Pristina è una destinazione ottima per chi ha un budget ridotto, infatti locali, alberghi ed ingressi ai musei sono davvero economici. La città è particolarmente affascinate e racchiude al suo interno un mix di culture, lingue, stili architettonici che rispecchiano un po’ l’Europa dell’Est e un po’ la Turchia.
Appena arrivati in città, lasciati fuori dalle porte di Pristina le campagne, verrete accolti da un paesaggio completamente diverso, caratterizzato da alti palazzi e lunghi viali asfaltati.
Probabilmente la prima cosa che vedrete sarà la grande statua di Bill Clinton. Si tratta di un’opera alta 10 metri che è stata realizzata per ringraziare il presidente degli States per l’aiuto durante la lotta contro il governo della Federazione Jugoslava.
Cosa vedere
Ci sono diversi luoghi d’interesse in città, ma vedrete soprattutto una continua contraddizione tra zone ricche e zone povere, tra mussulmani e cattolici, tra ieri ed oggi. Proprio come accade in pieno centro dove potrete vedere l’incompiuta cattedrale ortodossa che si sovrappone alla moschea.
Tra le opere che potrete facendo una passeggiata tra le vie del centro, vi segnaliamo il monumento dedicato al condottiero e patriota albanese Giorgio Castriota Scanderbeg e la statua di Madre Teresa di Calcutta, particolarmente amata dai suoi connazionali, tanto istituire una festa nazionale il 19 ottobre, giorno in cui si ricorda il premio Nobel per la Pace ricevuto dalla suora albanese.
Potrete vedere anche la grande cattedrale dedicata alla Beata Madre Teresa, le cui opere non sono ancora state portate al termine e che diventerà uno degli edifici più alti ed imponenti di Pristina.
Eccovi, di seguito, alcune mete interessanti che potrete toccare in città.
La moschea Fatih
La moschea Fatih, conosciuta anche come moschea imperiale, si trova nel centro storico di Pristina, di fronte alla torre dell’orologio, ed è la più grande che potrete vedere in città: si fa notare, soprattutto, per la sua cupola di 15 metri di diametro.
La sua realizzazione fu voluta dal Sultano Mehmet II, conosciuto anche come El-Fatih (il conquistatore), da cui prende il nome la moschea, e avvenne tra il 1460 e il 1461. El-Fatih è uno dei personaggi storici più importanti ed è considerato un eroe nazionale, sia in Kosovo che in Turchia, grazie alle sue imprese che lo hanno visto conquistatore di Costantinopoli a soli 21 anni.
L’imponente struttura, che per l’epoca in cui è stata realizzata era davvero eccezionale, rimane tutt’oggi la più grande costruzione di questo tipo in tutta la regione. Tra il 1682 ed il 1683, sotto il regno del Sultano Mehmet IV, la moschea venne ristrutturata e poco più tardi, nel 1689, durante l’occupazione austriaca, fu utilizzata come chiesa di culto gesuita e fu intitolata a Francesco Saverio.
Il minareto che vedrete non è l’originale, bensì una fedele ricostruzione della struttura che venne distrutta dal terremoto del 1955. Internamente la moschea è finemente decorata con motivi floreali e arabeschi molto dettagliati che salgono dalle pareti fino ai soffitti, mentre sopra la porta principale spicca un’incisione in arabo dedicata al Sultano Mehmet II.
Purtroppo il tempo e gli agenti atmosferici hanno fortemente danneggiato la struttura ma rimane, comunque, uno dei monumenti storici più importanti della città ed un’icona nazionale in cui si ritrovano ogni giorno moltissime persone e durante le preghiere del venerdì l’afflusso è così grande che le persone si dispongono nel cortile e per strada.
La biblioteca nazionale
L’edificio che ospita la biblioteca nazionale è uno dei più discussi e meno amati della città. Si tratta di un chiaro esempio di architettura socialista jugoslava, realizzato con l’intento di rafforzare l’idea antiserba in Kosovo.
Il fabbricato è stato terminato nel 1982, in forte ritardo rispetto a quanto previsto e in un periodo particolarmente difficile per la Repubblica Socialista Federale Jugoslava che stava entrando in un grave periodo di crisi economica, sociale e politica che portò alla sua scomparsa.
L’edificio venne progettato dall’architetto croato Andrija Mutnjakovic, che venne fortemente criticato per l’aspetto esteriore che conferì alla struttura. Si tratta di un fabbricato che occupa 16.500 metri quadrati, composto da 99 cupole di diverse dimensioni ed interamente coperto da una rete da pesca di metallo.
Al suo interno ci sono ampie sale di lettura, sale che ospitano mostre temporanee, collezioni speciali e un anfiteatro di 150 posti, mentre l’atrio è spesso utilizzato eventi culturali. L’atrio ha un pavimento mosaicato e si trova sotto la più grande cupola della biblioteca. L’idea dell’architetto era quella di mescolare tra loro, in uno stile completamente moderno, l’architettura bizantina e islamica.
Oggi, la Biblioteca Nazionale del Kosovo si pone l’importante obbiettivo di raccogliere, preservare e rendere accessibile il grande patrimonio letterario della nazione. All’interno della biblioteca sono conservati oltre 2 milioni di libri, alcune collezioni di libri antichi, vecchi giornali e riviste, manoscritti albanesi in latino e greco e preziosi testi arabi.
Inoltre, sono conservate diverse mappe e molti documenti fotografici che rappresentano il patrimonio culturale nazionale. La biblioteca nazionale è considerata uno degli edifici più brutti del mondo e, probabilmente proprio per questo motivo, una della attrazioni più visitate in Kosovo.
Il Museo Etnografico
Una visita a questo interessante museo potrebbe essere il modo migliore per avvicinarsi e conoscere la storia e la tradizione della città di Pristina. Il museo si trova all’interno di una casa tradizionale del XVIII secolo che fa parte di un complesso architettonico chiamato Emin Gjiku, un vero un monumento della cultura del tempo.
Il nome deriva dalla famiglia proprietaria che però era conosciuta come Emin Gjikolli, un vezzeggiativo che significa “piccolo uomo”. Il complesso di Emin Gjiku fu trasformato in museo nel 2006 ed al suo interno ospita oggetti legati alla vita quotidiana dei kosovari: strumenti di lavoro e di uso privato.
La struttura stessa è un prezioso oggetto che racconta l’architettura tradizionale tipica per la regione e al suo interno sono stati ricavati ambienti in cui si rivivono momenti essenziali della vita di una persona.
Potrete camminare attraverso l’esistenza di un abitante tipico di queste terre, vedere i riti legati al matrimonio, alla nascita e alla sepoltura; l’abbigliamento tipico e gli oggetti da lavoro. Potrete conoscere l’antico metodo di lavorazione della ceramica chiamato Pottery, che fino al 1970 era ancora largamente usato per la realizzazione di contenitori ed oggetti di uso quotidiano.
Il museo ha al suo interno anche uno shop interessante dove potrete acquistare oggetti tipici della tradizione locale, come i tradizionali copricapi chiamati Plis, simili a gusci d’uovo. Il museo etnografico si trova in viale Bill Clinton 112/8 ed è aperto tutti i giorni.
Il Parco Germia
Se volete trascorrere qualche ora di tranquillità fuori dal centro città, il Parco Germia è il luogo ideale in cui rifugiarvi. Si trova sulle colline appena ad est della città ed è facilmente raggiungibile con le linee degli autobus 4, 5 e 9. Il parco è amato soprattutto per la sua area ricreativa con piscina e le belle foreste che lo circondano in cui abbondano sentieri e percorsi escursionistici.
L’area è davvero bella e la grande varietà di flora e fauna ne rendono davvero piacevoli le escursioni. Il parco è il luogo ideale anche per gli amanti della mountain bike.
Parco Germia si estende per una superficie di 62 chilometri quadrati ed il suo punto più alto si trova a Butos ‘Peak, a 1050 metri sul livello del mare. L’area ricreativa del Parco Germia comprende una grande piscina circondata da prati, un parco giochi per bambini, campi sportivi e locali in cui potrete mangiare e ristorarvi.
Il Monumento Newborn
Il monumento Newborn è una delle attrazioni turistiche più conosciute in città. Si tratta di un’installazione artistica caratterizzata dalla scritta in lingua inglese che dice, appunto, “Newborn”. Il monumento è stato inaugurato il 17 febbraio 2008, il giorno in cui il Kosovo ha dichiarato l’indipendenza dalla Serbia.
Inizialmente la scritta è stata dipinta con un giallo pallido e successivamente è stata riempita con le bandiere dei paesi che hanno riconosciuto il Kosovo. Il monumento, che è lungo 24 metri e pesa 9 tonnellate, è stato ideato da Fisnik Ismaili ed è stato realizzato in solo 10 giorni di lavoro.
La parola “Newborn” rappresenta la nascita di un nuovo paese ed è stata espressa in lingua inglese perché fosse di facile comprensione per tutti, sottolineando come il Kosovo sia un paese che punto all’innovazione. Potrete vedere Newborn in Rr. Luan Haradinaj.