Guida di Caltanissetta

Caltanissetta, antichissima città siciliana, adornata di castelli arroccati o immersi nelle colline, è caratterizzata da chiese dalla monumentale bellezza e paesaggi di particolare fascino

Guida di Caltanissetta

Caltanissetta è una piccola città della Sicilia, la regione del sole. Essa rappresenta il 14esimo capoluogo di provincia d’Italia per superficie; Caltanissetta viene considerata un piccolo gioiellino siculo dal cuore d’arte e dalla storia interessante.

Questa città infatti ospita numerosi quartieri caratteristici, che raccontano la sua storia. A Caltanissetta non mancano i teatri, le chiese, i musei da visitare ed i ristorantini in cui potersi fermare per assaggiare e gustare piatti tipici della cucina tradizionale siciliana.

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Facciata della Cattedrale di Caltanissetta

Questa città della Sicilia è molto apprezzata per il clima che infatti regala estati calde e ventilate ed inverni secchi in cui l’umidità scarseggia. Nei pressi della città sono stati miracolosamente rinvenuti dei resti dell’età del bronzo che fanno pensare alla vita su questa città in tempi antichissimi risalenti al IV millennio a.c. 

Cosa vedere

Caltanissetta è ricca di luoghi e monumenti storici da ammirare e visitare ed il suo centro storico pulsa di tradizione e tipicità. Tra i molteplici monumenti che questa cittadina offre vi sono: l’Abbazia di Santo Spirito, ovvero la più antica di tutte le chiese di Caltanissetta, la cui fondazione sembra si aggiri intorno al 1086 anche se non se ne ha la certezza. Di ragguardevole importanza all’interno della chiesa è il fonte battesimale risalente all’epoca normanna ed ornato da disegni arabi caratteristici; si tratta esattamente di archi a sesto acuto, che rinviano chiaramente all’arte araba, e di palme stilizzate.

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Vista panoramica dell’Abbazia di Santo Spirito

L’Abbazia di Santo Spirito è collocata tra le colline di Sant’Anna e delle Croci e, nonostante sia ubicata a ridosso della città, questa chiesa continua nel tempo a custodire e mantenere, a livello ambientale, l’imprinting delle chiese di campagna. Fino ai primi del ‘900 si potevano vedere un portico a tre archi, alla destra del portico stesso si trovava un pulpito eretto da due travi. L’affresco che raffigura il Salvatore durante la benedizione e la relativa iscrizione a caratteri latini “SALVATOR MUNDI” è ammirabile all’interno dell’Abbazia, precisamente nel suo lato sinistro. Sempre all’interno della Chiesa ci sono due altarini: uno in omaggio a San Francesco d’Assisi e l’altro consacrato alla “Madonna della Grazia“.

Un’altra chiesa conosciuta e visitata dai turisti e dagli stessi cittadini è la Chiesa di San Sebastiano; questa deliziosa chiesa che è stata più volte restaurata, è databile intorno al 15oo e venne edificata per volontà dei cittadini i quali desideravano omaggiare San Sebastiano dopo averli resi liberi dalla terribile peste che affliggeva la città. La posizione in cui è ubicata la Chiesa di San Sebastiano è centrale infatti si trova in Piazza Garibaldi, di fronte alla Cattedrale ed alla notoria Fontana del Tritone. La tipicità di questa chiesa risiede nella poliedricità degli stili della sua facciata, la quale infatti, prende forma con colonne che abbracciano tutti e tre gli stili: lo stile dorico, lo stile ionico e lo stile corinzio, quello più articolato e strutturato. Lo scultore Biancardi ha realizzato le statue di San Paolo, di San Pietro e di San Sebastiano trafitto dalla frecce all’interno delle nicchie.

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Vista panoramica della Chiesa di San Sebastiano

Altra chiesa pregevole e di grande bellezza è la Chiesa di Santa Maria la Nova (la cattedrale di Caltanissetta). Essa venne costruita per volontà dei cittadini, proprio come la Chiesa di San Sebastiano. Nel 1570 venne posata la prima pietra e nel 1622 ci fu l’apertura al culto. La magnificenza di questa chiesa risiede soprattutto nella rara bellezza degli affreschi del pittore fiammingo Guglielmo Borremans, mentre la chiusura della navata centrale si deve all’architetto palermitano Francesco Ferrigno.

Tra i summenzionati luoghi di interesse di Caltanissetta, ricchi di storia e ubicati nel cuore della città, va indubbiamente evidenziato il Castello di Falconara. La storia di questo castello è molto interessante, infatti in origine esso non era un castello bensì una torre concessa al Sant Pau di Butera nel 1362 e da come è facilmente intuibile dal nome che porta il castello, veniva fondamentalmente utilizzato per l’allevamento dei falconi; solo quando passò nelle mani dei Principi Branciforti la torre divenne l’attuale Castello di Falconara.

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Castello Falconara visuale dal mare

Per quanto concerne gli spazi e le modifiche di ampliamento ed abbellimento che lo videro protagonista, il Castello di Falconara raggiunse l’acme della sua bellezza e completezza quando, dopo essere stato di proprietà del conte tedesco Giorgio Wilding, giunse nelle mani dei Chiaramonte-Bardonaro grazie ai quali venne addotta un’ulteriore ala fino a che l’intera struttura assunse le caratteristiche di una vera e propria dimora fastosa; al suo interno si possono infatti trovare dipinti, mobili antichi e, negli ampi saloni che prendono posto nel castello, si possono ammirare anche numerosi trofei di caccia.

Dopo l’atmosfera nobiliare aleggiante all’interno delle mura del Castello di Falconara, lo scrigno dei gioielli di Caltanissetta resta ancora aperto. Un’altra perla di questa città è sicuramente incarnata dal Castello di Pietrarossa, sito nelle estremità del quartiere degli Angeli. Per quanto concerne le origini di questo Castello, non ci sono chiare date di costruzione bensì caliginose; infatti c’è chi assevera che il Castello di Pietrarossa sia opera dei Siculi o dei Sicani ma sembra che questa ipotesi non sia possibile in quanto scevra di fondamento; altri sostengono l’esistenza del castello in epoca romana, altri ancora invece lo rinviano ai Saraceni. Furono pare proprio questi ultimi ad essere espulsi ad opera dei Normanni intorno al 1086-1087.  

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Il Castello di Pietrarossa

Il Castello di Pietrarossa eredita il nome dalla tipologia di pietra impiegata per la costruzione ma solo una parte di essa è ancora visibile. Per quel che riguarda la planimetria del Castello, essa si snoda su molteplici livelli e sono presenti tre torri, delle quali quella centrale risulta essere la più grande, alta circa 25 metri. La torre centrale è edificata su una roccia scissa da una fenditura che la percorre longitudinalmente; all’apice della torre centrale è posta una cisterna per liquidi. Nel 1567 ci fu una scossa di terremoto molto vigorosa che causò il crollo di buona parte del Castello di Pietrarossa. Attualmente, infatti, di questo Castello in stile medievale, non restano che ruderi che consentono ai turisti di visitarlo solo ed esclusivamente dall’esterno.

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