ma non c'è solo il dolore degli umani. Duro e crudele, c'è anche quello dei non umani. Cani, soprattutto cani, ma anche gatti, magri e macilenti. Diffidenti. Spaventati. Per loro mani tese solo a scacciare, mai per carezzare.
Giorno e notte si confondono. Botteghe, bugigattoli in realtà, sempre aperte. Gente in giro per le strade a tutte le ore: gruppi di donne sedute sulle sdraio a chiacchierare, circondate da nugoli di bambini sporchi, semi nudi, che giocano a rincorrersi tra i rigagnoli della fogna a cielo aperto, e poi venditori di tutto e di niente, e carretti con cibo da strada che, sì, vorresti provare, ma chissà...
Eppure, c'è un'altra faccia di Manila. Quella dei palazzi, dei centri commerciali, delle luci. Quella dei turisti, con i ristoranti e i camerieri in livrea. Una metropoli, niente di più. Apparentemente a centinaia di chilometri dal resto della città. Ma così vicina per chi ha gli occhi per vedere davvero.
Hai visto foto, letto la guida, guardato qualche video. Eppure non sei preparato a quello che ti aspetta. Fai fatica a credere che sia stato l'uomo a costruire quella perfezione: terrazze geometriche, perfette, sembrano finte. Quale ingegneria raffinata c'è dietro a un sistema così preciso di canali, di pendenze, di muretti e di gradoni? Si scende. Si scende. E si scende ancora.
E poi alzi la testa e ti guardi intorno, ovunque, fino al cielo, ciuffi verdi che crescono rigogliosi, specchi d'acqua che riflettono le nuvole basse, e donne. Chine sotto l'impermeabile giallo, le gambe sprofondate fino a metà nel fango. E non sono nemmeno giovani. Penserò a loro ogni volta che mi lamenterò di un qualsiasi sforzo.
Ci vivono, là in mezzo. In baracche di legno di cinque metri quadri. Davanti gli uomini tostano il riso su un wok ferro arroventati dal fuoco. I bambini guardano e imparano.
Mentre i nostri bambini si siederanno a tavola, mangiando forse proprio quel riso. Due mondi, lo stesso pianeta.
C'è tutto. Il sole, la sabbia bianca e finissima, le palme, l'azzurro assurdo del mare. La ricetta è completa, ogni ingrediente al posto giusto.
Prendete una barca che organizza i tour, se potete farlo, tutta per voi e andate alla scoperta di baie nascoste, lagune verdi come smeraldi liquefatti, spiagge deserte, così bianche da infastidirvi gli occhi anche con le lenti scure. Mettetevi la maschera e fatevi accogliere dalle acuq calde che vi circondano. Se avete un brevetto sub, ancora meglio. Pesci di ogni colore, tartarughe curiose, vita ovunque.
Noleggiate un kajak e girate a casaccio tra gli isolotti vulcanici, esplorate, addentratevi negli stretti passaggi che semprano non andare da nessuna parte einvece vi rivelerranno gioielli inattesi. Lagune quasi completamente separate dal mare, così isolate che anche la vostra voce sembrerà strana.
Camminate a piedi nudi sulla sabbia che sì, è sabbia, anche se sembra borotalco. E' il sogno che diventa realtà, sei dentro al poster che credevi finto.
Il paesaggio che cambiava in continuazione, i sorrisi dei bambini, la cucina a base di riso e verdure, le grotte, i fondali, vivere in una realtà così diversa. Il bello delle Filippine è che ce n'è davvero per tutti i gusti, per chi ama la natura, perchi ama il relax, l'avventura, la cucina, la cultura, la vita notturana. Impossibile restare delusi.
Come quasi sempre accade nei paesi poveri, ti arriva un pugno allo stomaco che per poco non ti butta giù. Povertà, miseria, dolore sono compagni quotidiani di una fetta di umanità che ci sembra sempre così lontana, ma non lo è poi tanto. Fa male, ma è una lezione necessaria.
Non andate dall'altra parte del mondo (eh sì, perché ci si mette parecchio ad arrivare) solo per godervi il mare. E' un paese che ha davvero tanto da offrire, il costo della vita è ridicolo e con un po' di spirito di adattamento è possibile fare un viaggio vario e indimenticabile.