Quando arriverete nei pressi di Berat capirete subito perché viene chiamata la città dalle mille finestre: infatti, una moltitudine di aperture caratterizzano le abitazioni costruite sui pendii del monte, quasi a sembrare degli occhi vi osservano.
Secondo la leggenda, i due monti che affiancano Berat, Tomorri e Shpirag, sono in realtà i guardiani della città; si narra infatti che due giganti fratelli, innamorati della stessa dama abbiano lottato fino alla morte per l’amore della ragazza.
Dopo essere entrambi caduti in duello, i due si trasformarono in dei e, nella forma di monti, rimasero a vegliare Berat. La fanciulla pianse talmente tanto per la perdita dei due giganti che le sue lacrime andarono a formare il fiume Osum.
Cosa vedere a Berat
Il centro storico di Berat è stato aggiunto al patrimonio UNESCO come “raro esempio di città ottomana ben conservata” ed al suo interno potrete vedere alcune architetture di grande pregio e valore storico. Numerose chiese bizantine, moschee ed edifici raccontano una lunga storia e una tradizione ben radicata.
Castello di Berat
Il castello è uno dei più grandi monumenti storici di Berat e dei Balcani, si tratta di un’enorme fortezza che si erge nei pressi del Fiume Osum. La struttura del castello è molto particolare, infatti si presenta di forma triangolare e si inserisce talmente bene nel contesto naturalistico che, guardandola dal basso, sembra essere parte integrante della collina.
L’edificazione della fortezza risale, probabilmente, al Basso Impero ma fu fortemente danneggiata dai Romani nel 200 a.C. In seguito il castello venne rinforzato nel V secolo sotto l’imperatore Bizantino Teodosio II.
L’intera collina è circondata da un muro di cinta composto da ben 24 torri. All’interno dell’area del castello, in epoca passata, erano presenti 14 piccole chiese, di cui ne rimangono solo alcune ancora visitabili, tra cui la Chiesa di S. Triadhës risalente alla fine del XIII secolo e la Cattedrale della Dormizione che è stata trasformata nel Museo di Arte Medievale. La costruzione di questo edificio risale alla fine del XVII secolo ed è un bellissimo esempio di architettura ottomana, caratterizzato da una struttura a tre cupole.
All’interno del castello potrete visitare anche il Museo Icona Onufri che espone alcuni bellissime opere di arte religiosa prodotta in Albania. Al di fuori del perimetro del castello si trova la Chiesa di S. Mëhillit, risalente al 1300: si tratta di una particolare costruzione che combina, con grande maestria, le tecniche di costruzione europee con quelle bizantine.
Museo Nazionale Etnografico
Il Museo Nazionale Etnografico è stato aperto nel 1979 e contiene una varietà di oggetti di uso quotidiano che raccontano la vita degli abitanti di Berat e l’evoluzione storica della città. Il museo è stato ricavato all’interno di un edificio risalente al XVIII secolo che è una struttura tipica della Berat del tempo. Gli arredi sono costituiti, oltre che dal classico mobilio, da armadi a muro, nicchie e camini che erano tutti elementi essenziali dell’architettura dell’epoca.
Al piano terra è stato ricostruito un bazar tipico dell’epoca medievale, dove è possibile riconoscere vari tipi di negozi e mestieri. Uno degli elementi principali in mostra è l’abbigliamento di uomini e donne con splendidi decori e lavorazioni in oro e argento.
Il lavoro di ricamatrice era, infatti, uno dei mestieri più tipici della regione di Berat: nella zona venivano realizzati splendidi costumi tradizionali, indossati principalmente per occasioni cerimoniali, fatti in velluto, lana e seta e ricamati preziosamente con fiori e foglie. Non mancano, però, i tipici abiti dei contadini e dei montanari, meno preziosi ma altrettanti caratteristici.
Al piano superiore si trova una veranda, realizzata su di un terrazzo che, durante l’estate, era il vano principale per gli abitanti della casa. La veranda è uno dei tratti più caratteristici dell’architettura tradizionale locale e, a differenza di tutto il resto della casa, è stata costruita in legno.
Sempre al piano superiore si trova la stanza del telaio, il luogo in cui si lavorava la lana per ottenere i tessuti per la realizzazione di abiti e di articoli per la casa. Potrete vedere telai ancora funzionanti che servivano per la realizzazione di tappeti.
La cucina si trova al centro della casa ed era il cuore dell’abitazione. In particolare noterete la soluzione adottata per illuminare la stanza che prende luce dall’alto, anche questo era un tratto tipico dell’architettura locale.
Il Museo Nazionale Etnografico si trova all’indirizzo L.13 Shtatori, è aperto tutti i giorni tranne il lunedì, da maggio a settembre.
Città di Berat
Non può mancare una passeggiata alla scoperta della bella Berat, per ammirare da vicino alcuni tratti importanti di questa storica cittadina. Il posto ideale da cui cominciare è il ponte vecchio sull’Osum da cui potrete vedere, a sinistra Gorica, il quartiere cristiano, a destra Magalem, quello mussulmano.
Magalem è un affascinante quartiere composto da un’intricata matassa di viuzze, da cui emergono i minareti, e contiene le tre moschee più importanti della città: la Moschea del Sultano, la Moschea di Piombo, chiamata così per il metallo che ricopre le sue cupole, e la Moschea degli Scapoli.
La più antica delle tre costruzioni religiose è la Moschea del Sultano mentre quella più spettacolare è la Moschea degli Scapoli, risalente all’inizio dell’Ottocento e le cui mura esterne sono riccamente decorate da farne un vero gioiello.
Il quartiere di Magalem è unito a quello di Gorica da un ponte con sette archi del 1780. A Gorica vi consigliamo di visitare il Monastero di San Spiridone, una bella costruzione in pietra circondata da un lungo porticato e la piccola chiesetta di San Tommaso.