Complesso di Sant'Agostino a Caserta

Il Complesso di Sant'Agostino è il quarto polo turistico più visitato a Caserta, grazie soprattutto all'omonima chiesa (chiamata anche Chiesa di San Sebastiano) ristrutturata dal Vanvitelli e dai suoi allievi, e alla travagliata storia che in essa è conservata

Complesso di Sant'Agostino a Caserta

Il Complesso di Sant’Agostino è il quarto polo turistico più visitato di Caserta, dopo la Reggia di Caserta, il Belvedere di San Leucio e Casertavecchia. Il Complesso di Sant’Agostino comprende la chiesa, il convento e il chiostro, oltre all’importante Museo di Arte Contemporanea (sede distaccata del Belvedere di San Leucio), all’Emeroteca Andrea D’Errico e alla Biblioteca Comunale Giuseppe Tescione, ed è situato in Via Giuseppe Mazzini, più precisamente in Piazza San Sebastiano, all’incrocio con Via Sant’Agostino.

Parte integrante del Complesso di Sant’Agostino è la Chiesa di Sant’Agostino, che conserva la memoria del culto a San Sebastiano (chiamata anche Chiesa di San Sebastiano Martire), uno dei più antichi della città. Pur rimanendo ufficialmente la Chiesa di Sant’Agostino, dal 1925 gli è stato affiancato il nome di San Sebastiano dall’omonima chiesa distrutta nel villaggio di Torre, nucleo originario dell’odierna Caserta.

Cenni storici

La storia di questa chiesa comincia nel 1113, quando l’arcivescovo di Capua Senne concede a Rainulfo (il primo vescovo di Caserta) la diocesi.

Le prime notizie riguardanti la presenza degli Agostiniani risalgono invece al 1295, quando il re angioino Carlo II concesse loro l’autorizzazione per il commercio del grano in città. Pochissime, da questa data in poi, sono le notizie riguardanti la vita monastica, fino alla soppressione del convento (1654), a causa della scarsa presenza dei religiosi stessi; tale decisione, presa dal vescovo di Caserta Bartolomeo Crisconio, era diretta conseguenza della bolla papale di papa Innocenzo X, che imponeva la chiusura dei piccoli conventi. Nel frattempo, però, l’ex convento aveva già stretto legami con l’istituendo Educatorio di Sant’Agostino (1623).

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Il chiostro del Complesso di Sant’Agostino

Il Complesso fu ceduto alle monache domenicane, che si adoperarono per rimetterlo in sesto: nel 1702 il vescovo Giuseppe Schinosi dispose la sua ristrutturazione a spese della parrocchia cattedrale; ristrutturazione che terminò, verosimilmente, attorno al 1713.

Da questa data in poi, il convento ricominciò a ‘funzionare’, pur versando ancora in condizioni degradate, dato che le monache stesse supplicarono il Re borbonico Ferdinando IV di far intervenire qualcuno. Il Re pensò immediatamente a Luigi Vanvitelli, progettista della contemporanea Reggia di Caserta; intervento documentato dal Real Diploma del marchese Fogliani, in cui si cita l’architetto di origine olandese come responsabile del lavoro di riqualificazione del Complesso di Sant’Agostino.

Descrizione

Quanto effettivamente intervenne il Vanvitelli, però, non è dato saperlo anche se, come sostiene Giovanni Sarnella, “in questa chiesa tutto ci parla di Vanvitelli“: partendo dalla facciata, che riconduce a quella della Chiesa di Santa Maria degli Angeli di San Nicola La Strada, attribuibile a due allievi del Vanvitelli (Bernasconi e Patturelli) che, secondo alcuni, avrebbero effettivamente dato la loro impronta alla nuova chiesa.

Gli interventi del Vanvitelli sono ben più visibili all’interno della chiesa: a pianta rettangolare e navata unica, la Chiesa di Sant’Agostino presenta infatti i meravigliosi racemi e fiorami scolpiti sulle porte, marchio evidente del famoso architetto. Comunque, si può ragionevolmente supporre che egli abbia, anche in minima parte, modificato tutti gli elementi all’interno della chiesa (come ad esempio le “gelosie” del presbiterio e delle parti laterali), dato che lo stesso Vanvitelli domanda più risorse al re per completare il restauro, dato che i soldi erano stati spesi dalle monache più per gli acquisti dei dipinti (tra cui citiamo almeno una tela della Madonna del Rosario e santi domenicani di Girolamo Starace e SS. Anna e Gioacchino con la Vergine in gloria ed i SS. Rocco, Michele e Antonio Abate ad opera di Giacinto Diano, entrambe nelle cappelle laterali), piuttosto che per la ristrutturazione vera e propria.

La Chiesa di Sant’Agostino fu terminata nel 1774 (un anno dopo la morte del Vanvitelli). Nel corso dei secoli successivi, i continui furti e il terremoto del 1805 costrinsero il figlio di Vanvitelli a nuovi interventi di restauro. La collocazione della statua lignea di San Sebastiano, opera dello scultore bolzanese Paul Morder Doss (1922), diede il nuovo nome alla chiesa, che ha una delle storie architettoniche più interessanti della città.

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Ancora un’immagine della Chiesa di Sant’Agostino e l’antistante Piazza San Sebastiano

Come arrivare

A piedi

Il Complesso di Sant’Agostino dista poco più di 600 metri dalla stazione di Caserta. Una volta usciti, andate su Piazza Giuseppe Garibaldi in direzione Via Giuseppe Verdi, e svoltate alla prima a sinistra, verso Viale Vittorio Veneto; svoltate, quindi, a destra sulla SS87, e girate a sinistra proseguendo su questa strada; troverete Piazza San Sebastiano dopo meno di 300 metri, con il Complesso di Sant’Agostino sulla destra.

In auto

Dalla stazione, imboccate Via Giuseppe Verdi e proseguite sempre dritto, fino ad entrare in Via Fulvio Renella; continuate a seguire la strada obbligatoria, svoltando a sinistra su Via Unità Italiana e, dopo poche centinaia di metri, svoltate a sinistra su Corso Trieste; proseguite per poco più di 800 metri e, all’incrocio con la SS87 Sannitica, svoltate a destra: troverete Piazza San Sebastiano e il Complesso di Sant’Agostino dopo una cinquantina di metri.

Contatti e info utili

Sito web: www.comune.caserta.it
Tel.: 0823-321137 (Ufficio Turismo Caserta)
Indirizzo: Piazza San Sebastiano – 81100 Caserta
Orari visita: il Complesso di Sant’Agostino è visitabile, nella sua interezza, durante gli eventi che si svolgono al suo interno

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