L’isola di Ortigia è un vero e proprio gioiello situato nella Sicilia sud-orientale. La particolarità di quest’isola, oltre alla sua incontestabile bellezza, risiede nel suo essere collegata alla terra ferma tramite tre ponti e nell’essere la parte più antica di tutta la città di Siracusa.
Il nome Ortigia possiede origini greche, infatti deriva dalla parola greca “Ortyx” che significa quaglia. L’isola di Ortigia fu la prima ad essere abitata in epoca antica; i primi a solcarne il territorio furono appunto i Greci, seguiti poi dai Romani, dagli Svevi, dagli Aragonesi ed infine dagli Arabi.
Cenni storici
L’isola di Ortigia possiede una storia fortemente antica e già nell’età del bronzo (dal 3.500 al 1.200 a.C.) era abitata. Essa ha ancestralmente rappresentato il cuore della città e grazie agli scavi del famoso archeologo Paolo Orsi, si ha testimonianza di resti di una “abitazione” sicula nei pressi della sorgente naturale. Quando i Greci approdarono all’isola, i Siculi si spostarono verso l’entroterra. Durante l’egemonia greca, l’isola di Ortigia divenne il centro politico e religioso della città; a documentarlo c’è la “Via Sacra“, la via che ospitava l’Artemision e l’Athenianon; quest’ultimo corrisponde all’attuale Duomo di Siracusa.
Dal “periodo buio” ossia il Medioevo, l’isola di Ortigia fu protetta da mura massicce e spesse che furono demolite solo verso la fine dell’800 e tale distruzione comportò una massiva defezione della popolazione dal centro storico con conseguente “inflazione criminalistica“. A questa situazione di degrado si rispose con molteplici progetti di riqualificazione, tra i quali ci fu la nascita di un Museo del Mare, l’edificazione di un hotel a 5 stelle e vennero riaperti due teatri molto importanti, quello comunale ed il teatro dedicato a Giovanni Verga.
Cosa vedere sull’isola
L’isola di Ortigia è il cuore vibratile ed antico della città di Siracusa nonché scrigno di meraviglie per chiunque scelga di visitarla. Le bellezze di Ortigia sono molteplici; essa offre infatti un ventaglio artistico-architettonico molto ampio ed interessante. Tra le più significative ed emblematiche grandiosità di Ortigia vanno menzionate Il Duomo, risalente al V secolo a.C., costruito quale Tempio di Athena, la Tomba di Artemide (1906), il Castello Maniace, il Palazzo Arcivescovile, la Chiesa di Santa Lucia alla Badia, la Chiesa di San Giovanni Battista, il Palazzo Bellomo, la Fonte Aretusa ed il Tempio di Apollo, di grande pregio storico.
Duomo di Ortigia
Il Duomo di Ortigia egemonizza l’intera città, è la “sentinella” più alta dell’isola. Nel punto in cui svetta questo capolavoro architettonico, erano già nati in antichità diversi templi; il più importante ed imponente era il tempio dedicato ad Atena. Le rovine del tempio di Atena sono site all’interno del Duomo. Quest’ultimo, la cui edificazione iniziò nel ‘700, è custode di preziosi mosaici, statue di bronzo e marmo e del famoso simulacro d’argento di Santa Lucia.
Tempio di Apollo
Il Tempio di Apollo ad Ortigia (Siracusa) fu edificato nel VI secolo a.C. e rappresenta il tempio dorico chiuso da colonne (periptero) più antico di tutta la Sicilia nonché, indubbiamente, uno dei monumenti dell’isola di Ortigia più emblematici e rilevanti. Nel corso dei secoli, il Tempio di Apollo è stato protagonista di molteplici metamorfosi. Ci sono testimonianze che riconducono la nascita del tempio quale omaggio ad Apollo, altre, come quella del Console romano Cicerone, quale omaggio ad Artemide. Durante il periodo bizantino, il Tempio di Apollo fu trasformato in una chiesa cristiana, in epoca medioevale in Basilica normanna e con i Mussulmani in Moschea araba.
Il Tempio di Apollo deve la sua “rinascita” (fu scoperto nel 1860) all’archeologo Paolo Orsi il quale fece degli scavi intorno al 1938 ed il 1942. Dell’antica costruzione del Tempio restano attualmente solo due colonne. Il tempio di Apollo è formato da 17 colonne lungo i lati e sulle fronti, l’aula precipua del Tempio è suddivisa in tre navate nelle quali si snodano, separandole, due file di colonne interne.
Attualmente la visita dei resti del Tempio di Apollo non è consentita.