Guida di Addis Abeba

La capitale etiope, con la sua storia ultrasecolare, saprà offrirvi una vacanza davvero indimenticabile! Ecco una breve guida che vi aiuterà a godervi al massimo il vostro soggiorno ad Addis Abeba

Guida di Addis Abeba

Addis Abeba, che tradotto dall’amarico significa “fiore nuovo“, è la capitale dell’Etiopia nonché la sua più grande città, divisa in 10 distretti e 99 reparti. Per la sua importanza storica, politica e diplomatica per l’intero continente e per il fatto che ospita la sede dell’Unione Africana (UA), quella della Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’Africa (UNECA), quella del Corno d’Africa Press Institution e numerose altre organizzazioni continentali e internazionali, Addis Abeba viene spesso definita la capitale politica dell’Africa.

Popolata da persone provenienti da diverse regioni dell’Etiopia – e che quindi hanno ben 80 nazionalità diverse, parlano 80 lingue differenti e appartengono a a diverse comunità religiose -, Addis Abeba è una città fortemente multiculturale, un luogo in cui culture, tradizioni e storie si incontrano e si compenetrano. La città è stata fondata nel 1886 dall’imperatore Menelik II ed è cresciuta attorno al primo accampamento molto in fretta.

Devastata durante la seconda guerra mondiale – anni durante i quali la sua storia è stata molto travagliata -, la capitale etiope ha visto il ritorno dell’imperatore Haile Selassie, il quale ha portato avanti un progetto di ricostruzione della città e ha fondato, nel 1963, l’Organizzazione dell’Unità Africana – l’OUA, sostituita nel 2002 dall’Unione Africana -.

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Addis Abeba vista dall’alto

Cosa vedere

Ecco a voi un piccolo vademecum su quelle che sono alcune delle attrazioni principali di Addis Abeba, un utile spunto da cui partire per scoprire questa splendida città!

Piazza Meskel

Piazza Meskel è la piazza principale di Addis Abeba dove spesso vengono organizzate manifestazioni e festival, tra i quali il Meskel Festival – dal quale la piazza stessa prende il nome – che viene celebrato da oltre 1600 anni e consiste in una festa che commemora il momento in cui il crocifisso (“Meskel” vuol dire, appunto, “croce”) si rivelò all’imperatrice Elena di Costantinopoli, madre di Costantino il Grande, evento al quale partecipano ogni anno migliaia di persone.

Dopo la caduta della monarchia nel 1974, Piazza Meskel era stata stata ribattezzata “Abiot” o Piazza della Rivoluzione ed è stata ampliata notevolmente in modo da poter ospitare le parate annuali del Giorno della Rivoluzione (festeggiato il 12 settembre) e del primo maggio, tre giganteschi ritratti di Karl Marx, Friedrich Engels e Lenin furono eretti nella piazza e i festeggiamenti per l’apparizione del Meskel furono sospesi.

Tra il 1988 e il 1991, però, il nuovo governo ateo di Addis Abeba ha ufficialmente permesso che il Meskel Festival venisse nuovamente celebrato nella piccola piazza antistante le porte meridionali della Cattedrale di San Giorgio; infine, dopo la caduta di Mengistu Haile Mariam, il breve governo del generale Tesfaye Gebre Kidan ha ripristinato il nome originale di Piazza Meskel, e il governo popolare etiope del Fronte Democratico Rivoluzionario ha restituito il festival alla grande piazza.

Da qui passa oggi anche l’annuale Great Ethiopian Run, occasione in cui i corridori la attraversano passando affianco al Monumento Nazionale in memoria di tutte le persone massacrate dal regime Derg durante il periodo del “terrore rosso”, costruito all’entrata orientale della piazza e luogo di sepoltura dei resti di molte vittime di quel periodo.

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La Meskel Square di Addis Abeba

Palazzo Nazionale

Il Palazzo Nazionale di Addis Abeba – noto anche come Palazzo del Giubileo – fu costruito nel 1955 proprio in occasione del Giubileo d’argento dell’imperatore Haile Selassie. Dopo un tentativo di colpo di stato nel Guenete Leul Palace, avvenuto nel 1960, l’imperatore fece del Palazzo del Giubileo la sua residenza principale, pur lasciando che la sede del governo rimanesse presso il Palazzo Imperiale.

Ampliato fino ad essere raddoppiato nelle sue dimensioni tra il 1966 e il 1967, il palazzo è stato il luogo in cui l’imperatore Haile Selassie è stato detronizzato nel 1974; in quell’occasione, il Derg ribattezzò il palazzo col nome di Palazzo Nazionale che ancora oggi conserva. L’edificio venne quindi utilizzato come luogo riservato ai banchetti, ai ricevimenti di Stato e alle cerimonie statali che coinvolgevano importanti capi di Stati in visita ad Addis Abeba.

Con la caduta del Derg e la proclamazione della Repubblica Federale, il Palazzo Nazionale è diventato la residenza ufficiale del presidente della Repubblica Federale Democratica d’Etiopia, il quale utilizza il palazzo per funzioni ufficiali. Stando a ciò che ha annunciato il governo etiope, l’intenzione è ora quella di costruire una nuova residenza presidenziale ufficiale, adibendo così il Palazzo Nazionale a museo comunale per la città di Addis Abeba.

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L’ingresso del Palazzo Nazionale

Africa Hall

L’Africa Hall è la sede permanente del UNECA, la Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’Africa. La struttura, costruita nel giro di soli 18 mesi, è stata completata per la prima volta nel mese di febbraio del 1961 e si estendeva su una superficie complessiva di 75.000 metri quadrati, composto da 3.600 metri quadrati di sale per conferenze, 5.500 metri quadrati di uffici e 4.700 metri quadrati di servizi generali.

Dieci anni dopo l’inaugurazione della struttura, però, è stato avviato un progetto finanziato dalle Nazioni Unite per ampliare ulteriormente l’edificio, e i lavori di questo progetto – che hanno permesso al complesso di ingrandirsi di ben 130.000 metri quadrati – sono stati completati nel 1975. L’Africa Hall di Addis Abeba è stata voluta dall’imperatore Haile Selassie e progettata a dimostrazione del fatto che anche in Etiopia è possibile costruire grandi edifici.

Proprio in questo centro congressi è stata fondata l’Organizzazione per l’Unità Africana (OUA) il 25 maggio 1963. L’opera più famosa contenuta all’interno di questo modernissimo edificio di Addis Abeba è un lavoro di Afewerk Tekle, totale liberazione dell’Africa, un trittico in vetro macchiata di 150 metri quadrati simboleggiante la totale liberazione dell’Africa; l’opera raffigura immagini che simboleggiano le nazioni africane che si uniscono per combattere la povertà e le malattie.

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L’imponente edificio dell’Africa Hall

Museo Nazionale Etiope

Il Museo Nazionale Etiope (NME) di Addis Abeba ospita al suo interno tesori artistici del Paese, così come molti dei più preziosi reperti archeologici rinvenuti in Etiopia; tra questi, in particolare, ci sono i resti fossili dei primi ominidi, il più famoso dei quali è sicuramente “Lucy”, lo scheletro parziale di un esemplare di Australopithecus afarensis.

Il museo di Addis Abeba ha iniziato la sua attività esponendo oggetti da provenienti dalle missioni di scavo dell’Istituto di Archeologia della città e, con l’istituzione della Amministrazione Etiope dei Beni Culturali nel 1976, è nata l’idea di aprire un museo nazionale. Una volta cresciuto come realtà all’interno della città e dello Stato intero, il Museo Nazionale Etiope di Addis Abeba ha diviso le sue attività organizzandole in tre “reparti” lavorativi ben differenziati: il reparto della conservazione, il reparto della documentazione e il reparto espositivo e di ricerca.

L’NME ha attualmente quattro sezioni espositive principali: il piano interrato è dedicato all’archeologia e alla paleontologia; il primo piano contiene oggetti di epoche antiche e medievali; il secondo piano mostra diverse opere d’arte di artisti etiopi esposte in ordine cronologico, dal tradizionale al contemporaneo; il terzo piano, infine, si occupa dell’aspetto etnografico, cercando di dare al visitatore una panoramica di quella che è la ricchezza e la varietà culturale dei popoli dell’Etiopia.

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Il Museo Nazionale Etiope

Museo Etnologico

Situato all’interno dell’antico Guenete Leul Palace dell’imperatore Haile Selassie – edificio segnato anche dal passaggio dell’esercito italiano di Mussolini durante la Seconda Guerra Mondiale – e circondato da splendidi giardini fioriti e splendide fontane si trova il Museo Etnologico di Addis Abeba. Nella sala d’ingresso il visitatore trova subito una piccola mostra dedicata alla storia del palazzo, molto utile se si pensa che si è lì per visitare il museo ma, contemporaneamente, si ha la possibilità di visitare quella che era la residenza ufficiale di un imperatore!

Raggiungendo il primo piano ci si ritrova nel paradiso dell’artigianato dei popoli dell’Etiopia, dove sono conservati ed esposti una moltitudine di manufatti che facevano parte della vita di tutti i giorni di questi popoli, dalla nascita del bambino alla morte: qui, tutte le fasi della vita vengono toccate e ripercorse attraverso gli oggetti esposti. Al secondo piano, invece, il Museo Etnografico è riservato all’arte religiosa: croci, dittici, trittici, icone, pergamene, rotoli magici…non manca nulla; la collezione di icone sacre, in particolare, è una delle più grandi e rappresentative al mondo.

Nel piccolo corridoio che costeggia la sala principale del secondo piano, invece, l’attenzione del visitatore viene attirata dagli strumenti musicali tradizionali, che si possono contemplare ascoltando le splendide musiche tradizionali fatte uscire in sottofondo dagli altoparlanti della stanza.

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La sede del Museo Etnologico di Addis Abeba

Cattedrale della Santissima Trinità

La Cattedrale della Santissima Trinità di Addis Abeba – conosciuta in amarico come Kidist Selassie è la cattedrale ortodossa più importante della città e il secondo luogo di culto più importante di tutta l’Etiopia, superato solamente dalla Chiesa di Nostra Signora Maria di Sion, ad Axum.

Costruita per commemorare la liberazione dell’Etiopia dall’occupazione italiana, la cattedrale è luogo di sepoltura per coloro che hanno combattuto contro l’occupazione italiana e per coloro che hanno accompagnato l’imperatore in esilio dal 1936 al 1941; l’imperatore Haile Selassie I e sua moglie l’imperatrice Manen Asfaw, inoltre, sono sepolti nel transetto nord della cattedrale e i resti dei corpi di altri membri della famiglia imperiale sono invece sepolti nella cripta sottostante la chiesa.

All’interno della Cattedrale della Santissima Trinità di Addis Abeba l’elemento principale è sicuramente l’altare maggiore, dedicato ai Sovrani del Mondo della Santissima Trinità (“Agaiste Alem Kidist Selassie“) e affiancato dai due altari laterali, dedicati a San Giovanni Battista e alla Madonna Misericordiosa.

Nel transetto sud della cattedrale, invece, si trova la recente cappella di San Michele, all’interno della quale viene ora custodita la Tabot – l’Arca di San Michele Arcangelo -, opera che era stata presa dalle forze britanniche nel 1868, durante la campagna contro l’imperatore Tewoodros II, e restituita all’Etiopia nel 2002 dopo essere stata rintracciata ad Edimburgo.

Cattedrale della Santissima Trinità

Cattedrale della Santissima Trinità

Cattedrale di San Giorgio

La Cattedrale di San Giorgio è un’altra cattedrale ortodossa presente nella capitale etiope di Addis Abeba. Progettata da Sebastiano Castagna – un soldato italiano che era stato fatto prigioniero durante la battaglia di Adwa e, una volta finita la guerra, era diventato il costruttore ufficiale dell’impero etiope – e costruita da altri prigionieri di guerra italiani sconfitti a Adwa nel 1896, sembra quasi una reinterpretazione in chiave europea della tradizionale chiesa etiope.

L’edificio che possiamo ammirare oggi, tuttavia, è frutto della ricostruzione ordinata dall’imperatore dopo la liberazione del 1941. Durante la guerra, infatti, le autorità fasciste avevano dato l’ordine di incendiare l’edificio, che rimase quindi in stato di abbandono dal 1937 al 1941.

La Cattedrale di San Giorgio – illuminata al suo interno dalla luce che entra dalle preziose vetrate colorate realizzate dall’artista Afewerk Tekle – ha visto, nel corso del Novecento, l’incoronazione dell’imperatrice Zewditu (1917) e quella dell’imperatore Haile Selaassie (1930) e ospita oggi un piccolo museo in cui sono esposte armi e armature utilizzate dai soldati etiopi contro i soldati italiani. Per i rastafariani, inoltre, la cattedrale è diventata un vero e proprio luogo di pellegrinaggio in cui recarsi per rendere grazie al brande Haile Selassie.

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La splendida Cattedrale di San Giorgio

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