La città di Quito vi attende per stupirvi con le sue tante attrazioni e il suo grande bagaglio culturale, fatto di storia e arte, che rendono questa località una interessantissima meta turistica.
Quito vanta uno dei centri storici più interessanti dell’Ecuador e quello meglio conservato di tutta l’America Latina ma è anche una perfetta destinazione per gli amanti dello shopping che dovranno fare, assolutamente, una passeggiata lungo la Ronda, la via degli artisti, che oggi ospita un’infinità di negozi e bancarelle con ogni forma di artigianato.
Di sera, lungo la Ronda, potrete ammirare tantissimi artisti di strada e trovare tanti bei locali in cui tirar tardi. Nonostante si trovi sull’equatore, Quito gode di un buon clima temperato. La stagione delle piogge è tra marzo e aprile. In luglio e agosto fa leggermente più caldo ma le notte restano fresche.
Cosa vedere
Sicuramente una passeggiata alla scoperta del centro storico vi farà ammirare i monumenti più significativi in città. La parte vecchia della città è suddivisa in oltre 300 isolati che ospitano almeno 130 edifici di interesse storico, tanto da farla nominare, nel 1978, Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
Il centro storico si trova ad un’altitudine di 2.850 metri, infatti Quito è la seconda città più alta del mondo. Da vedere il monumento Mitad del Mundo, che si trova esattamente dove passa la linea dell’equatore e la Plaza de la Independencia che è il cuore della città vecchia.
Assolutamente da non perdere è la Basílica del Voto Nacional, la chiesa della “Compañia de Jesús”, considerata una delle più importanti opere barocche del Sud America, la chiesa di San Francisco e gli edifici che si affacciano su Plaza Grande, come la cattedrale ed il palazzo arcivescovile.
Tra i siti turistici più conosciuti c’è El Panecillo, una collina al centro della città, sulla cui vetta è posta una statua di una Madonna alata alta 45 metri.
Eccovi alcune mete che vi consigliamo di inserire nel vostro tour della città.
Basilica del Voto Nacional
Questa spettacolare chiesa è una meta assolutamente imperdibile, si tratta di un’imponente struttura alta 114 metri e realizzata in una spettacolare architettura neogotica su cui spiccano alcuni elementi davvero interessanti come gargoyle a forma di iguana, scimmie e tartarughe delle Galapagos, tipiche dello stile ecuadoriano.
La basilica è stata realizzata per volere di padre Julio Matovelle che, nel 1883, paventava l’idea di realizzare un monumento che ricordasse la consacrazione dell’Ecuador al Sacro Cuore. La progettazione fu affidata all’architetto Emilio Tarlier che si ispirò alla Cattedrale di Bourges.
Le opere per la costruzione iniziarono nel 1887 e si protrassero per cinque anni. Per portare alla conclusione i lavori furono chieste parecchie donazioni ai fedeli i quali hanno contribuito ed in cambio hanno ricevuto l’iscrizione del loro nome sulle pietre che costituiscono la struttura.
Sebbene le opere della basilica siano state portante a termine, si dice che, tecnicamente, risulti non finita e, secondo le credenze locali, una volta terminata giungerà la fine del mondo. Nel 1985 la basilica ha ricevuto la sacra benedizione di Papa Giovanni Paolo II in visita a Quito.
All’interno della basilica, lungo la navata, potrete vedere quattordici immagini in bronzo che rappresentano undici apostoli e tre evangelisti. La struttura è composta, inoltre, da 24 cappelle votive e due torri frontali alte 115 metri.
Vi consigliamo di salire sulla piattaforma panoramica della cattedrale per godere da vicino dello spettacolo delle architetture e dell’apparato decorativo esterno. La Basilica si compone di due parti principali: una navata principale, dedicata al Sacro Cuore di Gesù e una più piccola per il Cuore di Maria.
El Panecillo
El Panecillo è uno dei siti turistici più frequentati di Quito perché, grazie alla sua posizione elevata, permette di ammirare lo splendido panorama che abbraccia la città e i dintorni. Sulla vetta de El Panecillo si trova la statua della Madonna alata, alta 45 metri e costruita, nel 1976, dall’artista spagnolo Agustín de la Herrán Matorras.
Il monumento è una copia della statua realizzata da Bernardo de Legarda nel 1734, che potrete vedere sull’altare maggiore della chiesa di San Francesco a Quito. La Vergine poggia su un grande globo di alluminio e calpesta un serpente, come nelle più classiche delle rappresentazioni che ricordano il passo dell’Apocalisse in cui si dice che la Donna schiaccerà la testa del serpente con il suo calcagno.
Meno tipica e assolutamente particolare è la presenza delle ali. Quest’opera è molto importante nel panorama dell’arte di Quito e delle Americhe in generale, infatti la donna si presenta in movimento, come se stesse quasi danzando, in un modo che è assolutamente divergente dalle classiche sculture statiche dell’arte locale.
El Panecillo è una collina alta 200 metri su cui, secondo alcuni studiosi, un tempo gli indios si recavano per adorare il dio sole. Sostengono, infatti, che sulla sommità di questa altura si trovasse un tempio realizzato in onore del dio sole e che sull’altura di San Juan, il rilievo sul lato opposto, si trovasse un tempio dove si onorava la luna, ma che entrambi siano stati distrutti dagli spagnoli.
Il nome della collina significa “pezzo di pane” ma è anche conosciuta con il nome indios Yavirac. Il toponimo gli fu dato dai conquistatori spagnoli che ritenevano assomigliasse proprio ad una piccola pagnotta.
La strada che conduce alla sommità della collina è intitolata a Melchor Aymerich, un militare spagnolo, ultimo presidente dell’Audiencia Reale di Quito. Quando sarete sulla cima de El Panecillo potrete vedere i fianchi del vulcano Pichincha, ovvero il luogo in cui si è disputata la storica battaglia per l’indipendenza dell’Ecuador, dove il maresciallo Sucre vinse gli spagnoli.
Potrete utilizzare il trasporto urbano che vi porterà fino alla sommità de El Panecillo e una volta arrivati in cima, se non vi siete portati il pranzo, potrete approfittare di uno dei due ristoranti in cui assaggiare la buona cucina locale.
Cappella dell’Uomo e Casa Museo Guayasamín
Questa struttura è un’opera del famoso pittore Oswaldo Guayasamín che volle realizzarla per far conoscere la sua arte e fare un vero omaggio all’essere umano. Il progetto fu concepito nel 1985, ma le opere di realizzazione iniziarono solo 10 anni più tardi e si conclusero nel 2002.
La Cappella dell’Uomo fa parte della fondazione Guayasamín e si trova vicina alla casa-museo Taller Guayasamín, residenza dell’artista nei suoi ultimi vent’anni di vita. La Cappella dell’Uomo è stata dichiarata patrimonio UNESCO come «Progetto prioritario per la cultura».
Si tratta di una struttura pensata e realizzata per omaggiare il popolo dell’America Latina.
Nonostante il nome, non si tratta di un luogo di culto, ma è, anzi, decisamente lontana dalla religione, un luogo di meditazione in cui il visitatore può riflettere cammino dell’umanità dell’America del Sud.
È un luogo in cui l’artista ha voluto porre l’attenzione sui più deboli, i popoli discriminati, i bambini, le donne e le vittime della guerra e delle torture di ogni genere. Le opere esposte sono dipinti, murales, sculture inseriti in uno spazio appositamente studiato e realizzato per valorizzare al massimo il messaggio trasmesso.
La Cappella ha una superficie di circa 4000 metri quadrati e si presenta su 2 livelli: la camera contemporanea, al piano primo e la camera pre-ispanica al piano terra.
Casa Museo Guayasamín è stata costruita tra il 1976 e il 1979 e fu sempre abitata dal maestro Oswaldo Guayasamín fino alla sua morte. L’opera fu realizzata dall’architetto Gustavo Guayasamín, fratello dell’artista, seguendo indicazioni dello stesso Oswaldo.
Si presenta come una serie di blocchi geometrici con degli elementi simbolici, come il muro bianco che si staglia sul muro di pietra, che rappresenta la preoccupazione costante del pittore sull’identità latinoamericana. La residenza occupa 2.000 metri quadrati e ospita alcune delle opere originali di Guayasamín.
Potrete visitare anche la cantina, un luogo in cui Oswaldo amava trovarsi con gli amici più intimi ed il giardino in cui si trova “The Tree of Life”, un pino piantato dopo la morte dell’artista su unterreno che contiene le ceneri di Guayasamín.
Il Museo della città
Il Museo della Città è una struttura ideale per scoprire la storia di Quito. Si tratta di un museo completamente incentrato sulla vita quotidiana di Quito, fin dai suoi primi insediamenti risalenti alla fine del XIX secolo. Il museo si trova all’interno di un edificio che in origine era di proprietà della Confraternita della Carità e della Misericordia e per questo viene chiamato la San Juan de Dios.
Tra il 1706 e il 1830 la proprietà dell’edificio passò all’Ordine del Betlehemitas che offriva assistenza sanitaria e conforto spirituale mentre, dalla metà del XIX secolo al 1974, l’amministrazione della struttura e dell’ospedale venne trasferita allo stato.
La natura dello stabile è parte integrante del museo, infatti, all’interno delle stanze troverete informazioni, scritti e oggetti che ricordano il vecchio ospedale. Sarà, in questo modo, molto facile immaginare com’era strutturato l’edificio, come funzionava l’infermeria e la struttura in genere.
Il museo contiene pezzi archeologici e collezioni di opere d’arte e artigianato, di diversi periodi storici, che illustrano il fiorito panorama delle opere manifatturiere locali. La struttura è divisa in tre parti: antiche società, Quito e dominio coloniale, Quito XIX secolo. Le mostre del museo sono collegate e completate dalle esposizioni che si possono vedere presso la chiesa dell’Ospedale e la morgue dell’ospedale.
Il museo si trova in via García Moreno ed è aperto da martedì a domenica dalle 9.30 alle 17.30.
Chiesa della Compagnia di Gesù
La chiesa e il convento de La Compagnia di Gesù si trova all’angolo della strada García Moreno con strada Sucre, nei pressi del Museo della Città. Questa bellissima struttura è considerata una delle massime espressioni dell’architettura barocca del continente americano, tanto da guadagnarsi l’appellativo di Tempio di Salomone in Sud America.
Il complesso comprende la residenza di San Ignacio, la casa madre dei gesuiti in Ecuador. Durante il periodo coloniale è stata sede dell’Università di San Gregorio Magno e, a partire dal 1862, del collegio San Luis Gonzaga. Nel 1985 la Chiesa della Compagnia ha ospitato Papa Giovanni Paolo II durante la sua visita in Ecuador.
Per completare le opere di realizzazione della chiesa furono impiegati circa 160 anni, perciò la struttura presenta diversi stili architettonici, sebbene l’arte barocca spicchi su tutti. La caratteristica più impressionante è l’impostazione dei principali pilastri del tempio e della pala d’altare che sembrano muoversi mentre si cammina all’interno della chiesa.
I pilastri presentano una serie di figure geometriche che ricordano lo stile moresco portato dagli spagnoli, mentre la cappella di Santa Mariana de Jesus presenta una decorazione e un arredo completamente neoclassico.
La base della struttura è a croce latina inscritta in un rettangolo, tipico della seconda fase del Rinascimento, su cui insiste un’alta volta a botte. La navata centrale è lunga ben 58 metri e poggia su bellissimi pilastri quadrati che sostengono le arcate.
Le cappelle laterali sono ricoperte di piccole cupole e hanno piccole finestre. L’interno è finemente decorato con ogni genere di dipinti, stucchi e sculture, in pieno stile barocco. La grande pala d’altare riempie completamente il fondo del presbiterio ed è composta da tre corpi sovrapposti. Vi assicuriamo che la Chiesa della Compagnia di Gesù è un vero spettacolo tanto che una semplice descrizione non può bastare.
Queste sono alcune delle mete che vi consigliamo di toccare a Quito, ma in città c’è davvero molto ancora da vedere. Buona vacanza!