“Città libera”, questo vuol dire Freetown, il nome della capitale della Sierra Leone. Affacciata sulla penisola omonima che si estende nell’Oceano Indiano, la città è circondata da colline, foreste tropicali e magnifiche spiagge bianche.
Capoluogo dell’Area Occidentale e del Distretto Urbano dell’Area Occidentale, Freetown gode di un clima monsonico tropicale con forti precipitazioni durante la stagione delle piogge che va da maggio a ottobre.
La sua fondazione risale al 1787 quando alcuni schiavi liberati si insediarono qui: colonia britannica, riuscì a resistere ad un saccheggio da parte dei francesi avvenuto nel 1794. Le residenze costruite ricordavano lo stile della Nuova Scozia, stile che rimase anche successivamente. Freetown vide il suo sviluppo maggiore in seguito all’arrivo di alcuni soldati africani ed indiani che avevano combattuto le Guerre Napoleoniche tra le fila britanniche.
In seguito alla guerra civile che ha subìto, la Sierra Leone non è un paese estremamente sicuro: Freetown, con le dovute accortezze, è però visitabile così come Bo, Kenem e Lokomasama. Evitate di spostarvi di notte e pianificate al meglio il vostro viaggio, acquistando se potete dei pacchetti organizzati. Per spostarvi in città preferite i taxi agli autobus: sono più comodi e anche molto economici. Per ogni evenienza potete contattare l’Ambasciata Italiana al seguente numero: (00 225) 22 446170 o 446361.
Cosa vedere
Scopriamo insieme cosa visitare a Freetown, tra bellezze naturali, mare fantastico e una città tutta da godere.
Le spiagge
Molte delle spiagge più belle del continente africano si trovano lungo le coste della penisola di Freetown con i suoi 40 km. Vi consigliamo di preferirle nei giorni feriali perché potrete godervele al meglio, nella tranquillità e in tutta la loro bellezza naturale. In queste spiagge vengono spesso organizzate battute di pesca e, se siete qui tra settembre e gennaio, potrete anche partecipare a delle uscite per l’avvistamento delle balene.
Gli amanti veri del mare potranno anche affittare una capanna direttamente sulla spiaggia (anche a soli 4€) e vivere qui a stretto contatto con la popolazione locale. Se inoltre volete degustare pesce freschissimo sappiate che potete farlo a prezzi davvero low cost: praticamente in ogni luogo è possibile mangiare a soli 5€.
La più famosa spiaggia di Freetown è sicuramente Lakka Beach, un angolo di paradiso tra i più conosciuti e molto apprezzato nei fine settimana. La natura la fa da padrone e la spiaggia soffice e bianchissima vi conquisterà. L’acqua cristallina dal colore cobalto vi stupirà e se vorrete potrete anche mangiare piatti tipici in uno dei tanti ristoranti della zona.
Non molto distante si trova poi Sussex Beach: siamo a metà della penisola e qui è possibile fare immersione per avvistare vecchi relitti di navi. A detta di tutti però la spiaggia più bella è River No 2: il paesaggio circostante è meraviglioso e gli amanti del surf potranno dedicarsi alla loro passione. Un’altra spiaggia da segnare in agenda? Quella di Lumley Beach.
I monumenti di Freetown
Il centro di Freetown è interessante da scoprire. Per darvi un’idea di come orientarvi in città sappiate che nel centro ci sono i quartieri più moderni con tanto di grattacieli, palazzi che ospitano gli uffici e il quartiere di Tower Hill nel quale sorge il palazzo del Parlamento; verso est ci sono invece i sobborghi più poveri della città dove la criminalità è più diffusa e per questo sconsigliamo di visitare; ad ovest del centro ci sono invece i quartieri residenziali, più sicuri da esplorare.
Ma partiamo dal simbolo della città: il Cotton Tree, l’albero del cotone intorno al quale venne costruito il primo insediamento. Ha probabilmente sui 500 anni e viene abitato da una colonia di pipistrelli. Tappa obbligata per chi visita la capitale della Sierra Leone, è un albero maestoso che viene visitato anche da molti cittadini che si recano qui per pregare e donare offerte.
Non distante dal Cotton Tree c’è il Museo Nazionale: al suo interno è ospitata una collezione di diversi reperti storici e di maschere tradizionali. Di fronte troverete poi il Palazzo di Giustizia e, sempre nelle vicinanze, i Gradini portoghesi e la Porta degli schiavi: se volete fare una pausa e vedere come fanno la spese gli abitanti di Freetown fate un salto al King Jimmy, un mercato molto affollato così come il Basket Market (quest’ultimo si trova vicino al lungomare).
Tra gli edifici religiosi da visitare vi consigliamo la Chiesa di San Giovanni: venne costruita intorno al 1820 dagli schiavi che tornavano dalla Giamaica ed è un tipico esempio di architettura krio (la riconoscerete perché si tratta di un edificio basso, bianco e dalle grandi finestre: è a solo un paio di isolati da Cotton Tree).
Altri edifici interessanti sono la Cattedrale di San Giorgio che venne completata nel 1828, la Cattedrale del Sacro Cuore e la Moschea di Foulah Town che venne invece costruita negli anni Trenta. Sempre in centro potete vedere l’università più antica dell’Africa occidentale, il Fourah Bay College.
L’isola di Bunce
Dopo aver scoperto Freetown spingetevi verso est, a circa 30 km, sull’isola di Bunce. Lunga circa 1600 metri e larga 350, questa isola è alla foce della baia ed è uno dei luoghi storici della capitale della Sierra Leone. La sua era una posizione strategica, direttamente su uno dei porti più importanti dell’Africa: venne colonizzata nel 1670 dai mercanti di schiavi britannici ed è qui che venne eretto un forte. Quest’ultimo venne attaccato dai francesi più volte (nel 1695, nel 1704, nel 1779 e nel 1794) e dai pirati nel 1719 e nel 1720. Non a caso l’isola di Bunce è, sin dal 1948, un sito storico protetto, primo esempio in tutta la Sierra Leone.
Luogo della memoria, questa isola poco distante da Freetown è da visitare per le rovine del forte che emergono da una lussureggiante vegetazione, nella zona settentrionale di Bunce. Il forte venne edificato nel 1672 mentre gli altri edifici risalgono al XVIII secolo. Proprio su questa isola venivano venduti gli schiavi catturati nell’entroterra, schiavi che poi venivano spediti in Georgia o in South Carolina (molti antenati degli afroamericani provengono proprio da qui).