L’Arco di Galerio è uno dei monumenti più famosi di Salonicco, e venne eretto tra il finire del III secolo ed i primi anni del IV, in seguito alla vittoria romana contro i persiani sasanidi di Narsete.
Quest’arco raffigura Galerio, all’epoca cesare di Diocleziano, in diverse fasi del conflitto, ed è compreso di immagini simboliche che richiamano la presenza dei tetrarchi fra gli dèi dell’Olimpo.
Cenni storici
Il contesto in cui si colloca la creazione dell’Arco di Galerio è quello delle campagne sasanidi, una lunga serie di spedizioni intrapresa proprio da Galerio tra il 296 ed il 298 che lo vide contrapporsi al sovrano sasanide Narsete. Eutropio suggerisce che sia possibile datare l’inizio del conflitto al 293, anno dell’invasione persiana della Siria, ma fu solo nel 296 che Galerio venne inviato da Diocleziano ad intraprendere la campagna militare vera e propria.
Dopo un iniziale fallimento nel 296, Galerio attraversò le montagne dell’Armenia nel 297 e sconfisse il re persiano, riconquistando la Mesopotamia e costringendo Narsete alla firma di una pace estremamente vantaggiosa per i romani. Questa pace, imposta da Diocleziano, lasciò tuttavia l’amaro in bocca a Galerio, poiché egli avrebbe preferito continuare la campagna per tentare di conquistare l’intera Persia, allo scopo di ridurla allo status di provincia romana.
L’ambizioso Cesare di Diocleziano decise quindi di erigere un monumento ad imperitura memoria del proprio successo a Tessalonica, l’attuale Salonicco. L’Arco di Galerio venne pertanto realizzato fra il 298 ed il 303; due anni più tardi egli stesso diverrà imperatore, e la sua morte segnerà definitivamente la fine della tetrarchia.
Descrizione
L’Arco di Galerio sorge in quella che è oggi Egnatia & Dimitrios Gounari Street, ed era originariamente composto da ben otto pilastri che andavano a formare tre arcate a tutto sesto, e la sua facciata era in muratura rivestita con pannelli di marmo che rappresentavano le imprese del cesare romano. L’apertura centrale era larga 9,7 metri ed alta 12,5, mentre i due archi laterali erano larghi 4,8 metri e ne misuravano 6,5 in altezza. Da qui passava la famosa Via Egnatia, la principale strada romana che collegava Dyrrachium (l’attuale Durazzo) a Bisanzio, ed attraversava la città di Tessalonico in virtù di decumano.
Ad oggi sono rimaste in piedi solo poche porzioni dell’opera originale, ed i resti dell’arco sono stati restaurati, mentre alcune sue parti sono state rinforzate con l’utilizzo di mattoni moderni per consolidare la struttura allo scopo di preservare il monumento, poiché l’intera parte Est del complesso, nonché uno dei pilastri ad Ovest, non sono sopravvissuti fino a noi. I due pilastri che fiancheggiano l’arco centrale hanno tuttavia mantenuto le loro lastre di marmo scolpite, che rappresentano Galerio in alcune fasi della sua campagna contro i sasanidi.
In particolare la colonna Sud raffigura diverse scene, divise secondo le seguenti tematiche: “Arrivo dell’imperatore in una delle città orientali”, nella quale Galerio visita la città di Eriza, “L’onore del conquistatore d’Oriente”, in cui egli è seduto su una pietra cilindrica con uno scettro, e la dea Vittoria tiene una corona sul suo capo, “Galerio riceve l’ambasciata persiana”, rappresentante la resa dei persiani, scolpiti in ginocchio nell’atto di supplicare l’imperatore e “Sacrificio”, in cui i due tetrarchi Galerio e Diocleziano offrono un tributo agli dèi.
Le scene della colonna Nord sono invece così divise: “Battaglia sul fiume”, che si rifà alla battaglia combattuta proprio lungo il fiume, e presenta Galerio nudo dalla vita in su nell’atto di colpire un nemico con la propria lancia, “Uscita dei prigionieri dalla città sasanide”, nella quale si possono vedere la città sasanide, rappresentata da due torri con una porta al centro e le donne catturate con i cammelli, “L’Imperatore è accolto con benevolenza dai nemici”, in cui Galerio viene rappresentato in abiti civili seduto su una carrozza, con alcune donne ad accoglierlo, “Misericordia dell’Imperatore”, con gli augusti seduti ed i cesari al loro fianco, che verte sull’esaltazione del perdono romano concesso agli sconfitti e “Prigioniere sasanidi”, una composizione andata per gran parte perduta, che raffigura un gruppo di donne prigioniere con le tuniche.
Come arrivare all’Arco di Galerio
Per raggiungere l’Arco di Galerio dalla stazione ferroviaria di Salonicco scendere lungo Dim. Margaropoulou e svoltare a sinistra per Michail Kalou, proseguendo dritto su Agiou Dimitriou fino a trovare Leonida Iasonidou sulla propria destra. Prima della curva svoltare a sinistra (dopo aver sorpassato la tipografia digitale De Novo 360) quindi prendere sempre la prima a destra per tre volte.