Avete mai provato quel desiderio irrefrenabile di scoprire nuovi posti, di vedere mete sconosciute, di aprirvi nuovi orizzonti, sotto ogni punto di vista? Ebbene, sappiate che c’è chi lo fa tutti i giorni, in ogni momento della propria vita. E no, non sono solo persone particolarmente ambiziose e ‘sognatrici’, ma sono anche affette da una sindrome: la sindrome di Wanderlust!
La sindrome di Wanderlust, detta anche ‘malattia del viaggiatore‘, è una patologia scientificamente riconosciuta (anche se, aggiungiamo noi, tra le meno gravi!), che portano il soggetto che ne è affetto ad avere una continua voglia di partire e di viaggiare verso l’ignoto, per sperimentarsi sempre in situazioni nuove.
Il significato di Wanderlust
Non si tratta, come potrebbe sembrare a primo acchito, del nome dello scopritore di questa patologia. Wanderlus è invece un termine tedesco, composto da due parole: wander (vagabondare) e lust (ossessione, desiderio).
Associando insieme questa parola composta, dunque, viene fuori il significato di questo termine: l’ossessione di viaggiare, talmente forte da essere stata diagnosticata, appunto, come una vera e propria sindrome. In italiano, a volte questa parola è tradotta col termine dromomania, che rende meno l’idea: deriva infatti, dal greco dromos (corsa) e mania (ossessione), non proprio un sinonimo.
Da cosa ha origine questa sindrome?
Sono recenti le scoperte scientifiche che hanno portato ad una scoperta che ha avvalorato ancor di più la nascita di questa sindrome. Questa ricerca, condotta da David Dobbs del National Geographic, ha dimostrato infatti che la sindrome di Wanderlust sarebbe da collegare ad un gene del nostro DNA.
In particolare, sembra che questo gene sia a sua volta derivato dal gene DRD4-7R, gene associato all’esistenza della dopamina nel cervello. Il gene scoperto da Dobbs, che è correlato anche con i livelli della curiosità e della irrequietezza, è stato soprannominato il gene della Wanderlust.
Secondo questi studi, tale gene sarebbe presente soltanto in una categoria di persone, che presentano alcune caratteristiche, tra cui quella dell’avere la propensione al correre dei rischi, da cui derivano a cascata tutte una serie di predisposizioni: ai nuovi posti, alle nuove idee, ai nuovi sapori, insomma… alla novità, al cambiamento, al progresso e fattore da non sottovalutare, anche all’avventura.
Non crediate che sia un gene molto diffuso. Sembra che soltanto una persona su 5 lo possieda. Sembra poi che esso si sia sviluppato anche seguendo delle ragioni storiche: l’incidenza aumenterebbe, infatti, in quelle popolazioni che hanno effettuato migrazioni o comunque nei popoli nomadi nel corso dei secoli.
La sindrome di Wanderlust: ecco i sintomi
Parliamo di sintomi, sì, ma può sembrare avere la sindrome di Wanderlust potrebbe non essere un grandissimo problema: in fondo, la voglia di scoprire e di ricercare sempre nuovi orizzonti non è un difetto, anzi… Eppure, la sindrome nasce quando questa voglia di viaggiare diventa una vera e propria ossessione! E allora, quali sono i sintomi di questa sindrome?
Innanzitutto, il primo sintomo è l’irrefrenabile voglia, una volta tornati da una vacanza, di ripartire subito per la prossima. Quante volte vi è capitata la sensazione che la vacanza durasse troppo poco, e che avreste subito voluto farne un’altra? Normalissimo, direte voi. Ma se questa faccenda si ripete all’infinito, qualche domanda dovreste pur cominciare a porvela…
Altro sintomo della sindrome di Wanderlust è quella sensazione, dentro di noi, di viaggiare per trovare noi stessi. In effetti, molti cercano il viaggio per perdersi nell’immensità del mondo… Se dobbiamo continuamente (e sottolineiamo: continuamente!) cercare noi stessi tramite una vacanza (e, credeteci, i problemi e i dubbi con cui si parte restano ben ancorati dentro di noi dovunque!) allora la faccenda inizia a farsi complicata.
Tra l’altro, il rischio di concepire così il viaggio è quello di ‘consumare’ il luogo che visitiamo in fretta, e di conseguenza non poterselo mai, davvero godere. Secondo gli specialisti, anche coloro che non vogliono visitare una meta secondo canoni prestabiliti, ma perdendosi nella città, possono essere affetti da questa sindrome.
Appena hai qualche soldo da parte pensi dove puoi andare e mai cosa puoi comprare? E’ da ammirare: meglio le esperienze che le cose materiali, in fondo. Ma se questo comportamento è costante e ossessivo, allora potreste essere affetti da questo disturbo. Particolare sintomo della sindrome di Wanderlust è anche la mancanza di paura nel perdere le proprie amicizie: il viaggiare, comporta un allontanamento dai nostri affetti. Se questa cosa non vi provoca effetto, o comunque ‘il gioco vale SEMPRE la candela’, ecco che scatta un campanello d’allarme.
Discorso analogo va fatto per il proprio luogo d’origine. Non tutti sono felici e fieri delle proprie radici territoriali, ma se il posto è importante e al contempo ‘accantonabile’ per nuove esperienze, secondo gli esperti questo può essere considerato un sintomo. Così come (ma questa sembra una forzatura pure a noi…) la volontà ferma da parte dei giovanissimi di fare un Erasmus o una vacanza studio all’estero. Qui, a nostro giudizio, si tratta di voler cominciare a scoprire il mondo: niente di preoccupante!
Altro sintomo è la consapevolezza che il prossimo viaggio non sarà l’ultimo oppure, detto in altre parole, che il prossimo luogo dove si vive sarà temporaneo, a prescindere da come ci troviamo. Anche la frenetica ricerca di informazioni quando vediamo un articolo su di una località è considerato una possibile avvisaglia di Wanderlust, così come l’irrefrenabile bisogno di fornire informazioni e consigli di viaggio a chiunque parli con te e ti parli del suo prossimo viaggio.
Per alcuni, infine, i souvenir sono i regali per gli altri e appena qualche ricordo materiale. Per voi, invece, sono qualsiasi tipo di foto, monete, biglietti, mappe, piccoli oggetti insignificanti? Allora questa sindrome vi ha già contagiato! Come vedete, insomma, i sintomi sono tra i più svariati, e ci abbiamo anche scherzato un po’ su. Non bisogna scherzare, invece, sui motivi che ci spingono a viaggiare continuamente: partire senza una meta è stimolante, ma una vita senza obiettivi concreti diventa insopportabile!