Esfahan è una città situata nell’Iran centrale e vanta una popolazione di 1.600.000 abitanti. L’hinterland economico di Esfahan è la zona che ne abbraccia il cuore centrale ed è l’area in cui vengono prodotti cotone, tabacco e grano. Tra le maggiori industrie della città iraniana vi sono l’industria tessile (lana, cotone e seta), quella metallurgica e quella alimentare. Eshafan è una città particolarmente nota e conosciuta in virtù delle bellezze architettoniche e storiche che ospita. Eshafan è di fatto una città decisamente antica conquistata dagli arabi nel 642.
La città di Esfahan fece parte del Califfato abasside sino al giorno in cui Toghrul Beg, il sovrano dei Grandi Selgiuchidi, ne prese possesso nel 1055 e la decretò capitale del suo sultanato. Successivamente Eshafan venne conquistata ed egemonizzata dai Mongoli i quali saccheggiarono e vandalizzarono la città uccidendo l’intera popolazione. Nel 1930 lo Scià Reza Pahalvi diede via ad un progetto di ricostruzione delle rovine.
Cosa vedere
Nel corso della dinastia safavide, nel Cinquecento, la città di Esfaha in Iran cominciò a raggiungere l’acme della sua rigogliosa importanza grazie alla presenza dello scià Abbas I il Grande il quale diede l’incisivo e suggestivo imprinting architettonico che attualmente la città ancora possiede. Esfahan è una città iraniana in cui le bellezze da ammirare e le attrazioni di certo non mancano, infatti la sua generosità si esprime e manifesta attraverso la numerosa presenza dei meravigliosi monumenti che ospita.
Nell’ampio ventaglio di luoghi di interesse presenti ad Eshafan, si possono rubricare alcuni dei più gettonati e visitati come la Cattedrale di Vank, la Moschea dello Scià, la Moschea del Venerdì e, infine, il Ponte Khaju.
Cattedrale di Vank
La Cattedrale di Vank è una suggestiva cattedrale situata nella città di Esfahan in Iran. In lingua armena il termine Vank significa monastero e, infatti, la Cattedrale di Vank, si trova precisamente nel quartiere armeno di Eshafan battezzato Nuova Julfa. Dopo che la guerra tra l’Impero Ottomano e la Persia safavide fu terminata, il popolo armeno iniziò ad entrare in Iran nella speranza di trovare una vita nuova nel regno del re safavide Shah Abbas I ma molti armeni durante il tragitto morirono mentre i sopravvissuti, vennero sistemati in quello che attualmente è il quartiere armeno della città. Così nel 1606 nacque Nuova Julfa dove vanne fatta erigere la splendida Cattedrale di Vank.
La monumentale e grandiosa Cattedrale di Vank presenta un’architettura davvero unica al mondo e di una bellezza rara. Essa è il risultato della magistrale commistione tra arte safavide del XVII secolo e lo stile delle tipiche chiese cristiane. L’ingresso principale della chiesa è caratterizzato dalla presenza di una massiccia porta in legno che conduce al cortile della struttura. All’ingresso della cattedrale si possono ammirare due sale che venivano adibite a luogo amministrativo, un imponente campanile che svetta dominando il cortile e soverchia feretri di cristiani ortodossi e protestanti e che conduce alla navata. La Cattedrale di Vank fu costruita nel 1655 e completata diversi anni dopo nel 1664. In fondo al cortile dinnanzi alla cattedrale si torva un altro edificio che ospita il museo di Vank e delle librerie.
Moschea dello Scià
La Moschea dello Scià è una suggestiva moschea della città di Esfahan in Iran ed è la principale moschea della città. La Moschea dello Scià svetta nella sua rara bellezza sulla pizza più importante di Esfahan, Piazza Naqsh-e-jahan, una delle piazze più grandi del mondo. Questa grandiosa moschea è stata inscritta nel sito dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco nel 1979. La Moschea dello Scià venne fatta costruire durante il periodo Safavide e precisamente nel 1629 e rappresenta un magistrale esempio di architettura islamica iraniana. Dopo che ci fu la caduta dello Scià di Persia nel 1979, la Moschea dello Scià venne battezzata moschea dell’Imam.
La nascita della moschea dello Scià si deve allo Shah Abbas I, il quale nel 1611, diede l’ordine di inizio dei lavori di costruzione che si protrassero sino al 1638. Il portale della moschea possiede un’altezza di ben 27 metri ed è fedelmente affiancato dalla rassicurante presenza di due Minareti alti 42 metri.
Le mura dell’intero edificio sono state meravigliosamente decorate con tessere di mosaico di 7 colori che danno un incantevole effetto ottico. La porta di ingresso costruita in legno è coperta di strati di argento e oro; la Moschea dello Scià è dotata di 4 iwan di cui il maggiore è quello che indica la Mecca.
Moschea del Venerdì
La Moschea del Venerdì è una delle principali moschee della città di Esfahan in Iran nonché la massima espressione dell’architettura della dominazione selgiuchide in Persia. Prima della conquista selgiuchide della città di Eshafan esisteva già una moschea del venerdì databile intorno al X secolo a pianta ipostila. Nel corso del tempo a causa dei numerosi accadimenti come dispute religiose, guerre, tumulti, incendi, causarono alla moschea non pochi danni. In relazione ai vari disagi e danni che subì la moschea, ne venne costruita un’altra, più grande e con l’introduzione di nuovi elementi architettonici.
La pianta della nuova Moschea del Venerdì prevedeva una pianta con 4 iwan, con l’aggiunta della sala con la cupola sud-occidentale accompagnata da Minareti e della sala nord con cupola. La Moschea del Venerdì è particolarmente connessa con il tessuto urbano grazie ai plurimi accessi che si aprono lunga le mura che la abbracciano. L’ingresso della moschea venne restaurato nel 1804 e si trova nella parte sud-orientale; molti studiosi asseverano che si trattava della porta principale della moschea.
Il cortile, invece, è racchiuso da un’arcata su 2 livelli e gli archi sono stati disposti attorno ai 4 iwan posti al centro di ogni muro. Le aree coperte che si estendono tra i 4 iwan sono sale ipostile che abbracciano una serie di cupole di dimensioni contenute edificate durante il XII secolo. Nel suo complesso, la Moschea del Venerdì di Eshafan è un vero e proprio capolavoro e se ci trova in città non la si può mancare.
Ponte Khaju
Il Ponte Khaju è un ponte che possiede 24 archi, è lungo 113 metri e largo 12 metri e si trova nella provincia di Esfahan in Iran. Il Ponte Khaju venne costruito dal re persiano safavide Shah Abbas II intorno al 1650 sulle fondamenta di un ponte vecchio. Nonostante la sua funzione sia quella di un ponte, il Khaju è servito anche come edificio adibito ad ospitare incontri pubblici. Ab originem, questa struttura, era decorata con splendidi affreschi e dipinti e sfruttata come sala da tè. Attualmente i resti di una sedia di pietra è tutto ciò che resta del ‘trono’ del re.
Il Ponte Khaju è uno dei migliori esempi di architettura persiana nonché uno dei ponti più interessanti da vedere nel mondo. Esso regola il flusso d’acqua del fiume data la presenza di chiuse sotto le arcate del ponte ed i padiglioni di forma ottagonale al centro del ponte offrono dei punti di osservazione della città davvero notevoli.