Craco, paese fantasma e meta turistica: vi ruberà il cuore a prima vista!

Craco, in Basilicata, detta città fantasma, nonostante in rovina, è meta turistica apprezzata per la bellezza surreale e misteriosa, tra i calanchi e gli antichissimi alberi di olivo e cipresso.

Craco, paese fantasma e meta turistica: vi ruberà il cuore a prima vista!

Craco è un antico borgo che risale al VIII secolo a.C. in provincia di Matera, in Basilicata. Fu dominata dai greci, dai bizantini e dai normanni. I monaci la trasformarono in paese agricolo e, sotto l’Arcivescovo Arnaldo di Tricarico, prese il nome di Graculum, ossia piccolo campo arato.

Con i Normanni, il paese diventa un importante centro militare grazie alla sua posizione strategica. Nel 1276 Craco diventa sede di una Universitas.

Nel Medioevo fu sotto il potere delle più potenti famiglie del tempo: i Monforte, i Del Balzo, gli Sforza, i Sanseverino. Con l’ascesa al trono di Carlo I d’Angiò (1268), Craco diventa feudo di Pietro de Beaumont. Nel 1799, gli abitanti tentano di respingere i padroni feudatari aderendo agli ideali repubblicani ma il tentativo fallisce.

Nel XV secolo, la città si espande intorno a quattro palazzi nobiliari: Palazzo Maronna, Palazzo Grossi, Palazzo Carbone e Palazzo Simonetti. Si narra che San Vincenzo martire e San Maurizio raggiunsero Craco di ritorno dalle Crociate in Terra Santa

Oggi è una città fantasma. A causa delle frane, di un’alluvione e di un terremoto che hanno colpito il paese, nel 1963 Craco è stata evacuata completamente costringendo i suoi cittadini a trasferirsi a valle. Gli eventi, infatti, avevano completamente distrutto la rete idrica e fognaria.

Lungo la strada per raggiungere Craco, il paesaggio cambia: il giallo ocra dei calanchi sostituiscono il verde dei boschi tipici della Basilicata. La città si riconosce per le case costruite sulla roccia e il tempo sembra essere stato fermato dall’atmosfera che l’avvolge.

Ogni anno il paese, nonostante sia considerato pericoloso perché in rovina, è visitato da numerosi turisti che ne apprezzano la bellezza surreale e misteriosa, avvolta tra i calanchi e gli antichissimi alberi di olivo e cipresso.

Il paese oggi è curato, monitorato e preservato da un’impresa locale ed il centro storico dal 2010 è visionato dal World Monument Fund, organizzazione internazionale indipendente che tutela i luoghi importanti da un punto di vista storico-culturale in tutto il mondo.

Visibili e riconoscibili sono ancora i resti del campanile della Chiesa Madre; le strade con le grosse scale in pietra conducono il “pellegrino” che affronta un cammino in salita molto ripido e impegnativo verso una piazza, sede del Palazzo Grossi e la chiesa dedicata a San Nicola Vescoco.
La torre normanna (1040 d.C. circa), splendida e maestosa, sembra continuare ad osservare la città, le praterie e i calanchi dall’alto.

La cittadina, per le sue caratteristiche naturali, è anche stata scelta come set cinematografico da registi italiani ed hollywoodiani sin dagli anni Sessanta.

Tra i film ricordiamo: Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, La lupa di Alberto Lattuada, Il Cristo si è fermato a Eboli di Francesco Rosi, Il sole anche di notte di Paolo e Vittorio Taviani, King David di Bruce Beresford, La passione di Cristo di Mel Gibson, Agente 007 – Quantum of Solace di Marc Forster, Basilicata coast to coast, di Rocco Papaleo.

Film e documentari sul paese oggi sono raccolti all’interno del Parco Museale Scenografico che comprende l’Atelier di arte, cinema e design.