Siamo di fronte alla vetta più alta e monumentale del mondo quando nominiamo il magnificente e grandioso Monte Everest. La ragguardevole altezza di questo monte raggiunge gli 8.848 metri ed è situato nella catena dell’Himalaya al confine tra Tibet e Cina.
Il Monte Everest presenta nella sua grandezza magica, ben due percorsi precipui di ascesa: quella considerata la via più semplice e normale, ovvero la via per il Colle Sud e la cresta sud-est a cui si accede dal Nepal e quella a cui si accede dal Tibet, la via per il Colle Nord e la cresta nord-est.
La maggior parte delle ascese, se non tutte, si effettuano durante la stagione primaverile prima che i temibili monsoni estivi inizino a mostrarsi. A partire dagli anni Ottanta, l’acme della montagna più alta del pianeta, è diventata una delle principali ed ambite mete di spedizioni commerciali e la cifra di uomini che raggiungo la vetta dell’Everest ha subito un forte incremento. La conseguenza del notevole flusso di alpinisti, ha causato malauguratamente, un aumento dell’inquinamento ambientale proveniente dai campi base.
Cenni storici
Nel 1987, un noto studioso italiano, Ardito Desio, dopo aver appreso che alcuni anni prima un americano, George Wallenstein era stato in grado di misurare l’altezza del K2 grazie alle nuove misurazioni satellitari nate all’epoca, decise di organizzare una spedizione in Asia al fine di misurare entrambe le vette, quella del K2 e quella del Monte Everest. Dopo aver terminato le misurazioni di ambo le vette, l’Everest ottenne il primato di cima più alta del mondo.
Le prime ascensioni, i primi ardimentosi tentativi di scalare la montagna più imponente e grandiosa esistente in natura, avvennero nel 1921, anno in cui vennero organizzate spedizioni britanniche. Il 1924 fu l’anno in cui prese avvio la spedizione britannica all’Everest da parte di Andrew Irvine e George Mallory ma entrambi scomparvero. Dopo 10 anni, venne scoperto il corpo di Mallory, il quale perse la vita durante una discesa. Come morirono esattamente non è però del tutto certo ma alcuni importanti indizi sono consegnati dalla macchina fotografica rinvenuta che molto probabilmente apparteneva ad Irvine.
Nel 1952 venne effettuata la prima ascensione filmata dalla spedizione svizzera sull’Everest diretta dal medico di Ginevra Edouard Wyss-Dunant; lo svizzero Raymond Lambert e Tenzing Norgay scelti come capi dei portatori riuscirono a lambire l’altezza di 8.595 metri, fermandosi quindi pochi metri sotto l’acme dell’Everest. Non fu possibile raggiungere la vetta a causa della scarsa qualità dei respiratori a cui erano accompagnati.
La prima ascensione sicura venne effettuata nel 1953 ad opera del neozelandese Edmund Hillary e dallo Sherpa Tenzing Norgay i quali riuscirono nell’impresa di scalarlo dal Colle Sud e la cresta sud-est. Quando arrivarono all’acme del monte, Hillary pose una croce come simbolo di ringraziamento mentre lo Sherpa si dedicò ad uno spuntino composto di cioccolato e biscotti.
Le scalate
Le spedizioni per l’ascesa del Colle Sud prevedono il raggiungimento dell campo base che si trova in Nepal lungo il versante sud dell’Everest a 5.380 metri. Il tempo di marcia varia dai 6 agli 8 giorni e tutte le necessarie attrezzature vengono trasportate dagli Yak sino al campo base sul ghiacciaio del Khumbu. Gli alpinisti che decidono di scalare l’Everest devono restare al campo base al fine di prendere confidenza con l’altitudine e per acclimatarsi.
Dal campo I, gli alpinisti salgono sulla Western Cwm fino alla base del Lhotse dove si trova il campo II a 6500 metri, mentre dal campo II gli alpinisti salgono la parete del Lhotse con corde fisse fino a una sporgenza a quota 7 470 metri. Da qui sono altri 500 metri fino al campo IV situato sul Colle Sud. Dal campo IV le scalate delle spedizioni commerciali partono intorno alle 20:00 contando di riuscire a lambire l’acme dell’Everest in 10-12 ore.
La prima salita completa della Via del Colle Nord e dalla cresta nord-est venne eseguita da una spedizione cinese nel corso del 1960. Le ascese per questa via prevedono l’accesso all’Everest passando dal Tibet quindi in Cina. Il campo base si posiziona ad un’altitudine di 5.150 metri ai piedi del ghiacciaio; gli alpinisti risalgono dapprima la morena a est del ghiacciaio e poi deviando nella valle fino ai piedi del Changtse a quota 5.800 metri. Nel 1995 invece, venne eseguita la prima spedizione giapponese che prevedeva la salita completa della cresta nord-est.