Gli abitanti di Erto-Casso vorrebbero che ci si ricordasse della loro valle, quella del Vajont, per la sua bellezza, la particolarità dei borghi e il suggestivo paesaggio.
Purtroppo, per tutti noi la parola Vajont identifica una massa di 270 milioni di metri cubi di roccia che, la sera del 9 ottobre 1963, si stacca dal monte Toc cadendo nel lago artificiale della diga, creando un’enorme onda d’acqua che, con furia e una forza senza pietà, si scaraventa prima verso i paeselli di Erto e Casso e poi si sfoga su Longarone, radendola completamente al suolo.
Questo è il riassunto conciso ma essenziale della tragedia in cui persero la vita duemila persone. È la storia di una delle più grandi imprese ingegneristiche del boom economico italiano, la storia di una valle che, per un breve periodo, aveva sperato e creduto di essere catapultata nell’epoca moderna, fatta di auto, elettricità e benessere.
Quando arriverete nei pressi della valle del Vajont, verrete subito accolti dalla maestosità della diga, alta 262 metri che, affacciandosi su Longarone, si presenta incastonata tra i monti, in un contesto naturalistico meraviglioso.
La struttura è completamente intatta, sopravvissuta senza il minimo cedimento alla catastrofe naturale, continuando a sottolineare che lei doveva essere il vanto dell’ingegneria italiana in tutto il mondo.
La diga rimane oggi solamente una sorta di attrazione turistica, senza alcun valore produttivo.
Erto e Casso
Erto e Casso sono due piccoli borghi, il primo posto a monte della diga e il secondo arroccato sul versante destro della valle, che hanno mantenuto la loro peculiarità di piccola comunità montana, con le tradizioni e le attività che ne conferiscono un particolare fascino.
Sia per la modesta altitudine che per la rigogliosa vegetazione, il periodo migliore per visitare questi luoghi è, indubbiamente, quello autunnale: quando il bosco inizia la sua trasformazione di colori caldi e sorprendenti e quando la nebbia, in certe mattine, gioca strani scherzi nascondendo al vostro occhio paesi e monti.
Vi segnaliamo un affascinante evento che prende vita, tra le stradine di Erto, fin dalla metà del 1600: il Venerdì Santo si tiene una processione rievocativa in costume, che narra la Passione e la Morte di Gesù. Questa usanza prende origine da un voto fatto dagli Ertani per allontanare un’epidemia di peste che, nel 1631 colpì la valle del Piave; la processione è molto sentita ed ogni anno richiama migliaia di persone.
Itinerari
Il Parco Naturale Regionale delle Dolomiti Friulane organizza delle visite guidate, per incentivare la conoscenza e mantenere viva la memoria della tragedia e, allo stesso tempo, far conoscere anche le aree naturalistiche che circondano la diga.
È possibile prenotare due tipi di visite: la prima legata esclusivamente alla diga, dalla durata di circa 45 minuti, durante la quale sarà possibile accedere al coronamento della diga e vedere dove era situata la stazione di controllo; la seconda, di circa 3 ore, vi accompagna in un’escursione alla scoperta de “i luoghi del Vajont”: verrete guidati per la strada forestale che passa sulla frana del monte Toc e gira attorno a quel che resta del lago del Vajont (solo sassi e terre).
Avrete l’opportunità di vedere la massa di terreno scivolata a valle con ancora i larici, vivi e rigogliosi, stesi in una innaturale posizione orizzontale; fino a giungere alla diga sulla quale, percorrendone il coronamento, attraverserete la valle per arrivare alla chiesetta commemorativa.
Informazioni utili
L’organizzazione delle visite è affidata al Parco Naturale delle Dolomiti Friulane. La biglietteria si trova presso l’ufficio informazioni Diga del Vajont.
Il percorso coronamento diga del Vajont prevede un ticket pari a € 5,00 a persona
L’escursione naturalistica diga e frana del Vajont invece costa € 10,00 a persona; ragazzi sotto ai 14 anni € 5,00; bambini sotto ai 6 anni gratis.
Come arrivare
Da Udine (aeroporto Ronchi dei Legionari) e Pordenone: prendere la direzione di Montereale Valcellina per poi proseguire lungo la strada statale 251 della Valcellina (30 km circa).
Da Belluno direzione Cortina d’Ampezzo: proseguire sulla strada statale 51 e arrivati a Longarone attraversare il fiume Piave, in direzione Codissago, si prosegue fino alle gallerie dove si entra in Friuli e poi alla Diga del Vajont, giungendo dopo 3 km ad Erto.
Contatti
Telefono: +39 0427 87333
Sito web: www.parcodolomitifriulane.it
Email: [email protected]